Tra i provvedimenti che stanno suscitando più polemiche nella Finanziaria 2010 in discussione alla Camera c’è il ricorso ai Tfr dell’Inps per finanziare la manovra: 3,1 miliardi di euro che rappresentano il 33,5 per cento delle coperture delle spese previste. Si tratta delle liquidazioni (i trattamenti di fine rapporto) di lavoratori di aziende con più di 50 dipendenti che, quando c’è stata la riforma del 2007, non li hanno destinati ai fondi di categoria e non hanno chiesto che venissero lasciati in azienda. “Nessuna novità sostanziale, nessun problema per i lavoratori”, dice il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. La Cgil, il Partito democratico e l’Italia dei valori protestano.
Abbiamo chiesto il parere di Maria Cecilia Guerra, docente di Scienze delle finanze all’Università di Modena e Reggio Emilia, oltre che economista del sito lavo-ce.info.
Professoressa Guerra, i lavoratori che hanno il tfr all’Inps devono preoccuparsi?
Un po’ sì. Mentre prima della riforma del 2007 il tfr rimaneva a disposizione delle imprese, come un prestito forzoso, ora quello delle imprese con più di 50 dipendenti viene affidato in gestione all’Inps che resta il soggetto responsabile del debito definitivo.
Quindi, se l’Inps resta responsabile ma il governo spende i soldi, è come se il debito si trasferisse dall’Inps allo Stato?
Credo che definirlo un indebitamento mascherato sia un’analisi corretta. Come tutti gli interventi su welfare e pensioni ha un costo che viene differito nel tempo: questo governo spende, ma sarà un altro, magari tra quindici anni, a pagare il conto. Succede lo stesso con le agevolazioni fiscali per i fondi pensione il cui costo verrà pagato in futuro.
Il vero rischio sembra dunque che lo Stato si trovi senza soldi quando dovrà pagare il debito.
La differenza la fa il modo in cui le risorse, in questo caso i tfr presi dall’Inps, vengono impiegate. Si possono investire in modo produttivo, preservando o forse aumentando il loro valore, oppure spendere per finanziare, per esempio, una missione in Afghanistan. Nel secondo caso il governo potrebbe precludersi la possibilità di ripagare il dovuto. E comunque sarà un governo diverso da questo a doversi confrontare con il problema.
Nel complesso che impressione le fa questa Finanziaria?
Doveva essere una manovra leggera e alla fine non lo è, visto che vale ormai quasi nove miliardi. Non tutti i provvedimenti sono da criticare, ci sono diverse cose che si salvano come gli interventi sugli ammortizzatori. Il problema è che non ci sono scelte caratterizzanti, si percepisce la mancanza di un progetto, non ci sono punti su cui il governo metta la faccia facendo scelte nette.
(Ste. Fel.)
Abbiamo chiesto il parere di Maria Cecilia Guerra, docente di Scienze delle finanze all’Università di Modena e Reggio Emilia, oltre che economista del sito lavo-ce.info.
Professoressa Guerra, i lavoratori che hanno il tfr all’Inps devono preoccuparsi?
Un po’ sì. Mentre prima della riforma del 2007 il tfr rimaneva a disposizione delle imprese, come un prestito forzoso, ora quello delle imprese con più di 50 dipendenti viene affidato in gestione all’Inps che resta il soggetto responsabile del debito definitivo.
Quindi, se l’Inps resta responsabile ma il governo spende i soldi, è come se il debito si trasferisse dall’Inps allo Stato?
Credo che definirlo un indebitamento mascherato sia un’analisi corretta. Come tutti gli interventi su welfare e pensioni ha un costo che viene differito nel tempo: questo governo spende, ma sarà un altro, magari tra quindici anni, a pagare il conto. Succede lo stesso con le agevolazioni fiscali per i fondi pensione il cui costo verrà pagato in futuro.
Il vero rischio sembra dunque che lo Stato si trovi senza soldi quando dovrà pagare il debito.
La differenza la fa il modo in cui le risorse, in questo caso i tfr presi dall’Inps, vengono impiegate. Si possono investire in modo produttivo, preservando o forse aumentando il loro valore, oppure spendere per finanziare, per esempio, una missione in Afghanistan. Nel secondo caso il governo potrebbe precludersi la possibilità di ripagare il dovuto. E comunque sarà un governo diverso da questo a doversi confrontare con il problema.
Nel complesso che impressione le fa questa Finanziaria?
Doveva essere una manovra leggera e alla fine non lo è, visto che vale ormai quasi nove miliardi. Non tutti i provvedimenti sono da criticare, ci sono diverse cose che si salvano come gli interventi sugli ammortizzatori. Il problema è che non ci sono scelte caratterizzanti, si percepisce la mancanza di un progetto, non ci sono punti su cui il governo metta la faccia facendo scelte nette.
(Ste. Fel.)
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