«Dalla Sicilia in arrivo un avviso di garanzia a Berlusconi per concorso esterno. Subito dopo gli verrà requisito l'intero patrimonio. Per la legge, infatti, basta il sospetto». L'annuncio lo dà il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, che nell'edizione di oggi titola a tutta pagina: «Sequestrare il tesoro di Silvio».
LE DICHIARAZIONI DI SPATUZZA - L'anticipazione del quotidiano di Vittorio Feltri è legata alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, braccio destro dei boss mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, che chiamano in causa il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, grande amico di Berlusconi e già al vertice di Pubblitalia, la società che raccoglie pubblicità per il gruppo Mediaset. Il sospetto del giornale è che i magistrati possano attaccarsi al solo «sospetto» di rapporti tra Dell'Utri e Cosa Nostra per coinvolgere anche il premier con l'accusa di «concorso esterno» in associazione mafiosa. Un passaggio che, è l'analisi, potrebbe poi portare al sequestro dei beni patrimoniali di cui il Cavaliere non fosse eventualmente in grado di spiegare la provenienza e che potrebbero essere dunque attribuiti, nelle accuse, ad attività legate alle organizzazioni criminali. Un impianto, questo, fa notare il quotidiano di Feltri, che non terrebbe conto di ricostruzioni analoghe, sempre con Berlusconi nel mirino, che sarebbero però già state smontate in altri processi. Negli ultimi tempi le accuse di Spatuzza hanno portato a indicare Berlusconi come il referente della mafia ai tempi delle stragi del 1992-'93.
«ACCUSE FARNETICANTI» - Della vicenda ha parlato anche Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: «Leggiamo troppe cose strane, continua l'uso politico dei pentiti» ha commentato rispondendo a Maurizio Belpietro che su Canale 5 gli chiedeva se sia in arrivo una nuova offensiva giudiziaria contro Berlusconi o altri esponenti del centrodestra. «Vediamo Ingroia che gira i programmi televisivi e le manifestazioni di un partito fondato da un ex magistrato per lanciare strali intollerabili contro il governo - ha aggiunto -. Riteniamo ci sia in atto una offensiva politica di alcuni militanti della sinistra che sono dentro la magistratura e privilegiano la loro appartenenza politica all'esercizio corretto delle loro funzioni». Per Gasparri ci sono alcuni pentiti «come un tale Spatuzza che, probabilmente sollecitati a farlo, fanno accuse farneticanti, dicendo di avere sentito e dedotto qualcosa, quando su alcune vicende storiche e fatti di mafia ci sono state sentenze e accertamenti».
IL CASO COSENTINO - Intanto un altro fronte riguarda il caso del sottosegretario Cosentino, accusato dalla procura di Napoli di concorso esterno in associazione camorristica. Lunedì, nel corso dell'incontro nella sala Buzzati del Corriere per la presentazione del suo libro «Il futuro della libertà», il presidente della Camera, Gianfranco Fini aveva parlato della opportunità di certe candidature: «Quando decidiamo le candidature evitiamo di candidare chi è indagato, anche se dobbiamo considerarlo certamente innocente fino a prova contraria. È un problema di opportunità e di etica pubblica». Ma oggi, dalle colonne di Libero, il vice capotruppo dei senatori pidiellini al Senato, Gaetano Quagliariello, soiega il perchè della necessità di fare quadrato attorno a Cosentino: «Non possiamo mettere il governo nelle mani dei pentiti. Se non reagiamo adesso, rischiamo di essere travolti in futuro: il caso Cosentino può essere l'anticipazione del caso Spatuzza». Oggi in aula sarà votata la sfiducia contro il sottosegretario e Quagliariello invita i suoi a votare compatti a favore dell'esponente di governo perchè, spiega, «questo è un voto preventivo per impedire che il pentitismo sia usato a fini politici».
LE DICHIARAZIONI DI SPATUZZA - L'anticipazione del quotidiano di Vittorio Feltri è legata alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, braccio destro dei boss mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, che chiamano in causa il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, grande amico di Berlusconi e già al vertice di Pubblitalia, la società che raccoglie pubblicità per il gruppo Mediaset. Il sospetto del giornale è che i magistrati possano attaccarsi al solo «sospetto» di rapporti tra Dell'Utri e Cosa Nostra per coinvolgere anche il premier con l'accusa di «concorso esterno» in associazione mafiosa. Un passaggio che, è l'analisi, potrebbe poi portare al sequestro dei beni patrimoniali di cui il Cavaliere non fosse eventualmente in grado di spiegare la provenienza e che potrebbero essere dunque attribuiti, nelle accuse, ad attività legate alle organizzazioni criminali. Un impianto, questo, fa notare il quotidiano di Feltri, che non terrebbe conto di ricostruzioni analoghe, sempre con Berlusconi nel mirino, che sarebbero però già state smontate in altri processi. Negli ultimi tempi le accuse di Spatuzza hanno portato a indicare Berlusconi come il referente della mafia ai tempi delle stragi del 1992-'93.
«ACCUSE FARNETICANTI» - Della vicenda ha parlato anche Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: «Leggiamo troppe cose strane, continua l'uso politico dei pentiti» ha commentato rispondendo a Maurizio Belpietro che su Canale 5 gli chiedeva se sia in arrivo una nuova offensiva giudiziaria contro Berlusconi o altri esponenti del centrodestra. «Vediamo Ingroia che gira i programmi televisivi e le manifestazioni di un partito fondato da un ex magistrato per lanciare strali intollerabili contro il governo - ha aggiunto -. Riteniamo ci sia in atto una offensiva politica di alcuni militanti della sinistra che sono dentro la magistratura e privilegiano la loro appartenenza politica all'esercizio corretto delle loro funzioni». Per Gasparri ci sono alcuni pentiti «come un tale Spatuzza che, probabilmente sollecitati a farlo, fanno accuse farneticanti, dicendo di avere sentito e dedotto qualcosa, quando su alcune vicende storiche e fatti di mafia ci sono state sentenze e accertamenti».
IL CASO COSENTINO - Intanto un altro fronte riguarda il caso del sottosegretario Cosentino, accusato dalla procura di Napoli di concorso esterno in associazione camorristica. Lunedì, nel corso dell'incontro nella sala Buzzati del Corriere per la presentazione del suo libro «Il futuro della libertà», il presidente della Camera, Gianfranco Fini aveva parlato della opportunità di certe candidature: «Quando decidiamo le candidature evitiamo di candidare chi è indagato, anche se dobbiamo considerarlo certamente innocente fino a prova contraria. È un problema di opportunità e di etica pubblica». Ma oggi, dalle colonne di Libero, il vice capotruppo dei senatori pidiellini al Senato, Gaetano Quagliariello, soiega il perchè della necessità di fare quadrato attorno a Cosentino: «Non possiamo mettere il governo nelle mani dei pentiti. Se non reagiamo adesso, rischiamo di essere travolti in futuro: il caso Cosentino può essere l'anticipazione del caso Spatuzza». Oggi in aula sarà votata la sfiducia contro il sottosegretario e Quagliariello invita i suoi a votare compatti a favore dell'esponente di governo perchè, spiega, «questo è un voto preventivo per impedire che il pentitismo sia usato a fini politici».
25 novembre 2009
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