I carabinieri che ricattavano Piero Marrazzo avrebbero compiuto altre rapine. A confermare il sospetto degli investigatori del Ros è stato Natalie, 37 anni, il transessuale filmato in compagnia del governatore. Durante i suoi due interrogatori della scorsa settimana ha riferito nomi e circostanze. Questa parte della sua deposizione è stata coperta da omissis, probabilmente per nascondere il nome dei clienti presenti durante le irruzioni. Dieci giorni dopo la scoperta dell’esistenza del video utilizzato per tenere sotto pressione il presidente della Regione Lazio, si rafforza l’ipotesi che altri incontri possano essere stati «ripresi». E dunque che anche ad altre persone possano essere stati chiesti soldi in cambio del silenzio.
Ci sono diversi brani del verbale che i pubblici ministeri hanno «omissato». L’attendibilità di Natalie — all’anagrafe José Alexandre Vidal Silva — è confermata dalla scelta dei magistrati di concedere un permesso di soggiorno a fini di giustizia. E questo fa ritenere che abbia fornito elementi preziosi per verificare quanto ampio fosse il «giro» dei militari in servizio presso la Compagnia Trionfale, tuttora rinchiusi in una sezione speciale del carcere di Rebibbia. «Sono molto noti nell’ambiente dei trans — ha affermato il transessuale — perché soliti entrare nelle case e rubare tutti i soldi e gli oggetti di valore. A una mia amica transessuale di nome Raquel che abita in Due Ponti 150, da quanto da lei riferitomi, hanno rapinato 1.600 euro in contanti, un computer e tanti profumi di marca».
Natalie tornerà al palazzo di giustizia nei prossimi giorni, ma prima — domani pomeriggio — il pubblico ministero ascolterà Nicola Testini, Luciano Simeone e Carlo Tagliente, accusati di estorsione e altri reati. Nessuna richiesta è stata presentata per Antonio Tamburrino, accusato soltanto della ricettazione del filmato, e questo — sottolinea il suo legale Mario Griffo — «conferma come le posizione processuali siano molto diverse». In vista dell’udienza del Tribunale del Riesame fissata per mercoledì, il magistrato ha deciso di ascoltare nuovamente Marrazzo, forse addirittura già oggi.
Sono ancora troppe le contraddizioni e le omissioni che emergono da una lettura comparata dei verbali riempiti dai protagonisti di questa vicenda. E quelle più evidenti riguardano proprio la ricostruzione fornita dal governatore e quella di Natalie, anche su dettagli apparentemente banali, quasi accreditando la possibilità che in realtà siano stati due gli incontri filmati.
Nel primo interrogatorio il transessuale sostiene che l’irruzione dei carabinieri avviene a giugno, Marrazzo parla degli inizi di luglio. Secondo Natalie era pomeriggio, il governatore dice invece «le prime ore della mattina » .
L’ex presidente della Regione dovrà poi precisare quanti soldi abbia davvero versato ai carabinieri (finora ha detto che furono portati via 2.000 euro suoi e 3.000 di Natalie) e, soprattutto, se quella mazzetta di banconote che si vede nel filmino fosse il prezzo del ricatto. «Erano almeno 15.000 euro», ha raccontato agli investigatori del Ros Max Scarfone, il fotografo che fece da intermediario per vendere il filmato. «Erano certamente tanti, molto più di 5.000. Una «pila» alta: sotto quelli da cinquecento euro e poi quelli da cento, fino ad arrivare a quelli da cinquanta e da dieci», ha aggiunto Giangavino Sulas, il giornalista di Oggi che ha potuto vedere il video. Ma soprattutto dovrà dire se è vero che dopo l’irruzione chiese a Natalie di raggiungerlo a casa — come ha raccontato il transessuale — e, in caso affermativo, per quale ragione.
