Dichiarare lo stato d’emergenza per le carceri. Nominare un commissario delegato. Stanziare 1,29 miliardi di euro. Sono le richieste avanzate da Franco Ionta, il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, al ministro della Giustizia Angelino Alfano. Una proposta scritta, rivolta al capo di gabinetto di Alfano, Settembrino Nebbioso, che il Fatto Quotidiano è in grado di rivelare nei dettagli.
Secondo fonti governative, Ionta chiede un “intervento eccezionale” e spiega che siamo in piena “emergenza” nazionale: situazione preoccupante per l’ordine pubblico. Non bastano gli attuali “poteri straordinari”. Chiede di più: vuole gestire la situazione da “commissario delegato”, una posizione simile a quella del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Potrebbe agire, così, in deroga alle normali procedure. Si ridurrebbero i tempi d’azione. E gli interventi previsti, come la costruzione di nuove carceri entro il 2012, sarebbero sottratti alle normali procedure: Ionta chiede che gli appalti siano affidati in maniera riservata e cioè, di fatto, segreta. Le sue richieste, secondo fonti governative e sindacali, potrebbero suscitare parecchie polemiche. Spese, fondi e tempi. La sua retribuzione, nel ruolo di commissario delegato, sarebbe destinata ad aumentare. Di quanto? Possiamo rifarci a un precedente: una legge del 2007, relativa alla gestione del G8, che prevedeva, per il commissario delegato, un aumento mensile del 3,75 per cento, rispetto allo stipendio complessivo. Nel caso di Ionta, lo stipendio annuo, si aggira intorno ai 400 mila euro: il 3,75 per cento corrisponderebbe, quindi, a circa 180 mila euro annuali in più. Fin qui, però, siamo ancora alle congetture.
Secondo fonti governative, Ionta chiede un “intervento eccezionale” e spiega che siamo in piena “emergenza” nazionale: situazione preoccupante per l’ordine pubblico. Non bastano gli attuali “poteri straordinari”. Chiede di più: vuole gestire la situazione da “commissario delegato”, una posizione simile a quella del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Potrebbe agire, così, in deroga alle normali procedure. Si ridurrebbero i tempi d’azione. E gli interventi previsti, come la costruzione di nuove carceri entro il 2012, sarebbero sottratti alle normali procedure: Ionta chiede che gli appalti siano affidati in maniera riservata e cioè, di fatto, segreta. Le sue richieste, secondo fonti governative e sindacali, potrebbero suscitare parecchie polemiche. Spese, fondi e tempi. La sua retribuzione, nel ruolo di commissario delegato, sarebbe destinata ad aumentare. Di quanto? Possiamo rifarci a un precedente: una legge del 2007, relativa alla gestione del G8, che prevedeva, per il commissario delegato, un aumento mensile del 3,75 per cento, rispetto allo stipendio complessivo. Nel caso di Ionta, lo stipendio annuo, si aggira intorno ai 400 mila euro: il 3,75 per cento corrisponderebbe, quindi, a circa 180 mila euro annuali in più. Fin qui, però, siamo ancora alle congetture.
Altro punto di polemica: la tempistica.
Ionta chiede lo stato d’emergenza, e nuovi poteri, a oltre un anno dal suo insediamento.
La situazione – si potrebbe obiettare – non è precipitata nelle ultime settimane: la tendenza è costante.
Infine, dove saranno reperiti i soldi necessari?
Secondo i nostri dati, nella “cassa delle ammende”, destinata a finanziare almeno in parte l’operazione, ci sono soltanto 350 milioni.
Un nuovo piano. Il capo del Dap sostiene che è necessario un nuovo “piano carceri”. A sei mesi dalla prima proposta: il piano presentato nello scorso aprile, che il governo non ha reso operativo.
Un nuovo piano. Il capo del Dap sostiene che è necessario un nuovo “piano carceri”. A sei mesi dalla prima proposta: il piano presentato nello scorso aprile, che il governo non ha reso operativo.
Ecco la situazione attuale: i 206 istituti penitenziari italiani prevedono una capienza massima di 43 mila posti; il limite di tollerabilità è di 60 mila, nelle nostre carceri, però, si contano 64.859 detenuti. Un numero che cresce di 800 unità ogni mese.
La pianta organica prevede 45 mila poliziotti carcerari: quelli effettivi sono circa 39 mila.
Ed ecco la proposta di Ionta. Che analizza il problema a partire dai detenuti stranieri: ammontano al 37 per cento.
Secondo Ionta è la variabile che ha determinato lo squilibrio. Il suo progetto prevede un “mini-indulto”, destinato all’enorme mole di detenuti, circa il 32 per cento, condannati a pene inferiori a un anno. Chiede al governo una misura urgente: lascino le carceri, si dispongano gli arresti domiciliari.
Stando ai dati in nostro possesso, peraltro, questa percentuale è cresciuta proprio con il governo Berlusconi: dal 25 per cento del 2007, infatti, s’è passati al 32 per cento attuale. Anni nei quali, inoltre, è stato ridotto del 22 per cento il budget destinato al lavoro dei detenuti per le attività “domestiche” nelle carceri o nelle officine penitenziarie, tipo falegnamerie, per intendersi.
Insomma: sempre più detenuti e sempre meno risorse. È questo il profilo governativo sulla sicurezza.
Nuove carceri. Il nuovo “piano” Ionta prevede la creazione di 21 mila nuovi posti in carcere: punta a raggiungere quota 80 mila entro il 2012, al costo di 1,29 miliardi di euro, da gestire con poteri eccezionali e a trattativa segreta. Diciassette strutture. Divise in due tipologie: carceri “leggere” e tradizionali. Ecco dove: otto nuove carceri “leggere”, da 450 posti, a Pordenone, Pinerolo, Pogliano, Bolzano, Varese, Latina, Brescia e Marsala. Nove “tradizionali”, invece, a Roma, Milano, Nola, Sciacca, Sala Consilina, Venezia e Savona. Per raggiungere gli 80 mila posti, infine, sono previsti 47 padiglioni, della capienza singola di 200 posti.
Nuove carceri. Il nuovo “piano” Ionta prevede la creazione di 21 mila nuovi posti in carcere: punta a raggiungere quota 80 mila entro il 2012, al costo di 1,29 miliardi di euro, da gestire con poteri eccezionali e a trattativa segreta. Diciassette strutture. Divise in due tipologie: carceri “leggere” e tradizionali. Ecco dove: otto nuove carceri “leggere”, da 450 posti, a Pordenone, Pinerolo, Pogliano, Bolzano, Varese, Latina, Brescia e Marsala. Nove “tradizionali”, invece, a Roma, Milano, Nola, Sciacca, Sala Consilina, Venezia e Savona. Per raggiungere gli 80 mila posti, infine, sono previsti 47 padiglioni, della capienza singola di 200 posti.
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