lunedì 8 febbraio 2010

ECCO TUTTI I PROCESSI DEL SINDACO DI SALERNO



di Vincenzo Iurillo

I processi di Vincenzo De Luca sono stati un nodo di Gordio per Antonio Di Pietro. Un nodo (politico) impossibile da sciogliere. Alessandro Magno dovette tagliarlo con un colpo di spada e fu grazie a questo gesto che un oracolo ne annunciò la conquista dell’Asia. Qui invece è in ballo la molto più modesta Campania, dove le imputazioni del sindaco di Salerno, che il Pd ha candidato a Governatore, sono state a lungo l’unico ostacolo per l’accordo con l’Idv divisa tra i ‘no’ dei paladini della questione morale e i ‘sì’ dei fautori della real politik “altrimenti si consegna la regione ai berlusconiani”.

In pochi giorni Di Pietro è transitato dalla schiera dei primi a quella dei secondi, e ha reciso il nodo sdoganando De Luca.

I processi? Verranno. E chissà come andranno a finire. La prossima udienza del dibattimento Ideal Standard-Sea-Park , ancora alle prime battute, è fissata per il 29 marzo, a urne ancora aperte. Mentre il processo Mcm inizierà il 27 aprile.

Si tratta delle varianti urbanistiche che avrebbero dovuto garantire occupazione e sviluppo per Salerno. Quelle di cui De Luca è fiero: “Sono inquisito per aver difeso centinaia di posti di lavoro e rifarei tutto dalla A alla Zeta”. Ma non sono state rose e fiori, purtroppo. L’Ideal Standard ha chiuso i battenti, il Parco Marino che doveva subentrare su quei suoli non ha mai visto la luce e la centrale idroelettrica Energy Plus nemmeno. Mentre i 204 operai dello stabilimento di via Talamo, chiuso nel 1998, sono rimasti in cassa integrazione e mobilità sino a oggi.

Le inchieste. Rewind. Anno 2004. Il pm di Salerno Gabriella Nuzzi intensifica le indagini su quello che verrà definito ‘il sistema De Luca’: una presunta regia politico-affaristica del sindaco-deputato Ds dietro le principali operazioni imprenditoriali salernitane, compiute violando gli strumenti urbanistici e stravolgendo norme e leggi. Sono le ipotesi della Procura, è bene sottolinearlo. Nel mirino c’è la vicenda della dismissione di Ideal Standard, decisa sei anni prima. La fabbrica si estendeva su oltre centomila metri quadri. Quando chiude, il management spiega che c’è la possibilità di cedere suoli e capannoni a una società di Modena che vorrebbe realizzare lì un parco turistico-marino, assorbendo il personale licenziato. Si fanno vivi a Salerno due imprenditori emiliani che si dicono pronti a investire 40 miliardi. Ma ci sono diversi ostacoli da superare. L’area è destinata a fini industriali. C’è bisogno di una variante. C’è bisogno della cassa integrazione guadagni per gli operai durante il periodo di passaggio. Ideal Standard vende suoli e capannoni nel 1999 e incassa quasi due miliardi. Nel contratto di cessione, viene inserita la clausola di assunzione dei lavoratori. Il Comune si mette in moto per l’approvazione della variante urbanistica. De Luca telefona al sottosegretario al Lavoro per sollecitare la Cig. Ma il progetto Sea Park accelera e cerca suoli alternativi, si punta al trasloco verso un’area nei pressi di un campo sportivo. Nel frattempo si prepara il frazionamento dei suoli di via Talamo. Una denuncia degli ex lavoratori Ideal Standard blocca tutto. Il pm sequestra l’area. La società del Sea Park viene venduta a un nuovo imprenditore. Il progetto del Parco Marino si ferma. E gli operai? Sempre in cassa integrazione. Dovevano essere impiegati in Sea Park, ma la società fallisce nel 2004 e il Parco rimarrà un sogno nel cassetto. Non si concretizzerà neppure la centrale termoelettrica da 780 megawatt che doveva subentrare in quell’area. L’inchiesta giudiziaria ipotizza i reati di associazione per delinquere, concussione, truffa e falso, e approda a 48 rinvii a giudizio.

De Luca è accusato di concorso in truffa per la cassa integrazione concessa agli operai in assenza dei presupposti di legge (l’investimento imprenditoriale sostitutivo), e concussione per aver chiesto opere pubbliche e oneri di urbanizzazione non dovuti.

Da uno stralcio nasce il processo Mcm, che vede De Luca alla sbarra insieme ad altre 13 persone. Il sindaco deve difendersi dall’accusa di concorso in falso per aver compiuto presunti illeciti nel delocalizzare in zona Asi l’azienda di proprietà di Gianni Lettieri, il berlusconiano presidente degli industriali di Napoli, anch’egli rinviato a giudizio, e realizzare così nell’area di Fratte un Ipercoop con annesso parcheggio e palazzina Liberty. Ma il Gup che decreta il rinvio a giudizio, Vincenzo De Florio, non condivide del tutto l’impianto accusatorio e scrive: “La vicenda è connotata da incontestabili aspetti inerenti l’esercizio dell’attività amministrativa discrezionale”. L’avvocato di De Luca, Antonio Brancaccio, su ‘la Repubblica’ aggiunge: “Contestazioni prive di fondamento, il sindaco si è solo speso in favore dei lavoratori senza alcun tornaconto personale”. Il ‘sistema De Luca’ potrebbe essere solo un modo come un altro per fare politica e amministrazione? Le sentenze ci daranno una risposta.

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