mercoledì 4 novembre 2009

Droga e istituzioni: i cittadini devono sapere

Pubblico il video e il testo della mia intervista rilasciata durante la puntata di "Il fatto del giorno", di martedi 3 novembre in onda su Rai2, dove rispondo alle domande della mia intervistatrice, Monica Setta, sul caso Marrazzo e il legame tra droga e Istituzioni.

Testo dell'intervista

Monica Setta: È un momento caldissimo per la politica. “I soldi servivano anche per la droga, tre ore dal Pubblico Ministero, sono stato rapinato, ma non ci fu nessun ricatto. Piero Marrazzo”. Antonio Di Pietro, lei è stato tra i primi ad avviare quella grande indagine che fu tangentopoli: Mario Chiesa, lo ricordiamo tutti, nel 1992 è stato in prima linea contro la corruzione ed è un po’ l’apripista della questione morale. Che sta succedendo? Sono vere le cose che leggiamo sui giornali sui politici corrotti e corruttori?
Antonio Di Pietro: Non confondiamo le due cose: Marrazzo con tangentopoli. Da una parte abbiamo a che fare con un drammatico fatto privato, dall'altra abbiamo a che fare con mazzette che giravano. Detto questo, vorrei dire subito cosa penso dell’uso della droga da parte degli amministratori pubblici e dei politici: la droga offusca il cervello, distrugge il corpo, non fa comprendere l’importanza delle cose. Un politico drogato, un amministratore drogato, non fa bene il suo mestiere, oltre al fatto che può essere ricattato, poiché gestisce risorse pubbliche. Sono contro la droga e, per questa ragione, sottoporrei al test antidroga ogni persona che voglia fare politica, che voglia amministrare la cosa pubblica, per sapere se è drogato o meno. Anche in Parlamento, perché in Parlamento gira.

Monica Setta: Ne gira molta?
Antonio Di Pietro: Gira, gira, ricordiamoci il servizio delle Iene.

Monica Setta: Senta, ma secondo lei c’è una classe politica veramente così volgare, così corrotta, così - mi passi il termine, che forse è forte - depravata, come la raccontano in questi giorni i giornali? Cioè scandali a sfondo sessuale, cocaina, auto blu: ieri Ferrero, il segretario di Rifondazione Comunista, ha denunciato proprio qui, nel nostro studio, che ci sono auto blu che portano politici che vanno in giro a comprare la cocaina.
Antonio Di Pietro: Se è per questo, ci sono anche politici che trasportano con l’aereo di Stato le escort in qualche residenza privata, quindi, voglio dire, è una situazione drammatica. Personalmente ritengo che le due cose vadano separate: la corruzione sistematica e sistemica nel nostro Paese c’è e riguarda tutti, ma non bisogna generalizzare perché ci sono politici che hanno fatto il loro dovere e sono morti per servire il Paese (Mattarella, La Torre, Moro) e ci sono politici che, invece, si sono riempiti le tasche alle spalle dei cittadini. Bisogna sempre fare una distinzione, analizzando caso per caso. Una cosa è certa: che nell’intimo e nel privato ogni persona può fare tutto quello che le pare e piace, senza commettere reati, e tenendo conto, però, che se amministra la cosa pubblica, deve fare una scelta di campo. Non può andare a battere i marciapiedi se fa l’amministratore: o fa l’uno o fa l’altro poiché le due cose non si conciliano, altrimenti l’esempio che si dà è un esempio schifosissimo. I bulli di cui si parla a scuola non sono figli di chissà chi, sono figli di un sistema che, a cominciare da una certa televisione, per finire con certi comportamenti di chi amministra la cosa pubblica, fa credere loro che il più forte e il più furbo vince nella giungla: nella giungla, non in un Paese civile!

Monica Setta: Senta, Di Pietro, ha avuto anche lei in mano questa famosa lista che contiene i nomi di politici, di personaggi della tv, dello spettacolo che sarebbero coinvolti nello scandalo degli incontri con i transessuali?
Antonio Di Pietro: No, grazie a Dio non ce l’ho e non la voglio. Non vado appresso a queste cose!

Monica Setta: Secondo lei è giusto - glielo chiedo anche da ex Pubblico Ministero - avendole in mano, dare questi nomi o no? Cioè dove finisce e dove inizia il diritto di cronaca? Dove finisce il diritto di cronaca e dove inizia invece il diritto alla privacy?
Antonio Di Pietro: Il diritto alla privacy è sacrosanto per tutti ma l’esercizio di questa privacy è diverso tra chi è una persona che non ha incarichi e ruoli pubblici e chi lo è. E' bene che il cittadino, quando va a votare, sappia se va a votare un drogato, un tossicomane o una persona perbene, abbia pazienza!

Monica Setta: Però, mi scusi, se un cittadino vota un suo rappresentante che ha una volontà, un’inclinazione sessuale diversa da quella eterosessuale, secondo me non dovrebbe interessare.
Antonio Di Pietro: Scusi, però lei mi ha fatto un’altra domanda prima: lei mi ha parlato di droga, non di inclinazioni sessuali. Io sono un cattolico ma quando amministro, quando faccio politica la faccio in uno Stato laico e rispetto coloro che la pensano diversamente. Per me essere omosessuale o eterosessuale indica, semplicemente, due modi e due stati dell’essere, non c’è alcuna differenza: il problema non è che l’eterosessuale va bene se va a prostituite e l’omosessuale va male; tutti e due, se fanno spaccio di droga o se fanno un utilizzo indebito delle proprie autovetture di servizio, sono da condannare, sia che siano eterosessuali sia che siano omosessuali.

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