Il Cdr del Tg1, in un comunicato, critica l'editoriale che il direttore della testata, Augusto Minzolini, ha dedicato nell'edizione delle 20 di lunedì al tema della giustizia. «Anche questa volta non siamo d'accordo -si legge nella nota del Cdr -. Anche questa volta il direttore ha schierato il Tg1 attraverso un editoriale sul contestato tema della riforma della giustizia sposando esplicitamente le posizioni della maggioranza di governo. Tanto più che - il caso Cosentino insegna - le norme sull'immunità parlamentare non sono state affatto abrogate per tutti i reati connessi all'esercizio delle funzioni politiche. Senza nulla togliere al diritto del direttore Minzolini di esprimere il suo pensiero, ci preoccupa la caratterizzazione politica che la direzione sta imprimendo al Tg1. Uno strappo -conclude il Cdr - che contrasta con il ruolo di giornale istituzionale e non governativo caro a tutta la redazione, un ruolo che questo Cdr continuerà a difendere».
IL POLO FA QUADRATO - A difesa del direttore si schiera compattamente il centrodestra. Il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, ritiene che l'editoriale contestato sia «compatibile con il servizio pubblico e con il suo ruolo di responsabile del Tg1». «Penso che il direttore del Tg1 - ha detto Romani a margine di una conferenza stampa Rai sul digitale terrestre, a sei giorni dallo switch off di Roma - abbia la possibilità di fare editoriali. Il fatto che i cittadini possano vedere in faccia il direttore del Tg più seguito dagli italiani e che egli stesso, con la cautela e il garbo istituzionale che ha usato ieri, esprima un'opinione su uno dei fatti più rilevanti, è compatibile con il servizio pubblico e con il fatto che diriga il suo Tg». Il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, ritiene che «la sinistra lo vuole imbavagliare» e sulla stessa linea è il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: «La reazione immediata e virulenta, a più voci, della sinistra csvela la voglia di censura che abita nelle stanze dell'opposizione». L'intervento di Minzolini non è dispiaciuto neppure alla Lega: «Che l'aria al Tg1 fosse cambiata era evidente da tempo - è il commento di Davide Caparini-, l'editoriale del direttore è una boccata di ossigeno e di giornalismo libero, coraggioso ed indipendente. Continui così».
I VERTICI RAI - Critico invece il presidente del Cda Rai, Paolo Garimberti: «Ho già detto a suo tempo quello che penso degli editoriali nei telegiornali. Mi pare che 'ripetita... non iuvant'». Giusto l’editoriale, ma quello del direttore del Tg1 Augusto Minzolini non rispetta il pluralismo di un servizio pubblico dice poi il presidente della commissione parlamentare di Vigilanza, Sergio Zavoli. «L’editoriale, di per sé, non è escluso dai Tg per manifesta incompatibilità con la natura di un pubblico servizio: ciò che genera un diffuso dissenso - sottolinea - è la manifestazione unilaterale di una tesi al di fuori del pluralismo, che l’informazione della Rai è tenuta a rispettare. A meno che non si voglia intendere il pluralismo come, lo vado dicendo da tempo, una sequela o una somma di parzialità, e non il confronto contestuale di più opinioni».
SOLIDARIETÀ A INGROIA - Intanto la Giunta distrettuale palermitana dell'Associazione Nazionale Magistrati a proposito delle critiche espresse dal direttore del Tg1 Augusto Minzolini nei confronti delle dichiarazioni rese da Ingroia in un convegno organizzato da Idv esprime piena solidarietà al giudice: «Ancora una volta, nonostante il recente invito del Capo dello Stato ad un confronto tra politica e magistratura caratterizzato da "rigore e misura", e dopo la vicenda Mesiano, si assiste all'ennesimo violento attacco, portato avanti da esponenti istituzionali e testate giornalistiche di rilievo nazionale, nei confronti di un magistrato: in particolare nei riguardi del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia». «Il travisamento di sue dichiarazioni, rese in occasioni di convegni pubblici, - prosegue la nota dell'Anm distrettuale - lo addita come persecutore di intenti politici, di fatto così delegittimandolo ed esponendolo a rischio di isolamento. Ciò appare ancora più grave in relazione alle sue delicatissime funzioni e alle altrettanto delicate e rischiose indagini che sta conducendo». «Al fine di evitare tale isolamento - conclude il documento - la Giunta distrettuale dell'Anm di Palermo esprime al collega piena e convinta solidarietà e vicinanza».
