sabato 7 novembre 2009

“CAV. APPESO A NOI” Il leghista


“Il legame tra Bossi e il governo è solido - si aggiusta la cravatta verde il senatore del nord - ma intendiamoci: ci sono problemi sui quali non possiamo transigere. La questione della sicurezza, per esempio, è per noi inderogabile". Il Cavaliere sta in piedi finchè la Lega lo sorregge, lo sanno tutti, ma quanto durerà ancora? L'esponente leghista assume l'espressione di chi la sa lunga: "Lo sappiamo benissimo, ma anche noi, come lei sa, abbiamo i nostri problemucci". Che di nome fanno Giulio e di cognome Tremonti, vero? Scuote la testa: "Non solo, c'è anche un problema Maroni, se proprio la vogliamo dire tutta, che tra l'altro mal sopporta l'ambiguità proprio di Tremonti che sarà pure l'uomo del Pdl più vicino a Bossi, ma non è della Lega. E poi la storica rivalità tra Calderoli e Maroni...insomma, non sono questioni facili da gestire". Ma con Berlusconi tutto ok? "Affatto - ci stupisce cambiando radicalmente atteggiamento - tutto è appeso al filo del federalismo, ma prima c'è da risolvere la questione delle candidature regionali. So che Berlusconi sta facendo di tutto per rinsaldare il patto di ferro con Bossi e se non si riuscirà a portare un leghista in Lombardia al posto di Formigoni, di certo non ci lasceremo sfuggire il comune di Milano. E questo lo devono avere chiaro nel Pdl; noi non siamo un partito azienda, noi non rispondiamo a Berlusconi. Questa è la nostra forza e la loro grande debolezza".

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