MARINA BERLUSCONI
Egregio Direttore,
La presidente della Fininvest Marina Berlusconi - annunciando la decisione di procedere per le vie legali - ha già anche espresso il giudizio sull'operazione diffamatoria organizzata dalla Repubblica nei confronti di un grande gruppo imprenditoriale come il nostro per colpire il suo fondatore. Non ci sarebbe altro da aggiungere. Tuttavia, nell'articolo "Quelle nebbie misteriose sulle origini della Fininvest", la Repubblica torna sul tema con alcuni elementi su cui non è possibile tacere. Vediamo i principali.
Il pezzo forte dell'articolo sembra essere la ricostruzione degli apporti finanziari alle origini del gruppo Fininvest, affidata dalla Procura di Palermo al funzionario della Banca d'Italia Francesco Giuffrida. I due giornalisti citano la sentenza del Tribunale palermitano secondo cui né il consulente della Procura né quello della difesa sono riusciti "a risalire in termini di assoluta certezza e chiarezza all'origine, qualunque essa fosse, lecita o illecita, dei flussi di denaro investititi nella creazione delle holding Fininvest". Ma è proprio così? Per quanto riguarda il consulente della difesa, i verbali delle udienze sono a disposizione: è sufficiente leggerli per valutare come alcune sue dichiarazioni siano state travisate e quanto invece risultino nette le affermazioni sull'assoluta trasparenza di tutte le operazioni esaminate.
Relativamente alla consulenza chiesta dalla Procura, due esperti di cose mafiose come gli autori dell'articolo dovrebbero ben sapere che cosa accadde dopo la sentenza citata. Visto che loro non lo raccontano, lo raccontiamo noi. Chiamato in causa dalla Fininvest, secondo la quale nella sua consulenza era arrivato a conclusioni errate per grave negligenza, il dottor Giuffrida ha sottoscritto la seguente affermazione: "All'esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni ... e della relativa documentazione già disponibile, (il dottor Giuffrida ndr) riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento, ed inoltre che le ... operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest" (il testo integrale dell'atto di transazione è dal 27 luglio 2007 a disposizione sul nostro sito, www.fininvest.it). Tradotto dal linguaggio tecnico, a noi, e non solo a noi, pare che il concetto sia chiaro: nessuna zona d'ombra.
Ma l'articolo odierno ha un altro "punto forte", il libro di Paolo Madron "Le gesta del Cavaliere" (1994). Repubblica, intercalando abilmente frasi prese dal libro con allusioni e ammiccamenti, lo utilizza per arrivare all'enormità, a insinuare addirittura - nemmeno troppo velatamente - che una quota della Fininvest sia in mano alla mafia. Basta però leggere il libro di Madron per rendersi conto che in quelle pagine non esiste alcun tipo di riferimento diretto o indiretto, allusione, evocazione, nulla di nulla che possa in qualche modo far pensare a qualsivoglia collegamento con capitali mafiosi.
Questi sono fatti, sono documenti, non sono inaccettabili insinuazioni. Di quelle dovrà essere reso conto nelle aule di giustizia.
Franco Currò
(Direttore Comunicazione Fininvest)
Egregio Direttore,
La presidente della Fininvest Marina Berlusconi - annunciando la decisione di procedere per le vie legali - ha già anche espresso il giudizio sull'operazione diffamatoria organizzata dalla Repubblica nei confronti di un grande gruppo imprenditoriale come il nostro per colpire il suo fondatore. Non ci sarebbe altro da aggiungere. Tuttavia, nell'articolo "Quelle nebbie misteriose sulle origini della Fininvest", la Repubblica torna sul tema con alcuni elementi su cui non è possibile tacere. Vediamo i principali.
Il pezzo forte dell'articolo sembra essere la ricostruzione degli apporti finanziari alle origini del gruppo Fininvest, affidata dalla Procura di Palermo al funzionario della Banca d'Italia Francesco Giuffrida. I due giornalisti citano la sentenza del Tribunale palermitano secondo cui né il consulente della Procura né quello della difesa sono riusciti "a risalire in termini di assoluta certezza e chiarezza all'origine, qualunque essa fosse, lecita o illecita, dei flussi di denaro investititi nella creazione delle holding Fininvest". Ma è proprio così? Per quanto riguarda il consulente della difesa, i verbali delle udienze sono a disposizione: è sufficiente leggerli per valutare come alcune sue dichiarazioni siano state travisate e quanto invece risultino nette le affermazioni sull'assoluta trasparenza di tutte le operazioni esaminate.
Relativamente alla consulenza chiesta dalla Procura, due esperti di cose mafiose come gli autori dell'articolo dovrebbero ben sapere che cosa accadde dopo la sentenza citata. Visto che loro non lo raccontano, lo raccontiamo noi. Chiamato in causa dalla Fininvest, secondo la quale nella sua consulenza era arrivato a conclusioni errate per grave negligenza, il dottor Giuffrida ha sottoscritto la seguente affermazione: "All'esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni ... e della relativa documentazione già disponibile, (il dottor Giuffrida ndr) riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento, ed inoltre che le ... operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest" (il testo integrale dell'atto di transazione è dal 27 luglio 2007 a disposizione sul nostro sito, www.fininvest.it). Tradotto dal linguaggio tecnico, a noi, e non solo a noi, pare che il concetto sia chiaro: nessuna zona d'ombra.
Ma l'articolo odierno ha un altro "punto forte", il libro di Paolo Madron "Le gesta del Cavaliere" (1994). Repubblica, intercalando abilmente frasi prese dal libro con allusioni e ammiccamenti, lo utilizza per arrivare all'enormità, a insinuare addirittura - nemmeno troppo velatamente - che una quota della Fininvest sia in mano alla mafia. Basta però leggere il libro di Madron per rendersi conto che in quelle pagine non esiste alcun tipo di riferimento diretto o indiretto, allusione, evocazione, nulla di nulla che possa in qualche modo far pensare a qualsivoglia collegamento con capitali mafiosi.
Questi sono fatti, sono documenti, non sono inaccettabili insinuazioni. Di quelle dovrà essere reso conto nelle aule di giustizia.
Franco Currò
(Direttore Comunicazione Fininvest)
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