10 novembre 2009
IL POLO FA QUADRATO - A difesa del direttore si schiera compattamente il centrodestra. Il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, ritiene che l'editoriale contestato sia «compatibile con il servizio pubblico e con il suo ruolo di responsabile del Tg1». «Penso che il direttore del Tg1 - ha detto Romani a margine di una conferenza stampa Rai sul digitale terrestre, a sei giorni dallo switch off di Roma - abbia la possibilità di fare editoriali. Il fatto che i cittadini possano vedere in faccia il direttore del Tg più seguito dagli italiani e che egli stesso, con la cautela e il garbo istituzionale che ha usato ieri, esprima un'opinione su uno dei fatti più rilevanti, è compatibile con il servizio pubblico e con il fatto che diriga il suo Tg». Il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, ritiene che «la sinistra lo vuole imbavagliare» e sulla stessa linea è il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: «La reazione immediata e virulenta, a più voci, della sinistra csvela la voglia di censura che abita nelle stanze dell'opposizione». L'intervento di Minzolini non è dispiaciuto neppure alla Lega: «Che l'aria al Tg1 fosse cambiata era evidente da tempo - è il commento di Davide Caparini-, l'editoriale del direttore è una boccata di ossigeno e di giornalismo libero, coraggioso ed indipendente. Continui così».
I VERTICI RAI - Critico invece il presidente del Cda Rai, Paolo Garimberti: «Ho già detto a suo tempo quello che penso degli editoriali nei telegiornali. Mi pare che 'ripetita... non iuvant'». Giusto l’editoriale, ma quello del direttore del Tg1 Augusto Minzolini non rispetta il pluralismo di un servizio pubblico dice poi il presidente della commissione parlamentare di Vigilanza, Sergio Zavoli. «L’editoriale, di per sé, non è escluso dai Tg per manifesta incompatibilità con la natura di un pubblico servizio: ciò che genera un diffuso dissenso - sottolinea - è la manifestazione unilaterale di una tesi al di fuori del pluralismo, che l’informazione della Rai è tenuta a rispettare. A meno che non si voglia intendere il pluralismo come, lo vado dicendo da tempo, una sequela o una somma di parzialità, e non il confronto contestuale di più opinioni».
SOLIDARIETÀ A INGROIA - Intanto la Giunta distrettuale palermitana dell'Associazione Nazionale Magistrati a proposito delle critiche espresse dal direttore del Tg1 Augusto Minzolini nei confronti delle dichiarazioni rese da Ingroia in un convegno organizzato da Idv esprime piena solidarietà al giudice: «Ancora una volta, nonostante il recente invito del Capo dello Stato ad un confronto tra politica e magistratura caratterizzato da "rigore e misura", e dopo la vicenda Mesiano, si assiste all'ennesimo violento attacco, portato avanti da esponenti istituzionali e testate giornalistiche di rilievo nazionale, nei confronti di un magistrato: in particolare nei riguardi del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia». «Il travisamento di sue dichiarazioni, rese in occasioni di convegni pubblici, - prosegue la nota dell'Anm distrettuale - lo addita come persecutore di intenti politici, di fatto così delegittimandolo ed esponendolo a rischio di isolamento. Ciò appare ancora più grave in relazione alle sue delicatissime funzioni e alle altrettanto delicate e rischiose indagini che sta conducendo». «Al fine di evitare tale isolamento - conclude il documento - la Giunta distrettuale dell'Anm di Palermo esprime al collega piena e convinta solidarietà e vicinanza».
10 novembre 2009
1 commento:
PERO' L'ASPETTO DEL KILLER CE L'HA.
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