lunedì 5 ottobre 2009

L’IMPATTO SUI CONTI FININVEST


di Marco Lillo

Brutte notizie per la famiglia Berlusconi. Tutto l’utile accumulato negli ultimi tre anni dalla cassaforte di famiglia grazie alle società controllate dovrà infatti essere girato all’ingegnere Carlo de Benedetti. La Fininvest nell’ultimo bilancio depositato, quello del 2008, dichiara infatti un utile di 748 milioni di euro, quasi esattamente la somma che il Tribunale civile di Milano ha ordinato di risarcire alla Cir di De Benedetti, ma si tratta del margine lordo. Al netto delle imposte, l’utile reale, quello che entra nelle tasche degli azionisti, è stato pari a 135 milioni di euro nel 2008, contro i 365 milioni del 2007 e i 316 milioni del 2006. La crisi si è fatta sentire anche sui conti floridi delle società del Cavaliere che hanno faticato un po’ di più del solito a racimolare pubblicità e vendere libri, polizze e biglietti.

La Fininvest è infatti la holding che controlla le società quotate in borsa, Mondadori, Mediolanum e Mediaset (oltre al Milan) e che riceve ogni anno gli utili distribuiti al livello inferiore dalle affiliate. La causa persa non avrà quindi alcun effetto diretto sui conti delle società operative ma sarà un colpo durissimo sulla capogruppo e i suoi azionisti che dovranno mettere mano al portafoglio. I soci di Fininvest (dopo una riorganizzazione che ha sfoltito la catena di controllo eliminando le famose - e misteriose - “holding prima”, “holding seconda”, e via così fino alla ventiduesima e oltre) sono Silvio Berlusconi in persona, con il 61 per cento circa e poi i cinque figli. Piersilvio e Marina con una quota del 7,8 per cento circa e i figli avuti con Veronica Lario (Luigi, Eleonora e Barbara) con il 7,1 per cento circa.

La condanna al pagamento dei danni per una vicenda vecchia di 18 anni giunge come un fulmine su un cielo in verità tutt’altro che sereno. La separazione tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi avrà certamente una ricaduta patrimoniale sull’assetto della Fininvest. Gli avvocati stanno discutendo su come attribuire le quote agli eredi e ora ci si mettono i giudici di Milano a complicare le cose. La sentenza del Tribunale in realtà è esecutiva ma la Fininvest ricorrerà in appello chiedendo la sospensione dell’esecuzione. Di fronte a una somma così grande e a una questione così delicata, è plausibile che la Corte la conceda.

Resta il fatto che all’improvviso nel bilancio della società di Silvio Berlusconi e dei figli comparirà un debito, che se pure non immediatamente esigibile, avrà un impatto drammatico sui conti. Il 6 aprile del 2004, quando ha ricevuto la notifica dell’azione di risarcimento da parte della Cir di De Benedetti, per 468 milioni di euro, proprio per la questione della corruzione sulla sentenza che influenzò in modo determinante la contesa sul gruppo Espresso-Mondadori, Fininvest fece spallucce.

Con un comunicato stizzito, il Biscione, il 15 luglio del 2004 rese noto alla comunità finanziaria che nel suo bilancio non aveva effettuato alcun accantonamento poiché riteneva “l'azione, in linea di fatto, basata su una ricostruzione non corrispondente al reale svolgimento della vicenda e, in linea di diritto, totalmente infondata”. Alla luce della sentenza appena depositata, quella scelta si è rivelata infelice. Dopo il 2004, in realtà non erano mancati i campanelli di allarme per gli amministratori. In particolare la sentenza del 2007 che condannava Previti e sodali per la corruzione giudiziaria nell’interesse del gruppo Berlusconi.

“Il Fatto Quotidiano” ha chiesto a Fininvest se, dopo la sentenza penale, la holding avesse effettuato l’accantonamento prudenziale. Il portavoce del gruppo, contattato in serata, ha replicato di non essere in grado di rispondere in poche ore a questa domanda.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Figuriamoci se da quella parte rispondono alle domande dei giornalisti "komunisti"

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

NO CHE NON L'HANNO FATTO! TROPPA SICUMERA, GLI STA BENE!