venerdì 23 ottobre 2009

Franceschini: «Ricatti vanno puniti ma è presto per parlare di regionali»


La notizia del presunto ricatto ai danni del governatore del Lazio Piero Marrazzo, con l'arresto di quattro carabinieri, scuote il Pd a circa cinque mesi dalle elezioni regionali e a due giorni dalle primarie. «È una vicenda che parla da sola - commenta il segretario Dario Franceschini -. Ci sono già stati provvedimenti dell'autorità giudiziaria, i ricatti vanno condannati e puniti. Conosco Marrazzo come una persona seria che ha fatto bene il presidente della Regione, altri ragionamenti sugli effetti di quesa vicenda in vista delle elezioni regionali sono prematuri». Pier Luigi Bersani esprime la propria solidarietà e invita Marrazzo ad andare avanti: «È vittima di una vera e propria aggressione e di un incredibile ricatto. Continui serenamente a svolgere il suo lavoro, può contare sull'affetto e la stima di tutti noi». Secondo il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi «il caso Marrazzo dimostra che chi non ha nulla da nascondere non teme indagini di magistratura e forze dell'ordine. È grazie alle intercettazioni che si scoprono reati: questo dato faccia riflettere il Pdl».

ALEMANNO E GASPARRI - Il sindaco di Roma Gianni Alemanno esprime solidarietà al presidente laziale, «come a tutte le persone che sono oggetto di ricatto ed estorsione», e conclude che sulla vicenda «non c'è nulla da commentare». Sulla stessa linea Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: «Da cittadino ho mille motivi di dissenso da Marrazzo, ma oggi gli esprimo totale solidarietà. È indecente che la lotta politica possa essere basata su ricatti, violazioni della privacy e invasioni nella vita privata». E il presidente del Senato Renato Schifani: «Ritengo che ricattare sia un gesto vile ed esecrabile ed essere ricattati merita solidarietà». Attacca invece Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «La questione non si può chiudere con il vittimismo, bisogna conoscere la verità. Se qualcuno ha questo video lo tiri fuori per far capire a tutti se è vero o falso, e chi sono le vittime e chi i protagonisti di comportamenti inquietanti. In un’Italia in cui per tante personalità non è esistita privacy o tutela della riservatezza è opportuno capire meglio i contorni di questa vicenda. Può fare il presidente della Regione una persona sotto ricatto? Aveva denunciato i ricattatori? La pubblica opinione deve sapere, non solo perché siamo alla vigilia delle elezioni regionali, ma perché sono in corso le primarie del Partito Democratico». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa parla di «uno strano silenzio sulla vicenda che non fa onore a chi l'ha subita. Abbiamo bisogno di chiarezza e di conoscere esattamente i termini della vicenda, senza morbosità, in maniera precisa».

PD REGIONALE
- In Lazio il Partito Democratico fa quadrato attorno al governatore. «La vicenda del tentativo di ricatto ed estorsione è inquietante - dice il segretario regionale Roberto Morassut -. Vanno ringraziate la magistratura e l'Arma dei carabinieri per aver scoperto e sventato tempestivamente l'operazione criminale. Siamo vicini a Marrazzo come presidente e come uomo». Anche il presidente del Consiglio regionale Bruno Astorre esprime «grande riconoscimento per l'opera svolta dal Ros e fiducia nell'attività della magistratura. Confermo pieno sostegno, personale e politico, al presidente Marrazzo». Il consigliere regionale del Pd Enzo Foschi sottolinea che «lascia perplessi quello che è accaduto anche in relazione alla tempistica», mentre il collega Donato Robilotta mette in guardia il governatore: «Consiglierei a Marrazzo di guardare in casa sua: c'è un'area del Partito Democratico che non vuole ricandidarlo e dunque non vorrei che questa vicenda venisse strumentalizzata a questo fine». Duro il commento del'assessore regionale all'Ambiente Filiberto Zaratti: «Sta crescendo un clima infame che rischia di compromettere la credibilità delle istituzioni e le regole democratiche della convivenza civile. Non c'è battaglia politica che può giustificare questa deriva».

23 ottobre 2009

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