lunedì 23 novembre 2009

Spataro boccia il «mini-Lodo» di Casini


La proposta lanciata dalle pagine del Corriere della Sera dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, di una legge ponte sul legittimo impedimento - ovvero una sorta di mini-lodo che tuteli il premier da guai giudiziari ma eviti di «sfasciare» la giustizia con il ddl sul processo breve - tiene banco nel dibattito politico. Alle aperture del centrodestra fa eco la netta contrarietà della sinistra extraparlamentare (il Pdci la definisce «indecente» e parla di «una toppa inaccettabile, un salvacondotto incivile»). Ma a creare tensioni è la presa di posizione di Armando Spataro, procuratore aggiunto di Milano, secondo cui un provvedimento del genere «non è compatibile con il principio dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge».

«NIENTE ESCAMOTAGE» - Spataro è intervenuto su Rai3 alla trasmissione «In mezz'ora» di Lucia Annunziata e ha ricordato che «la Corte Costituzione l'ha già detto: noi non abbiamo bisogno di escamotage». «Il problema - ha aggiunto - è quello che anche il presidente Napolitano ha evidenziato in più di un intervento: basta con le riforme dettate da esigenze contingenti e dalla necessità di poche persone». Spataro ha anche parlato dei rapporti tra magistratura e politica, spiegando che a suo parere con il tempo sono migliorati (e citando tra gli esempi positivi alcune dichiarazioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini), ma che «questo non appare perchè c'è un gruppo di politici che, dopo il Lodo Alfano, bocciato dalla Consulta, con tutto quello che ne è scaturito a carico della Corte e del Capo dello Stato, mette sul tappeto immediatamente un'idea del processo breve che breve non sarà e che non serve a nulla».

«CIRCO MEDIATICO-GIUDIZIARIO» - Contro Spataro e la magistratura ha tuonato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: «Dopo Ingroia a Annozero adesso Spataro a In mezz'ora. Tutti i conti tornano, sia dal punto di vista televisivo sia da quello giudiziario. È in pieno svolgimento l'offensiva del circo mediatico-giudiziario». Spataro, ha detto in particolare Cicchitto, «è intervenuto su tutte le cose giudiziariamente e politicamente più significative, ha attaccato due ministri della Repubblica (il ministro della giustizia Alfano e il ministro dell'Interno Maroni) e ha contestato l'apposizione del segreto di Stato. C'è ancora qualcuno che ha la faccia tosta di parlare di attentato alla libertà di stampa da parte del governo quando i principali talk-show della televisione pubblica sono usati per dare parola non solo ai politici, ma anche a quel ridotto nucleo di magistrati che sono i protagonisti di questa offensiva contro gli equilibri politici stabiliti dagli elettori». E l'on. Osvaldo Napoli, sempre del Pdl, parla di una «invasione di campo» da parte del magistrato invocando un intervento del Csm nei suoi confronti.

«ANDIAMO AVANTI» -Maurizio Gasparri, che guida invece i senatori del Pdl e che è tra i firmatari della proposta sul processo breve, non sembra invece voler dare molto peso alla proposta di Casini, o quanto meno fa capire che la maggioranza non è interessata a rinunciare alle norme sul processo breve, il cui iter dovrebbe prendere il via martedì: «C’è la legge Gasparri-Quagliariello per prima cosa, poi discutiamo se fare una legge costituzionale sul lodo Alfano. Al momento non abbiamo altre cose da presentare, non esistono allo stato altre ipotesi. Non conosco la proposta dell’Udc, se la presentano saremo in grado di valutarla. Vedo che Casini prende atto della persecuzione giudiziaria contro Berlusconi e questo mi fa piacere». Anche Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati pidiellini, rivendica «il diritto di procedere intanto con il processo breve, anche se non piace all’opposizione e al pm Spataro"

22 novembre 2009

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