Ancora tutti da chiarire anche i rapporti tra i carabinieri arrestati e Gianguarino Cafasso, lo spacciatore morto qualche settimana fa, che per primo aveva tentato di vendere il video. I militari sostengono che fu proprio lui a filmare Marrazzo, ma i magistrati ritengono questa versione «non credibile», anche se proseguono gli accertamenti per capire quale sia stato il suo ruolo effettivo.
Fiorenza Sarzanini
02 novembre 2009
Ci sono diversi brani del verbale che i pubblici ministeri hanno «omissato». L’attendibilità di Natalie — all’anagrafe José Alexandre Vidal Silva — è confermata dalla scelta dei magistrati di concedere un permesso di soggiorno a fini di giustizia. E questo fa ritenere che abbia fornito elementi preziosi per verificare quanto ampio fosse il «giro» dei militari in servizio presso la Compagnia Trionfale, tuttora rinchiusi in una sezione speciale del carcere di Rebibbia. «Sono molto noti nell’ambiente dei trans — ha affermato il transessuale — perché soliti entrare nelle case e rubare tutti i soldi e gli oggetti di valore. A una mia amica transessuale di nome Raquel che abita in Due Ponti 150, da quanto da lei riferitomi, hanno rapinato 1.600 euro in contanti, un computer e tanti profumi di marca».
Natalie tornerà al palazzo di giustizia nei prossimi giorni, ma prima — domani pomeriggio — il pubblico ministero ascolterà Nicola Testini, Luciano Simeone e Carlo Tagliente, accusati di estorsione e altri reati. Nessuna richiesta è stata presentata per Antonio Tamburrino, accusato soltanto della ricettazione del filmato, e questo — sottolinea il suo legale Mario Griffo — «conferma come le posizione processuali siano molto diverse». In vista dell’udienza del Tribunale del Riesame fissata per mercoledì, il magistrato ha deciso di ascoltare nuovamente Marrazzo, forse addirittura già oggi.
Sono ancora troppe le contraddizioni e le omissioni che emergono da una lettura comparata dei verbali riempiti dai protagonisti di questa vicenda. E quelle più evidenti riguardano proprio la ricostruzione fornita dal governatore e quella di Natalie, anche su dettagli apparentemente banali, quasi accreditando la possibilità che in realtà siano stati due gli incontri filmati.
Nel primo interrogatorio il transessuale sostiene che l’irruzione dei carabinieri avviene a giugno, Marrazzo parla degli inizi di luglio. Secondo Natalie era pomeriggio, il governatore dice invece «le prime ore della mattina » .
L’ex presidente della Regione dovrà poi precisare quanti soldi abbia davvero versato ai carabinieri (finora ha detto che furono portati via 2.000 euro suoi e 3.000 di Natalie) e, soprattutto, se quella mazzetta di banconote che si vede nel filmino fosse il prezzo del ricatto. «Erano almeno 15.000 euro», ha raccontato agli investigatori del Ros Max Scarfone, il fotografo che fece da intermediario per vendere il filmato. «Erano certamente tanti, molto più di 5.000. Una «pila» alta: sotto quelli da cinquecento euro e poi quelli da cento, fino ad arrivare a quelli da cinquanta e da dieci», ha aggiunto Giangavino Sulas, il giornalista di Oggi che ha potuto vedere il video. Ma soprattutto dovrà dire se è vero che dopo l’irruzione chiese a Natalie di raggiungerlo a casa — come ha raccontato il transessuale — e, in caso affermativo, per quale ragione.
Ancora tutti da chiarire anche i rapporti tra i carabinieri arrestati e Gianguarino Cafasso, lo spacciatore morto qualche settimana fa, che per primo aveva tentato di vendere il video. I militari sostengono che fu proprio lui a filmare Marrazzo, ma i magistrati ritengono questa versione «non credibile», anche se proseguono gli accertamenti per capire quale sia stato il suo ruolo effettivo.
Fiorenza Sarzanini
02 novembre 2009
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