sabato 14 novembre 2009

Vendola: “Asl, pressioni dalla massoneria”


INCHIESTA SULLA SANITÀ, INTERCETTAZIONE DEL GOVERNATORE SULLE NOMINE
di Antonio Massari


C’erano le pressioni della “massoneria” sulla sanità pugliese per la nomina di alcuni primari. È Vendola a parlarne - ma non è chiaro se si trattasse di un riferimento specifico o di una illazione - nel 2008, quando viene intercettato mentre discute con l’ex assessore Alberto Tedesco della posizione di un medico barese che insegna ad Harvard. E anche su questo la procura di Bari, che indaga sulla “malasanità”, ha cercato di fare chiarezza in questi ultimi mesi. Un’inchiesta che rischia di travolgere il presidente Nichi Vendola: pochi giorni fa è stata depositata in procura un’informativa dei carabinieri: secondo l’Arma, per il governatore pugliese, sarebbe ipotizzabile il reato di “tentata concussione”. Vendola, per il momento, non risulta indagato. Nei giorni scorsi ha sostenuto che, da questa vicenda giudiziaria, ne uscirà “rafforzato” e più “sereno”. Secondo i carabinieri, però, avrebbe “imposto”, ai direttori generali delle Asl e di differenti presidi ospedalieri pugliesi – proprio nel maggio 2008 – le nomine di direttori amministrativi e sanitari, nonché di primari. E lo spunto investigativo sulla “massoneria” nasce proprio da un’intercettazione, tra Vendola e Tedesco, sulla mancata nomina d’un primario all’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti. La telefonata risale alla primavera del 2008, il periodo indicato dai carabinieri nell’informativa, e il primario in questione è Giancarlo Logroscino, esperto di epidemiologia, docente alla Harvard School di Boston. Logroscino però non riesce a ottenere la nomina al “Miulli”, nonostante sia un professionista stimato, vanti numerosi titoli accademici, e Vendola ne discute con Tedesco. Quest’ultimo si lamenta delle pressioni ricevute, da tempo, sul nominativo del medico. Vendola cerca d’informarsi. Pare convinto che la mancata nomina di Logroscino sia dovuta proprio all’intervento di Tedesco: l’ex assessore gli avrebbe preferito un altro primario. Il governatore pugliese sostiene d’aver saputo che è stato Tedesco a far vincere un concorrente. La circostanza, però, viene negata: Tedesco argomenta l’esclusione di Logroscino con motivi prettamente professionali. Da lui nessuna pressione. Tuttavia, dice d’aver comunque risolto il problema e spiega che Logroscino potrà prendere posto in un altro ospedale, dove potrà occuparsi della Sla. Dal tenore della conversazione, però, emerge che Tedesco ha sopportato molte, troppe pressioni sulla nomina del medico di Harvard. Pressioni poco gradite. Sia dall’ambiente politico, sia da quello sanitario, ed è a quel punto che Vendola rivela: dice d’aver saputo che s’è mossa anche la massoneria. Una frase che ha alimentato molti sospetti in procura: su questa telefonata, già a luglio, Vendola fu chiamato a dare spiegazioni dalla pm Desirèe Digeronimo. Il colloquio durò circa quattro ore. Al momento, l’inchiesta condotta dalla pm barese, e dai carabinieri del Ros, conta 15 indagati, tra i quali Tedesco, con accuse che variano dall’associazione per delinquere alla corruzione, concussione, falso, truffa, illecito finanziamento ai partiti e voto di scambio. Smentite, infine, le voci di uno “scontro” tra il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, e la pm Digeronimo, dopo la pubblicazione da parte di Libero degli stralci dell’informativa dei carabinieri. Laudati s’era detto immediatamente “rammaricato” per l’episodio. Qualcuno aveva ipotizzato persino la revoca dell’inchiesta al pm. La smentita è netta: l’indagine continuerà a essere affidata al pm Digeronimo”, ha detto ieri Laudati, “non ho alcuna intenzione di toglierle la delega”.

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