«La mia famiglia, comunque, rimane unita». Roberta Serdoz, la moglie di Piero Marrazzo, è la fierezza personificata. Nella grande casa di Colle Romano, immersa nel silenzio del castagneto, il camino è acceso come sempre. Ci sono tante foto sui muri, le foto di una vita, le foto di loro due felici. Sembra un secolo fa. Come può reagire una donna tanto ferita, tradita nel profondo? Poteva cedere di schianto e invece lei ha tirato fuori l’orgoglio, la grinta da reporter mostrata per anni in televisione e che adesso le serve come il pane a casa sua, tra le mura amiche, per riprendere in mano una situazione drammatica. Dopo un weekend di autentica umiliazione e sofferenza, Roberta ha deciso che non abbandonerà suo marito, anzi gli starà vicino, perché ora lui è di questo che ha più bisogno. Piero Marrazzo, travolto dallo scandalo, sta male. I suoi amici più stretti sono davvero preoccupati, ieri mattina respirava a fatica, s’è svegliato con le palpitazioni, l’hanno dovuto accompagnare al Gemelli: «Stress psicofisico», hanno detto i medici, trenta giorni di stop.
Ma non è questo il tempo delle parole, delle spiegazioni, adesso quello che conta è stare insieme - così ragiona un’amica della coppia - condividere come prima il lettone in ferro battuto che Roberta si porta dietro da sempre. Come un nido, un estremo rifugio. Per Piero non ci sarà bisogno di un terapeuta - continua l’amica del cuore - perché Roberta per lui, da sempre, è la migliore terapeuta che possa esistere, con la sua capacità di parlare, di ridere, di riflettere. Forse, più in là, si prenderanno anche una vacanza. Per stare vicini, per ritrovarsi. Ma è presto per fare programmi, questi sono solo i giorni del dolore e della fatica di andare avanti.
Gli amici più stretti, per fortuna, sono rimasti: l’onorevole Rosa Calipari, deputata del Pd, che fu la loro testimone di nozze in Campidoglio, il 25 settembre del 2005, davanti a Veltroni sindaco; e poi il giornalista Raffaele Genah del Tg1, Maurizio Mannoni e l’avvocato Massimo Pineschi, ex presidente del consiglio regionale del Lazio, che sta con Marrazzo dai tempi di «Mi manda RaiTre». Loro ci sono ancora, silenziosi, invisibili, pronti a dare una mano.
Nella grande casa di Colle Romano, sulla Tiberina, sempre piena di allegria, di feste, di tavolate, ieri mattina però c’erano solo loro tre: Piero, Roberta e la piccola Chiara, 8 anni, alunna di terza elementare, che però non è andata a scuola dalle suore. In questi giorni si parla molto in giro di suo padre e la bambina ha già sofferto tanto, meglio non esporla ad altro dolore inutile. Così è rimasta a giocare in giardino, con Nana, la labrador nera e il gatto Andrea, nella speranza che ritrovi presto un po’ di serenità. La madre, del resto, tenta di farle scudo in ogni modo. Mostrandole, innanzitutto, come fa lei.
Domenica mattina il suo amico Maurizio Mannoni, il conduttore di «Linea Notte», le aveva inviato un paio di sms: «Roberta coraggio!», «Reagisci subito!», «Vieni a lavorare». La Serdoz all’inizio non aveva neanche la forza di rispondergli, gli ha scritto semplicemente «Scusa, sto molto male», «Davvero non ce la faccio», ma col passare delle ore, forte com’è, è riemersa pian piano dall’abisso. Alla fine gli ha risposto: «Va bene Maurizio, ci provo, seguo il tuo consiglio». E ieri sera, infatti, era già a Saxa Rubra, negli studi di RaiTre, pronta per un collegamento in esterna sui mali dell’immigrazione. Giovedì scorso, s’era sfiorato il dramma in diretta: lei curava la rassegna stampa al touch screen, lo schermo a sfioramento, i giornali che parlavano di Piero per sua fortuna sono arrivati in ritardo, quando la trasmissione era ormai sfumata. Ma Roberta è una donna forte: «La mia famiglia, comunque, rimane unita». Un’anchorwoman non si arrende facilmente.
