venerdì 8 gennaio 2010

RUTELLI RISPONDE A TELESE



Ho letto sul “Fatto” l’ennesimo articolo scritto con livore e odio nei miei confronti dal signor Luca Telese. Si tratta di un rimestìo di vecchia robaccia. Addirittura, alcuni brani attribuiti a mio padre risalenti al 1993 (quando era ammalato) che furono utilizzati per tentare di danneggiare in extremis la mia elezione a sindaco di Roma; frasi attribuite a Bossi contro il mio secondo figlio (adottivo).
Non intendo commentare, se non esprimere il mio disgusto verso questo metodo che si crede giornalistico.
Il signor Telese fu assunto come collaboratore da un assessore della mia Giunta al Comune di Roma; penso che svolgesse il suo lavoro in modo mediocre.
Si chiede, il Telese, perché “Il Giornale” mi rivolga, ogni tanto, degli apprezzamenti. É certo più titolato di me a rispondere, visto che per molti anni e fino a pochi mesi fa ha lavorato proprio lì, nel giornale di proprietà della famiglia Berlusconi.
Sono affari suoi, che passi dal giornale di Berlusconi a quello anti-Berlusconi.
Io sono e resto un parlamentare di opposizione, di cristallina onestà personale; mi onoro di avere iniziato a far politica con i Radicali; poi con i Verdi e con la Margherita.
Altri sono stati comunisti; poi, comunisti nel Pds, comunisti dei Ds e, purtroppo, nel Pd.
Alcuni sono passati direttamente dalla sinistra al berlusconismo; altri, dalla Dc al dipietrismo.
Ciascuno giudicherà.
Per parte mia, colgo da articoli come questo un senso di liberazione: verso il minoritarismo di chi coltiva solo rancore e malanimo e che fa male all’Italia non meno del populismo di destra.

Francesco Rutelli

Tutte le citazioni che riporto nel mio articolo, ovviamente, sono letterali, e del resto nemmeno Rutelli lo nega. Capisco che a Rutelli dispiaccia che il padre parlasse di lui con tanta durezza. Non è il primo e non sarà l'ultimo figlio a subire questo destino, e io, tendenzialmente solidarizzo con i figli: ma per qualsiasi recriminazione l’ex sindaco avrebbe dovuto inoltrare la sua lettera a Gente (che raccolse l’intervista) e non certo a questo giornale.
Le parole di Bossi sui figli adottivi dell’ex sindaco furono grevi e volgari, ma anche di questo Rutelli deve prendersela con il leader della Lega, e non certo con chi scrive (altrimenti sarebbero da censurare tutti i giornali italiani che dedicarono paginate a quelle frasi ed altre simili).
Quanto al fatto che io sia stato “mediocre collaboratore” di un assessore della giunta Rutelli (una esperienza di lavoro durante la quale, per mia fortuna, ebbi scarsissimi contatti con il sindaco, ma quanti ne bastano per capire come lavora): le carriere di ciascuno sono sotto gli occhi di tutti, esattamente come quella del leader dell’Api.
Tutti possono giudicare il grado di coerenza di cosa scrive Luca Telese, così come quello di qualsiasi politico che passa dall’anticlericalismo esasperato al moderatismo neodemocristiano.
Di chi passa dalle campagne per l’aborto, agli appelli all’astensione contro i referendum sulla procreazione assistita, che hanno costretto tante donne a dover emigrare per fare figli.
(Lu. Tel.)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A me è sembrato di cogliere nell'articolo di Luca Telese, al quale Francesco Rutelli reagisce, un po' incautamente a mio avviso, non tanto odio e livore quanto disprezzo, il che è ancora peggio ma è più esatto.