domenica 18 aprile 2010

IL PARTITO DELL’ODIO


Insulti, minacce, accuse tra Bocchino, Lupi e Urso
Sulla Rai va in diretta la scissione nel Pdl
di Luca De Carolis

Le dichiarazioni ufficiali parlano di governo saldo, ricomposizione in vista e scissione lontana. Ma la realtà è fatta di volti paonazzi e urla da lite condominiale, accuse incrociate e inviti alle dimissioni.

La realtà di un Pdl in preda all'isteria, emerge senza filtri venerdì sera su Raidue durante “L'ultima parola”, trasmissione condotta da Gianluigi Paragone.

Il pretesto per una rissa in diretta televisiva, con da una parte i finiani Italo Bocchino e Adolfo Urso, e dall'altra un pretoriano di Berlusconi, Maurizio Lupi, assieme a Daniela Santanchè, nemica storica di Fini. In mezzo, l'ex An Giuseppe Valditara, visibilmente a disagio, e il giornalista Carlo Rossella, berlusconiano doc che ha provato a richiamare tutti a più miti consigli. Tentativo vano, perché davanti alle telecamere sono venuti a galla veleni sopiti da tempo, quasi come in una terapia di gruppo.

Ad accendere la miccia è Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, che chiede “più democrazia” nel partito. Il neo-sottosegretario Santanchè risponde a muso duro: “Ricordati la democrazia ai tempi di An. Veniva gestita solo dalle sopracciglie di Gianfranco...E tu lo sai meglio di me”. Il dibattito si arroventa. Bocchino attacca il ciellino Lupi: “Voi di Comunione e Liberazione siete i maestri della divisione dei posti, vieni a fare la morale a me?”. Il vicepresidente della Camera si mette a urlare, con il volto tutto rosso: “Se la pensi così, non ti riconosco più come presidente vicario del gruppo. Dimettiti”. Controreplica di Bocchino: “Lupi è stato il primo a dirci per conto di Berlusconi: “Dimettetevi e andate fuori del Pdl”. Quello di Lupi è un atteggiamento fascista e squadrista, questo è il vostro modo di governare”. La Santanchè ride forte, Lupi protesta, Valditara frigge sulla sedia. Bocchino se la prende con Paragone: “La prego di lasciarmi parlare con calma, poi vi lascio tutto il tempo, se vuole lascio volentieri anche la trasmissione perché la presenza mi sembra inutile, il taglio della trasmissione mi sembra chiaro”.

Paragone (con cui Bocchino aveva discusso anche nella puntata precedente): “Anche oggi?”. Bocchino: “Ma certo, lei fa il suo mestiere, è pagato per questo. Il suo editore di riferimento è la Lega, che la spinge fare queste trasmissioni”. Irrompe Lupi: “Meno male che noi non vogliamo la Rai lottizzata e abbiamo una grande concezione della politica ... Italo, te lo dico perché ti stimo, stiamo dando un pessimo spettacolo della politica e del partito”. Applausi scroscianti.

E' la volta di Urso: “Non lo dico alla Santanchè che ascolta gli italiani ma non sa cosa dicono, ma a Lupi che è una persona attenta: vuoi davvero arrivare alla rottura? Continuate così e si creeranno le premesse per arrivarci”. Poi Urso chiede contro di un titolo del Giornale (“Fini, il ruggito del coniglio”). Lupi replica: “Certe cose le ho sentite dire da Travaglio e Di Pietro, ora le sento da te”. Urso incalza, alza la voce: “Basta Lupi, basta, ascolta me”. Il ciellino cerca di frenarlo: “Basta cosa? Guarda che non sei in An o nell'ex Msi”. Urso non si ferma, ripete più volte a pieni polmoni: “Condividi quel titolo del Giornale? Condividi quel titolo?”. Lupi esplode, e urla: “Oh, ma sei fuso? Ma sei un po' nervoso”. Bocchino è fulmineo: “No, tu sei nervoso, tu sei nervoso, ti abbiamo toccato Comunione e Liberazione”. L'ex An non molla la presa su Lupi: “Io sono molto amareggiato dal comportamento del mio collega in questa trasmissione, il dibattito può arrivare a tutto, tranne che a dire “andatevene e dimettevi”. Non si può”. Urso garantisce che, anche in caso di gruppo separato, i finiani continueranno a votare con la maggioranza. La Santanchè risponde sferzante: “Vorrei pure vedere che in Consiglio dei ministri votate contro. Quello è un vostro dovere...”. Sul finale, il sottosegretario spara ad alzo zero: “Io credo che stasera Bocchino, che è il più finiano dei finiani, dovrebbe concludere questa trasmissione dicendo: ‘Siamo diversi e siamo lontani’. Buona fortuna e fate il gruppo, così potrete far vincere le opposizioni”. Altri, fortissimi applausi.

Conclude Paragone: “Sembrate due partiti già separati. Ho l'impressione che la prossima settimana saremo qui a raccontare la storia di una scissione”. A telecamere spente, il conduttore osserva: “I politici del Pdl si sono detti in diretta cose che di norma si leggono nei retroscena dei giornali. Non so se e quando ricapiterà”. Venerdì la trasmissione ha toccato il 10,5% di share. Grazie alla rissa nel Pdl: il partito delle ricomposizioni.

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