giovedì 18 marzo 2010

Ratti della Loggia


di Marco Travaglio

Il primo a sganciarsi è sempre Ernesto Galli della Loggia: fu quando lesse una sua critica moraleggiante che Bottino Craxi capì, rassegnato, che era tutto finito e prenotò il primo volo per Hammamet.

Ora il noto intellettuale da tartufo, dotato di antenne sensibilissime e fiuto proverbiale, ha sparato a zero sul Pompiere contro il “partito di plastica” che “si sta squagliando”.

Vivissima preoccupazione e toccamenti vari a Palazzo Grazioli e dintorni: se si smarca Galli, sono cavoli. E’ una regola implacabile dell’ecosistema, detta anche “effetto farfalla”, oggetto di una celebre conferenza di Edward Lorenz: “Può il battito d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”.

Analogamente è accertato che un lieve innalzamento del sopracciglio del professor Galli nonché Della Loggia possa provocare effetti devastanti, a catena, nei Palazzi della politica.

Un po’ come la fuga del primo ratto dalla nave che comincia a imbarcare acqua. Gli altri seguiranno a stretto giro.

Un altro rilevatore degli smottamenti più impercettibili dell’ecosistema politico è la Rai, in particolare il Tg1. Nel 2005, all’ennesima avvisaglia della frana berlusconiana, che aveva portato il Cainano a perdere tutte le elezioni comunali, provinciali, regionali ed europee, persino Francesco Giorgino rilasciò una dura intervista a Libero contro il suo direttorissimo, Clemente J. Mimun. L’efebico mezzobusto fu subito sbalzato fuori dalla conduzione del Tg1, dopodiché se la vide brutta nella notte delle elezioni del 2006, quando la scontata vittoria di Prodi parve all’improvviso molto meno scontata e si sfiorò il pareggio.

Durò poco, comunque: due anni dopo, il Banana era di nuovo a Palazzo Chigi e tutti i topi tornarono per tempo nella tana.

Ora ci risiamo, a parti rovesciate. Vespa che ronza sul palco con Santoro e Floris contro la chiusura dei programmi. E il sisalvichipuò al Tg1: “La più preoccupata di tutti del clima poco chiaro – scrive La Stampa - è la vicedirettora Susanna Petruni, che ai suoi fedelissimi continua a dire: “Se cambia aria qui mi asfaltano”. E per evitarlo ha iniziato già a prepararsi il posto per il dopo. Cosa di meglio se non la moda, argomento che di solito poco interessa al potere? E poco importa se a farne le spese sarebbe la storica inviata del settore, Paola Cacianti, pregata di non andare a Milano.

Chi ha intervistato in prima serata Roberto Cavalli? La Petruni of course”. Ecco, per restare alla moda, ma soprattutto a vento, ti butti sulla moda. Che fa fine e non impegna. Sennò ti asfaltano. Ma non è mica finita: il sismografo di Arcore registra scosse preoccupanti pure dalla redazione del Foglio.

S’è mosso Giuliano Ferrara e, quando si muove lui, altro che tornado. Il Platinette Barbuto ha vergato l’altroieri un sapido commentino sull’inchiesta di Trani per dire che sì, certo, il padrone è perseguitato dai giudici, certo le intercettazioni sono una vergogna, certo l’indagine pugliese è piena di anomalie, però bisognerebbe “fare un po’ di attenzione quando si parla al telefono”.

Il Molto Intelligente non si spinge fino a suggerire al padrone di smetterla di delinquere, questo no, sarebbe troppo, oltre la più fertile immaginazione. Ma poco ci manca: “Bisognerebbe abituarsi – scrive testualmente – a delinquere un po’ meno attraverso i fili del telefono”. Ecco: o si scelgono altri mezzi meno rischiosi per delinquere indisturbati (tipo i pizzini, o la tradizione orale, o Skype), oppure se proprio si vuole telefonare è il caso di “delinquere un po’ meno”. Come già per il falso in bilancio e la frode fiscale, è consigliabile una “modica quantità” di concussione e di minacce.

Umorismo involontario a parte, bisogna prendere atto seriamente che è la prima volta a memoria d’uomo che Ferrara usa il verbo “delinquere”. Pare che, grazie all’ausilio di alcuni hacker, abbia dovuto craccare il sistema editoriale e il correttore automatico per far accettare quella parola proibita e inedita. E, se Ferrara dice “delinquere”, per giunta a proposito del padrone, l’ora è davvero grave. Manca soltanto un’apertura a sinistra di Mastella, altro indicatore umano di catastrofi in arrivo. Ma al momento il sismografo di Ceppaloni registra ancora calma piatta. Segno che il Banana è cotto, ma per la degna sepoltura c’è ancora tempo.

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