D’Alema pronto all’ok per il segretario regionale Blasi
di Enrico Fierro
di Enrico Fierro
In Puglia decideranno alla vigilia di Natale. Solo allora pastori e Re Magi del presepe saranno al loro posto e il Pd dirà chi è il candidato alla carica di governatore. Per il momento l'unico dato certo scaturito ieri dalla riunione “informale” dei big del partito è che di primarie non si parla proprio. Non ci sono i tempi tecnici, è la spiegazione ufficiale. Quella vera è che in molti le ritengono un bagno di sangue da evitare con ogni mezzo. Sarà quindi l'Assemblea regionale a decidere il nome del candidato. Nichi Vendola? Forse. Sicuramente no. Grande è la confusione sotto il cielo di Bari. Ieri Massimo D’Alema, da semplice deputato pugliese, si è presentato all’incontro con un sondaggio. “Con Nichi e senza l’Udc perdiamo di sicuro. Con un altro candidato e con il partito di Casini in coalizione siamo oltre il 54%”. Quindi... ”Decideremo nei prossimi giorni”, dice Sergio Blasi, dalemiano e segretario regionale del partito. “La nostra opzione politica principale è l'alleanza meridionalista”. Un'alleanza che vada dal movimento di Vendola all’ Idv, passando per l'Udc ed arrivando a “Io Sud”, il partito di Adriana Poli Bortone? Ma l'Udc non vuole Vendola. Rocco Buttiglione è stato chiaro: “Non appoggeremo Nichi neppure se esce vittorioso dalle primarie”. Blasi, imbarazzato, la prende da lontano: “Da parte nostra non c'è ostilità nei confronti di Nichi, noi siamo parte del governo regionale, con le sue luci e le sue ombre, ma è chiaro che la nostra opzione principale è quella di vincere. Valuteremo se ci sono le condizioni per una candidatura di Vendola. Ma noi dobbiamo costruire una alleanza larga, questo è l'obiettivo. Per raggiungerlo dobbiamo rimuovere tutti gli ostacoli”. Anche Vendola? “Non mi faccia dire altro, io ho il dovere di tenere in conto il bene del partito”. Intanto Nichi il rosso non molla. È candidato, la sua “Fabbrica” produce idee e manifesti. Quello che su sfondo rosso invita a difendere “la Puglia migliore”, non è piaciuto a molti ras del Partito democratico. Volano stracci. “Ci stiamo ammazzando”, ha detto nei giorni scorsi Michele Emiliano, il sindaco di Bari, fino a poche ore fa candidato alla successione di Vendola. Poi, però, ieri ha sparato il colpo di grazia a Nichi. “Non sono candidato, continuerò a fare il sindaco di Bari. E poi non tocca a me tentare di salvare amministrazioni che hanno funzionato molto meno bene di questa”. E Vendola? Senza mai nominarlo il sindaco frantuma una amicizia che sembrava granitica: “C'è chi non merita neppure di essere salvato”. “Il Pd tirerà fuori un nome nelle prossime 48 ore – osserva Nicola Fratoianni, uno degli uomini più vicini a Vendola - ma nella base del partito e nei gruppi dirigenti, Nichi va fortissimo, non dimentichiamo che alle regionali si vota in un turno solo e c'è il voto disgiunto. Cinque anni fa Vendola prese 100 mila voti in più della coalizione. Ricordo che anche allora D’Alema girava con dei sondaggi che davano vincente l'industriale Divella e Nichi sotto del 12%”. Anche Gero Grassi, parlamentare democratico ed ex Margherita, non ha dubbi: “Senza Vendola comunque non si vince. E l'unico che può tranquillizzare Casini sulla ricandidatura di Nichi è D'Alema, solo lui può farlo”. La palla passa quindi al lider Maximo, che ha in serbo due opzioni. La prima è quella di andare fino in fondo nel no all'ex governatore e candidare Sergio Blasi, il segretario regionale del Pd, l'altra è bere il calice amaro della ricandidatura di Nichi e convincere Casini a non allearsi col centro-destra e andare da solo. Politicismi che però non cancellano una realtà amara: la Primavera pugliese è già morta, uccisa dagli scandali e da una lotta fratricida fra i protagonisti di quella stagione. “In Puglia si sta proiettando al contrario quel film che aveva condotto il centrosinistra a vincere a Bari e poi alla Regione, grazie alla miopia di un ceto politico che, fino a quando ha avuto il monopolio delle operazioni, ha saputo collezionare solo sconfitte”, si legge nell'appello per Vendola firmato da migliaia di pugliesi e da intellettuali come Franco Cassano, teorico del pensiero meridiano, il meridionalista Gianfranco Viesti, l'americanista Vito Amoruso e il sociologo del lavoro Franco Chiariello.
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