sabato 14 novembre 2009

GRANATA PER SILVIO


Il vero paradosso ora che Fabio Granata è il principale baluardo di Gianfranco Fini, è che nell’ormai storico congresso di Sorrento, quello in cui l’ex leader di An venne incoronato segretario del Msi, lui era “dall’altra parte”.
Granata – infatti – nasce come strutturato dirigente rautiano (anzi “niccolaiano”) convinto sostenitore, già negli anni Ottanta del cosiddetto “sfondamento a sinistra”.
Ha 48 anni, è nato a Caltanissetta, da sempre naviga controcorrente nel suo schieramento. Tanto per dire: era assessore della giunta Cuffaro, ma diventa il beniamino delle classi dirigenti progressiste per aver fatto approvare il testo unico della “legislazione antimafia”. E a chi gli rimproverava, da destra, di “civettare” con i pm, rispondeva: “Io sono sempre stato, e rimango, con la destra di Paolo Borsellino”. Anche per questo, non da ieri, i dirigenti di An non lo possono vedere. E lui, all’inizio degli anni Novanta, era giunto al punto di passare alla Rete di Leoluca Orlando, per poi tornare suoi passi quando la parabola di quel movimento si era esaurita. E’ sposato con Paola, anche lei ex militate del Fronte della Gioventù: ha una figlia femmina, Andrea. Il suo testimone di nozze è il più eclettico degli intellettuali di destra, Pietrangelo Buttafuoco. Da assessore alla cultura (regionale) arriva alle pagine nazionali quando blocca le trivellazioni (autorizzate) nella Val di Noto.
Andrea Camilleri, che lo stima ha firmato la prefazione al suo libro, “L’identità ritrovata”. Ma è in questa legislatura che Granata, da deputato, diventa leader nazionale. Un mese fa, con un collega del Pd – Andrea Sarubbi – presenta una proposta di legge avanzata sulla cittadinanza agli immigrati. “Sono solo peones”, attacca Ignazio La Russa affondando la lama. E Granata, caustico: “Fa sorridere e mette tristezza che un ministro faccia nonnismo chiamando ‘peones’ deputati che fanno il loro dovere. Non so se lo fa da ministro o da colonnello in disarmo”.
Ieri ad “Annozero”, ha spiazzato persino Antonio Di Pietro. Che invece di polemizzare ha esclamato: “Viva Granata! Ma a destra chi lo segue?”.
Lu.Tel.

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