“Un’intervista? Certo, facciamola, ma non iniziamo con questa storia di Tonino e Luigi fratelli coltelli, per favore”.
No, on. Antonio Di Pietro, iniziamo da qui.
Non ci sono guerre. Io e de Magistris la pensiamo allo stesso modo. Una sola cosa non facciamo: andare a letto insieme. Per il resto lavoriamo per costruire un grande partito che sia il perno di una alternativa all'attuale sistema di potere berlusconiano e che abbia al centro della sua politica il rinnovamento delle classi dirigenti. Su questo mi trovi una sola differenza con de Magistris. Le dirò di più, insieme deploriamo l'atteggiamento di quei giornali che seminano zizzania.
Però de Magistris raccoglie un'area che spinge l'acceleratore sulla questione morale e punta a rivoluzionare Italia dei valori.
E dove sta la differenza con Di Pietro? Parliamo del Sud e delle prossime elezioni regionali. Tutto il partito, unito, mette al primo posto la discontinuità col passato. Noi crediamo che l'alternativa si costruisca dando vita e partecipando a coalizioni, ma non ci sentiamo costretti a presentarci insieme agli altri a tutti i costi. Voglio dire che noi saremo rigidi nella scelta delle nostre candidature, lo stesso atteggiamento pretendiamo dai nostri eventuali alleati.
Campania. Qui sta prendendo corpo la candidatura del sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca...
L'accordicchio al meno peggio non mi interessa. Lì dobbiamo fare i conti col fallimento del bassolinismo e la destra dei Cosentino e dai Cesaro. Ci vogliono nomi forti. Personalità dalla moralità a prova di bomba. Mi sono informato sulle vicende giudiziarie di De Luca, e dico che è meglio che si faccia giudicare dai tribunali. La nostra posizione è netta: no a candidati condannati, a persone rinviate a giudizio impegnate in ruoli di governo.
In Calabria il suo partito si è spaccato sulla proposta di candidare l'industriale Filippo Callipo.
Ma quale spaccatura? Ci sono persone come l'onorevole Aurelio Misiti che alla nostra proposta hanno preferito un rapporto con Loiero. Oggi ho letto che l'onorevole Misiti ha detto sì al Ponte sullo Stretto, come vede ci sono differenze di fondo non solo sulle candidature. Noi proponiamo Callipo, un industriale che ha detto no alla 'ndrangheta perché è un elemento di discontinuità. L'ho detto a Bersani: scegliamo Callipo, facciamo un programma di vera alternativa e andiamo avanti.
Non mi pare che il centrosinistra in Calabria voglia abbandonare Loiero.
Se sarà così si assumeranno tutta intera la responsabilità di consegnare la regione al centrodestra.
Intanto in molti stanno lasciando Idv, l'onorevole Pino Pisicchio e il suo conterraneo, il senatore Peppino Astore. Dicono che il partito si è spostato troppo a sinistra.
Peppino è un amico, ma dico che se ci sono persone che non si riconoscono più nello sforzo di Idv per il rinnovamento della politica e delle istituzioni, è bene che si facciano da parte. Ma voglio dire al caro Peppino che anche se dovesse cadere Berlusconi non passeremo mai col centrodestra. E poi la distinzione fra destra e sinistra è obsoleta, qui si tratta di trovare politiche che vadano incontro alle drammatiche esigenze di chi è senza lavoro, delle fasce deboli.
Pisicchio e Astore passeranno con Casini e Rutelli nella mini Dc ?
Noi siamo bipolaristi, non credo a un terzo polo. Casini sta solo praticando la politica dei due forni.
Molti trasformisti e riciclati in Idv, un “partito taxi”, per dirla con Enrico Mattei...
Ora si scende. Il rinnovamento della classe dirigente, a cominciare dalle prossime candidature, sarà radicale. Ho letto le critiche di Micromega e anche de Il Fatto. Stiamo facendo un'opera di liberazione da alcune presenze, ma non ci facciamo tirare per la giacchetta da chi non è neppure iscritto al partito. E poi mi lasci dire che trovo singolare alcuni atteggiamenti, c'è chi come Micromega mi critica perché nel partito ci sono i riciclati, e chi mi attacca perché quando qualche trasformista va via non riceve neppure una telefonata da Di Pietro.
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