Fabrizio Caccia
27 ottobre 2009
Ma non è questo il tempo delle parole, delle spiegazioni, adesso quello che conta è stare insieme - così ragiona un’amica della coppia - condividere come prima il lettone in ferro battuto che Roberta si porta dietro da sempre. Come un nido, un estremo rifugio. Per Piero non ci sarà bisogno di un terapeuta - continua l’amica del cuore - perché Roberta per lui, da sempre, è la migliore terapeuta che possa esistere, con la sua capacità di parlare, di ridere, di riflettere. Forse, più in là, si prenderanno anche una vacanza. Per stare vicini, per ritrovarsi. Ma è presto per fare programmi, questi sono solo i giorni del dolore e della fatica di andare avanti.
Gli amici più stretti, per fortuna, sono rimasti: l’onorevole Rosa Calipari, deputata del Pd, che fu la loro testimone di nozze in Campidoglio, il 25 settembre del 2005, davanti a Veltroni sindaco; e poi il giornalista Raffaele Genah del Tg1, Maurizio Mannoni e l’avvocato Massimo Pineschi, ex presidente del consiglio regionale del Lazio, che sta con Marrazzo dai tempi di «Mi manda RaiTre». Loro ci sono ancora, silenziosi, invisibili, pronti a dare una mano.
Nella grande casa di Colle Romano, sulla Tiberina, sempre piena di allegria, di feste, di tavolate, ieri mattina però c’erano solo loro tre: Piero, Roberta e la piccola Chiara, 8 anni, alunna di terza elementare, che però non è andata a scuola dalle suore. In questi giorni si parla molto in giro di suo padre e la bambina ha già sofferto tanto, meglio non esporla ad altro dolore inutile. Così è rimasta a giocare in giardino, con Nana, la labrador nera e il gatto Andrea, nella speranza che ritrovi presto un po’ di serenità. La madre, del resto, tenta di farle scudo in ogni modo. Mostrandole, innanzitutto, come fa lei.
Domenica mattina il suo amico Maurizio Mannoni, il conduttore di «Linea Notte», le aveva inviato un paio di sms: «Roberta coraggio!», «Reagisci subito!», «Vieni a lavorare». La Serdoz all’inizio non aveva neanche la forza di rispondergli, gli ha scritto semplicemente «Scusa, sto molto male», «Davvero non ce la faccio», ma col passare delle ore, forte com’è, è riemersa pian piano dall’abisso. Alla fine gli ha risposto: «Va bene Maurizio, ci provo, seguo il tuo consiglio». E ieri sera, infatti, era già a Saxa Rubra, negli studi di RaiTre, pronta per un collegamento in esterna sui mali dell’immigrazione. Giovedì scorso, s’era sfiorato il dramma in diretta: lei curava la rassegna stampa al touch screen, lo schermo a sfioramento, i giornali che parlavano di Piero per sua fortuna sono arrivati in ritardo, quando la trasmissione era ormai sfumata. Ma Roberta è una donna forte: «La mia famiglia, comunque, rimane unita». Un’anchorwoman non si arrende facilmente.
Fabrizio Caccia
27 ottobre 2009
3 commenti:
CHE GRANDE DONNA! QUELL'UOMO LI' NON SE LA MERITAVA.
Io non sarei così rigida nel mio giudizio!
Non possiamo sapere la vera verità!
Forse lei dopo averla saputo ha cambiato atteggiamento.
E poi: chi non ha mai sbagliato ......scagli la prima pietra!
ANNA, ASCOLTA IL VIDEO DI MARCO TRAVAGLIO, CAMBIERAI IDEA.
IO PENSO A UNA MOGLIE CHE VIENE A SAPERE CHE IL MARITO NON LA TRADISCE CON UN'ALTRA DONNA, MA CON UN UOMO, UN TRANSESSUALE! PENSACI.
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