(http://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_di_corta_citazione). Per quanto riguarda la riproduzione e/o la citazione di testi giornalistici la si può riassumere nei seguenti punti: 1)L?opera giornalistica che abbia il requisito della creatività è tutelata dall?art. 1 della Legge sul Diritto d?Autore. Il quotidiano (ovvero il periodico) è considerato pacificamente opera ?collettiva?, in merito alla quale valgono le seguenti considerazioni. In base al combinato disposto degli artt. 7 e 38, Legge sul Diritto d?Autore l?editore deve essere considerato l?autore dell?opera. 2) l?opera deve essere stata resa lecitamente accessibile al pubblico; 3) la citazione deve avere carattere di mero esempio a supporto di una tesi e non deve avere come scopo l?illustrazione dell?opera citata; 4) la citazione non deve presentare dimensioni tali da consentire di supplire all?acquisto dell?opera; 5) la citazione non deve pregiudicare la normale utilizzazione economica dell?opera e arrecare un danno ingiustificato agli interessi legittimi dell?autore. Per essere lecite, altresì, le citazioni devono essere contenute nella misura richiesta dallo scopo che le giustifica e devono essere corredate dalla menzione della fonte e del nome dell?autore. Ora, visto che lei quotidianamente copia ed incolla per intero (con immagini annesse) articoli da giornali a pagamento (Il Fatto Quotidiano) o da edizioni online (L'Espresso, Repubblica) senza alcunchè di suo (per esempio un commento che stimoli la discussione) viola quotidianamente la legge e commette un reato. Credo infatti che finchè una legge o una normativa sia in vigore, indipendentemente dal fatto che sia giusta o meno, vada rispettata. In questo caso poi l'obiettivo è quello di difendere il lavoro altrui (quello dei giornalisti) e quindi quello che lei fa quotidianamente oltre a non essere legalmente permetto non è neanche moralmente accettabile. Il suo blog con credo abbia migliaia di visite al giorno quindi non apporterà danni economici significativi a nessuno, ma pensi se tutti si arrogassero il diritto di copiare ed incollare articoli di giornale in modo sistematico sui loro blog. Nessuno o quasi li acquisterebbe più e nessuno li leggerebbe più nelle loro edizioni online cliccando sulla pubblicità. Il sistema in Italia è già in profonda crisi e atti del genere non fanno altro che apportare danno non tanto agli editori ma ai poveri giornalisti che fanno il loro dovere di cronaca e non delle mere "marchette". Se vorrà mi risponda pure sul suo blog. Cordialmente, Anonimo del '9"
Per puro scrupolo ho chiesto delucidazioni ad una persona molto più esperta di me, il dr. Roberto Ormanni.
Questo è lo scambio di messaggi:
leggi per cortesia cosa mi è pervenuto.
mi sono informato e non è possibile identificare la mail di provenienza se non tramite l'I.P.
inoltre, la persona usa la tastiera internazionale, prova ne è che l'apostrofo viene tradotto nel punto interrogativo.
se poi si prova a rispondergli, il messaggio torna a mè stesso mentre quello destinato all'anonimo interlocutore dopo un po' di tempo il sistema informa che non è stato possibile consegnarlo.
il messaggio proviene da un p.c. collegato con una rete interna, tipo intranet.
mi ha molto incuriosito.
un caro saluto.
luigi
Hai ragione, è curioso. Naturalmente non è un giornalista e neppure qualcuno che lavora nel settore (non avrebbe citato espressamente Wikipedia come fonte ma al massimo l'avrebbe adoperata per dire le stesse cose senza citarla).
Deve essere una specie di pazzo.
Se ti va di divertirti, puoi anche inserire nel blog l'email, specificando che è stata inviata da un sistema cosiddetto "anonimizzante". Un sistema, peraltro, che si avvale di provider collocati in Paesi esteri con i quali non vi sono trattati di cooperazione giudiziaria, in quanto secondo il nostro diritto i sistemi anonimizzanti (ossia che rendono anonimi i mittenti a meno che non si svolga un'indagine di polizia internazionale per individuare il mittente attraverso l'IP passando per il server straniero) sono vietati. Naturalmente si vendono, in rete, anche software che rendono anonimi i sistemi ordinari di posta, ma anche questi sono vietati. Il fatto che i produttori o i venditori di tali software vengano perseguiti soltanto occasionalmente non elimina il divieto.
Per quanto riguarda il merito della questione sollevata da mister Anonimo, esso è del tutto infondato e frutto di un'ignoranza delle cose e delle norme abissali.
Gli articoli ripresi sul blog, questo o qualunque altro, appartengono a quella categoria di articoli che gli editori rendono disponibili a tutti, integralmente, attraverso l'accesso libero sui propri siti on line. Resta fermo l'obbligo per chi li riprende di citare la fonte. Obbligo che proviene, oltre che dalle norme di settore, anche da quelle che regolano le pubblicazioni in generale, anche quelle on line. Ciò in quanto uno scritto anonimo, guarda un po', sottrae il suo autore ad eventuali responsabilità penali e civili.
Ove gli editori non volessero la riproduzione integrale, lo preciserebbero e al termine degli articoli vi sarebbe la postilla "riproduzione riservata". Una precisazione che talvolta mister Anonimo, sol che sapesse leggere invece di limitarsi a guardare le figure, potrebbe trovare in calce ad alcuni articoli di stampa. In quel caso la riproduzione integrale è vietata.
Ciò, inoltre, non danneggia nemmeno gli editori, come invece Anonimo afferma, dimostrandosi deficiente (nel senso etimologico, naturalmente: colui che deficita di alcune conoscenze).
Trattandosi infatti di articoli che l'editore stesso mette a disposizione, gratis, del pubblico indifferenziato attraverso il sito on line della pubblicazione, evidentemente egli ritiene che non siano quelli gli elementi caratterizzanti per la vendita del prodotto editoriale.
Altrimenti, se fossero vere le deficitarie osservazioni del deficiente Anonimo, basterebe il sito di un giornale a vanificare le vendite del medesimo.
Ciò che invece un blog, e qualunque altra pubblicazione, non può fare è scaricare le pagine composte in PDF, che pure sono presenti sul sito di un giornale, e caricarle così come sono. Per non parlare del caso in cui l'accesso al giornale in PDF è riservato agli abbonati.
La stessa questione si pose relativamente alla possibilità offerta dalla tecnologia di duplicare, prima su musicassetta e oggi su CD DVD, opere musicali o di spettacolo. Non potendo impedire che ciò avvenga, si è previsto che una quota del prezzo del supporto vergine da masterizzare venga destinata alla Siae, la società degli autori ed editori, a titolo di diritto forfettario sulla duplicazione dell'opera. Una soluzione accettabile che però, a rigore, è ingiusta laddove quel supporto vergine, acquistato dal cittadino, venga utilizzato non già per la duplicazione di un'opera dell'ingegno bensì, ad esempio, per conservare le foto della propria famiglia. Anche in questo caso, di fatto, verranno pagati indirettamente i diritti alla Siae.
Infine meraviglia che chi tenta di dare, a sproposito, lezioni di legalità, ricorra ad uno strumento illegale, come la posta anonima.
NATURALMENTE SE VUOI PUOI INSERIRE