giovedì 11 febbraio 2010

Balducci, il “gran visir” dei lavori pubblici



LA RETE DEGLI AFFARI E DELLE SOCIETÀ A LUI COLLEGATE, IL DOPPIO FILO CON LA POLITICA


di Marco Lillo

Girava con la Bmw serie 5, alloggiava all’hotel Pellicano, il relais più bello della Toscana, sul Monte Argentario. Alla moglie i suoi amici avevano dato una scattante Fiat 500 e al figlio una Bmw da 71 mila euro.


Cellulari gratis a go go, mobili costosi e ristrutturazioni sontuse tra Roma e Montepulciano e persino il personale di servizio per fare bella figura con gli ospiti Però non era lui a pagare il costo di questi lussi.


Secondo i pm di Firenze a permettere questo tenore di vita ad Angelo Balducci, l’ingegnere dei lavori pubblici più potente di italia, era il titolare della società alla quale lui dava appalti per decine e decine di milioni di euro: Diego Anemone. Al centro del caso che sta facendo tremare la Protezione civile e il suo capo Guido Bertolaso, c’è questo ingegnere anomalo che si muove agevolmente tra turismo, cinema e grandi eventi. Angelo Balducci, ora in carcere con l’accusa di corruzione, è stato assunto nel 1976 al ministero e ha salito in 32 anni tutti i gradini fino a diventare presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, la massima carica tecnica del dicastero.


La svolta arriva con il Giubileo nel 2000. Da provveditore del Lazio lavora gomito a gomito con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e con il sindaco di Roma dell’epoca, Francesco Rutelli.


Quando diventa vicepresidente del consiglio è proprio Rutelli a nominarlo capo del dipartimento del turismo. Prodi cade nel 2008 ma Balducci resta in sella, attaccato al carro di superBertolaso, è lui a seguire i lavori del G8 alla Maddalena e dei Mondiali di nuoto 2009 ma Roma.


Entrambi gli eventi costeranno centinaia di milioni di euro ai contribuenti. In entrambi i casi nei cantieri la società Anemone di Grottaferrata, un paese vicino a Roma otterrà, in associazione con altre imprese, appalti (assegnati senza gara europea) per complessivi 80 milioni di euro.


Nel 2008, grazie ad alcune inchieste de “L’espresso” si scoprono i primi legami tra la famiglia Balducci e gli Anemone.


Il primo incrocio riguarda i mondiali di nuoto del 2009. Filippo Balducci, figlio di Angelo, è stato socio con l’imprenditore Diego Anemone in un grande circolo sportivo romano, il Salaria Village, che ha ottenuto una variante urbanistica ad hoc (oggetto di inchiesta da parte della Procura di Roma) proprio grazie alla normativa speciale dei Mondiali. Oggi si scopre che il figlio di Balducci e la sua ragazza erano stati addirittura assunti da Diego Anemone e i pm individuano in questo rapporto di lavoro l’ennesimo scambio corruttivo tra la società e il padre. Ma non è finita. Anche le due mogli di Diego Anemone e di Angelo Balducci - Rosanna Thau e Vanessa Pascucci - erano socie. Per l’esattezza in una casa di produzione cinematografica, la Erreti, che nel 2004 ha finanziato, “Anime”, un film nel quale recitava l’altro figlio del braccio destro di Guido Bertolaso, Lorenzo Balducci.


In pratica la moglie di chi prendeva gli appalti per decine di milioni di euro (Anemone) era socia al 25% nella casa di produzione nella quale la moglie di chi controllava la realizzazione delle opere deteneva il 50%.

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