GIAN ANTONIO STELLA: UNA VOLTA GENTE COME FELTRI E CICCHITTO SI SAREBBE RIBELLATA
di Beatrice Borromeo
“Sta registrando?”. Si. “Lo sa che non potrà più farlo? Con la nuova legge è illegale. Quando Renzo “Trota” Bossi ha smentito di aver mai detto che non avrebbe tifato per la nazionale ai mondiali di calcio, Vanity Fair ha messo online la prova che la frase era stata detta. Domani, con la nuova legge, non potrebbe più farlo”.
Neanche se l’intervistato acconsente alla registrazione?
Da quel che si capisce, assolutamente no.
Come se lo spiega?
Evidentemente qualcuno è rimasto scottato dalle registrazioni fatte da Patrizia D’Addario.
Quindi è davvero un bavaglio anti-D’Addario?
Sì. Il problema è che non si sono resi conto di aver ideato per reazione una cosa assolutamente ridicola: vietano pure le interviste giornalistiche. “Voi del palazzo ci state paragonando a degli stupratori”, ha scritto Feltri. Condivido.
Cosa rischia un giornalista a registrare una telefonata?
Sulla carta da sei mesi a quattro anni. Non solo: con la nuova legge alcune cose fatte da me, Annozero, Striscia la Notizia, Report e altri non saranno più consentite.
Un esempio?
Prendiamo un’università che promette una laurea in tre mesi. Se chiamo, registro e incastro le false promesse, compio un atto illegale. Una censura orrenda.
Dunque cos’è questa legge?
E’ un provvedimento in puro stile sovietico, che scarica ogni responsabilità sull’ultimo anello della filiera cui si attribuisce lo sputtanamento organizzato degli intercettati, siano o no indagati, imputati o colpevoli. Ammetto che la frase non è mia, ma la sposo in toto.
Chi l’ha detta?
Vittorio Feltri, il direttore del giornale di Berlusconi.
Stella è d’accordo con Feltri, chissà se Feltri è ancora d’accordo con Feltri.
E’ vero che allora Feltri scriveva per Libero, ma mi rifiuto di immaginare che lavorando oggi per il Giornale la pensi diversamente.
Proprio il Giornale ieri ha pubblicato nuove intercettazioni.
Anche le prime su Antonio Fazio, quelle del bacio in fronte a Fiorani, le aveva pubblicate il Giornale. Questo Paese ha due pesi e due misure. Ricordo quando furono mandate in onda le intercettazioni fra Luca Casarini e Francesco Caruso che dicevano “bisogna sfondare la linea rossa”, durante il G8 di Genova nel 2001.
Che reazioni ci furono?
Cito testualmente: “La sinistra ora sventola la bandiera dei diritti di privacy. Nulla di più falso. Si vuole insabbiare e nascondere la verità”, Alessio Butti, parlamentare del Pdl. “Il materiale trasmesso relativo alla comunicazione telefonica tra Casarini e Caruso è interessante”, Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. “Sentire le affermazioni di Caruso e Casarini è come fare un’intervista”, Gasparri, capogruppo Pdl al Senato. Questo pensavano delle intercettazioni. Ma di un altro genere.
Come cambierà il suo lavoro se la legge passerà?
Io non credo che passerà così com’è. E’ troppo stupida. E’ fatta male. Mi rifiuto di credere che dopo aver detto quelle cose i Butti, i Cicchitto, i Gasparri e soprattutto quelli come Feltri la faranno passare.
Proprio in questi giorni ci sono le requisitorie per la clinica Santa Rita, anche se migliorassero la legge molte inchieste non potranno più essere pubblicate.
E questo è inaccettabile. Penso anche agli sciacalli che ridono dopo il terremoto. Nei paesi seri una legge come questa verrebbe affondata da una pernacchia corale da parte dell’opinione pubblica.
Lei continuerà a pubblicare lo stesso?
A quel punto diventa una questione di principio insuperabile. Non possiamo cedere a una sopraffazione come questa e spero che anche gli editori se ne rendano conto. Su alcune cose non si può trattare.
Che effetto avrà su tutti quei giornalisti che non hanno il suo nome e la sua statura?
Rischia di essere devastante. Già oggi ci sono tanti colleghi, anche perbene, che hanno difficoltà grosse a pubblicare le notizie. Per loro un provvedimento come questo sarebbe una pietra tombale.
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