martedì 9 febbraio 2010

Di Pietro, una domanda


di Antonio Padellaro

Nei giorni scorsi, dopo il titolo del Fatto sul Pd che candida gli inquisiti riferito al sindaco di Salerno De Luca, alcuni lettori ci hanno scritto dicendo in sostanza: siete incorsi in un errore, De Luca è un ottimo amministratore e le sue vicende giudiziarie sono trascurabili rispetto ai suoi molti meriti.

Domenica, dopo che al congresso Idv si era consumata la “svolta di Salerno” con l’acclamazione della candidatura De Luca in Campania, Marco Travaglio ha osservato che ora Di Pietro è costretto a sostenere un signore che, per le regole da lui imposte anzitutto a se stesso, è incandidabile. Anche in questo caso alcuni non hanno gradito sostenendo che, amara che sia, la minestra De Luca va mangiata se non si vuole regalare la regione ai Casalesi.

Infine, nel discorso conclusivo del congresso, Di Pietro suggellando il patto di ferro con il Pd ha detto che se si vuole sostituire il “regime piduista e fascista”, la “sterile protesta” non basta. Insomma: fatta la resistenza ora bisogna ricostruire.

Neanche questa frase, lo confessiamo, ci è apparsa chiarissima. Innanzitutto, cos’è la “sterile protesta”? Quella, per esempio, che l’Italia dei Valori ha attuato in questi anni in Parlamento e nelle piazze, con il piglio e l’efficacia che tutti riconoscono al suo leader e fondatore? Possibile che Di Pietro abbia deciso, di punto in bianco, di rinunciare al marchio distintivo, alla ragione sociale dell’Idv, quella che fa dire a tanta gente che l’unica vera opposizione è la sua proprio perché è la sola che ha il coraggio di alzare la voce, di dire pane al pane, di non farsi intrappolare negli inciuci altrui?

In genere si cambia politica per guadagnare voti, non per buttarli via. Ha calcolato Di Pietro il rischio di non farsi comprendere da tanti, lui che va sempre dritto al sodo?

Potremmo continuare. Quand’è che una protesta non è sterile? E non pensa che in fondo tutte le proteste (quelle di piazza in particolare) siano sterili in partenza poiché, in fondo, chi vi partecipa chiede solo di far sentire la sua voce non avendo altro modo di farlo?

Sono interrogativi che non hanno alcun intento polemico.

Di Pietro e De Magistris sono tra i pochi a lavorare per una politica migliore, più pulita. E poi, sappiamo bene che le ragioni della politica possono non coincidere con quelle di un giornale. Anzi, forse è meglio che sia così.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

STUPISCE LO STUPORE DI ANTONIO PADELLARO, CHE NON CAPISCE IL SENSO DELLA FRASE "STERILE PROTESTA" PRONUNCIATA DA DI PIETRO, MENTRE ANCHE UNO STUDENTE DI SCUOLA MEDIA SA ATTRIBUIRE (MAGARI OGGI NO MA UNA VOLTA...) ALL'AGGETTIVO STERILE IL SIGNIFICATO SUO PROPRIO.
DI PIETRO INTENDEVA, ED ERA CHIARISSIMO, STERILE IN ORDINE ALL'ALTERNATIVA DI GOVERNO, NON IN ORDINE ALLA OPPOSIZIONE INFLESSIBILE CHE HA FIN QUI CARATTERIZZATO L'IDV.
FARE OPPOSIZIONE INFLESSIBILE SENZA UN PROGETTO DI ALTERNANZA E' STERILE, SIGNIFICA CONDANNARSI A VITA ALL'OPPOSIZIONE: CHIARO PADELLARO?