lunedì 23 novembre 2009

Processo breve, l'Anm: "Stop al 50%"


Nuovo duello tra Alfano e magistratura sul processo breve. Con il disegno di legge sul processo breve, sarà prescritto il 50% dei procedimenti pendenti a Roma, Bologna e Torino; mentre a Firenze, Napoli e Palermo, l'estinzione riguarderà una percentuale di procedimenti compresa tra il 20 e il 30 per cento. Questa la stima dell'Associazione nazionale magistrati, in replica alla affermazioni di questa mattina del ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Una stima contestata, di nuovo, in serata, dal ministro: "Ma stiamo scherzando? Invito l'Anm a "non giocare con le parole e neanche con i numeri, e dunque a chiarire bene i termini della questione".

A stretto giro la replica dell'Associazione nazionale delle toghe: "Si tratta - spiega il segretario Giuseppe Cascini - di un'analisi a campione fatta nei principali distretti del Paese e che tiene conto dei contenuti del disegno di legge e della prevedibile durata dei dibattimenti".

La giornata. Il Guardasigilli aveva dichiarato in mattinata che tanto il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, sia l'Associazione Nazionale Magistrati ''non riescono a contraddirmi nel merito''. ''Dei procedimenti penali ho parlato dell'1% - aveva spiegato Alfano a margine di un convegno alla Bocconi di Milano - ma sia Spataro che l'Anm continuano ad attaccare questo dato senza fornirne uno alternativo'': il che "dimostra che non hanno un numero alternativo da offrire e che non riescono a contraddirmi nel merito''.

Alfano si era soffermato sulle cifre pubblicate da alcuni giornali che ''hanno parlato nei giorni scorsi di 600.000 procedimenti che andrebbero prescritti, altri giornali hanno parlato di 100.000. Nonostante si tratti dell'Unità e Repubblica - ha concluso Alfano - i magistrati non li prendono come fonte perché si rendono conto che sono dati fallaci''. E aveva anche fatto notare che le inchieste su Silvio Berlusconi erano partite dal 1994, anno del suo ingresso in politica.

Qualche ora dopo, nel pomeriggio, l'Anm ha dunque fornito dati che smentiscono il ministro. Esprimendo anche - attraverso il presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini - "solidarietà ai colleghi Ingroia e Spataro oggetto di violenti e strumentali attacchi da parte di organi di stampa e di taluni esponenti politici. Destano preoccupazione i toni aspri, che finiscono per strumentalizzare il fisiologico esercizio del diritto di manifestazione del pensiero".

"Ora ci aspettiamo - è la conclusione dell'Anm - una discussione serena ma informata, che si estenda anche alla legge finanziaria e alle residue possibilità di prevedere risorse e stanziamenti adeguati al rilancio della giustizia".

(23 novembre 2009)

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