domenica 31 gennaio 2010

Il vortice polare che farà slittare la primavera fino ad aprile


Farà un freddo polare e non è tanto per dire. Perché le bordate di aria gelida che stanno per abbracciare l’Italia vengono proprio da lì: dai ghiacci monumentali del Polo Nord. Sarà così a febbraio e pure a marzo, per i tepori primaverili si dovrà aspettare aprile e non è una prospettiva che rallegri. Tanto più che non si tratta della previsione di un meteorologo (a volte pure loro sbagliano) ma di uno studio scientifico dell’Ibimet, l’istituto di Biometeorologia del Cnr, datato quattro giorni fa e controfirmato in sei: Messeri, Crisci, Meneguzzo, Pasqui, Piani e Primicerio. Il fenomeno da cui comincia tutto si chiama meteor strat warming, poiché prevede una fase di riscaldamento, ma il nome è ingannevole visto che l’effetto per noi sarà l’esatto contrario. In pratica gli studiosi hanno intercettato un’anomalia del vortice polare, quell’enorme mulinello d’aria che ruota intorno al Polo Artico in ogni stagione. Normalmente è vigoroso, in questo momento invece si è indebolito nella stratosfera, ovvero intorno agli 8/10mila metri.

Oltre a questo, accade che la temperatura della stratosfera sia salita all’improvviso e di parecchio (per sbalzi fino a 50 gradi si parla di major warming). Le due circostanze combinate provocheranno «blocchi della circolazione zonale» nella troposfera, che è quella parte di atmosfera da 0 metri in su, dove siamo noi. «Masse d’aria fredda di origine subpolare, che di solito toccano Siberia e Nord Europa, si spingeranno fino alle medie latitudini», spiega Massimiliano Pasqui dell’Ibimet. «E gli effetti sul clima si sentiranno per 60 giorni». Le «anomalie termiche negative » cominceranno la prossima settimana e ci lasceranno, se va bene, a fine marzo. Le folate gelide viaggiano da destra a sinistra. A rischio congelamento l’Europa dell’Est, specialmente Bulgaria, Romania, Ungheria e Polonia, che però ci sono più abituate. «Stavolta però il fenomeno toccherà anche la fascia mediterranea centrale», precisa Pasqui. «Italia e Grecia, meno la Spagna, al riparo Francia e Inghilterra». L’aria made in Polo non sarà imparziale. Le più colpite saranno le regioni del Nord Est e del Centro-Nord. A parte qualche rinfrescata in Puglia, il Centro-Sud se la caverà con lievi danni, poca cosa sarà per Campania, Sicilia e Calabria, in Sardegna non se ne accorgeranno nemmeno. Questo evento meteorologico è naturale: i danni ambientali stavolta non c’entrano. E non è raro.

«È già accaduto nel 1985, fu l’anno della neve a Roma e della minima a Firenze che arrivava a meno 23» , suggerisce l’esperto del Cnr. Un inverno freddissimo (esiste una voce specifica pure su Wikipedia) che viene ancora ricordato come quello della nevicata più imponente del XX secolo, lunga 72 ore. A Milano (tra il 14 e il 17 gennaio) caddero qualcosa come 80/120 centimetri di fiocchi. La città rimase bloccata per tre giorni. Inagibili autostrade e aeroporti, si sprecarono le interpellanze parlamentari. Venticinque anni dopo, ci risiamo. E Pasqui ha una sola consolazione da offrire: «Non saranno due mesi continui di gelo ininterrotto. Si verificheranno più episodi di freddo molto intenso. Ciascuna ondata potrà durare una, massimo due settimane». Il dato statistico parla di un grado in meno in media e sembra niente. Ma bisogna considerarlo rispetto alla temperatura mensile. Avverte Pasqui: «Significa che si potranno registrare minime giornaliere fino a 10 gradi in meno e quindi, in alcune località del Nord, si potranno sfiorare anche i meno 15». Che sono la temperatura media in Siberia nella stagione autunnale. Possibilità che quelli del Cnr-Ibimet si siano sbagliati: scarse. «Tra ieri e oggi il vortice polare si è già indebolito».

Giovanna Cavalli
31 gennaio 2010

1 commento:

vanda ha detto...

Che brutta notizia, sono stufa di questo freddo ciaoooooo