sabato 26 giugno 2010

“È un’autocertificazione, norma incostituzionale”


“Le motivazioni di Brancher sono palesemente false, ma può comunque fare appello al legittimo impedimento”. Stefano Ceccanti, costituzionalista e parlamentare del Partito democratico, spiega perché la legge voluta dal presidente del Consiglio è incostituzionale. Non solo, ha una data di scadenza: ottobre 2011. Entro allora, il governo vuole trasformare la norma ordinaria in modifica costituzionale. E per farlo ha intenzione di occupare nuovamente il Parlamento, in barba alle necessità del Paese, con la discussione di una legge ad personam.

Senatore Ceccanti, perché la vicenda Brancher dimostra l’incostituzionalità della legge?

Perché per invocarlo è sufficiente una sorta di autocertificazione che non può essere messa in discussione dai giudici anche quando le sue motivazioni sono palesemente false, com'è evidenziato dalla nota del Quirinale.

Cosa intendeva dire il Capo dello Stato?

É evidente che voleva segnalare a tutti di essere stato preso in giro. Hanno mandato Aldo Brancher a giurare come ministro senza portafoglio, quindi membro della presidenza del Consiglio, e lui dichiara di dover organizzare un ministero che in realtà non esiste. É una balla. Ma può dirla, perché il legittimo impedimento è ciò che dice il governo, anche quando quello che dice è falso. E una legge che crea un’autocertificazione di una cosa falsa è incostituzionale .

Ma a ventiquattro ore dalla sentenza, una nota dal Quirinale, che ha firmato la legge, a che cosa serve?

Al massimo serve a rafforzare il dubbio dei giudici sul merito di questa legge. L’accusa ha già chiesto l’intervento della Corte Costituzionale.

Nel frattempo, la maggioranza al Senato ha chiuso in anticipo i termini per la presentazione degli emendamenti al lodo costizionale. Come mai questa fretta?

Perché la legge sul legittimo impedimento è stabilito che duri solo 18 mesi. E potrebbe essere anche meno se la Corte la bocciasse.

Per quando è attesa una pronuncia?

Le carte sono partite in questi giorni, potremmo stimare circa un anno.

Qual è la soluzione studiata dalla maggioranza per ovviare il problema?

Una riforma della Costituzione, presentata qualche settimana fa. Secondo l’articolo 138 della Carta, le leggi di questa natura devono passare due volte al vaglio della Camera e due al Senato, con un intervallo di tre mesi tra i passaggi.

Quindi i tempi si fanno stretti.

Non solo. Dato che la riforma avrà una maggioranza semplice, e non dei due terzi, uscirà in Gazzetta Ufficiale come una mera pubblicazione, passibile di referendum. A quel punto, tra la raccolta delle firme e l’indizione della consultazione, trascorrono almeno altri 6 mesi.

Ed è già passato un anno. Ciò significa che la legge deve andare in aula entro l’estate?

È possibile. Un voto ad agosto per loro è necessario. Al più tardi a settembre, alla ripresa, ma sicuramente cercheranno di accelerare.

La chiusura anticipata per la presentazione degli emendamenti è un chiaro segnale.

Sì, un provvedimento di soli tre articoli, con un’ottantina di emendamenti, lo si può far transitare rapidamente in Commissione. Ma dopo 14 audizioni sul tema, se ne poteva parlare di più, si poteva inserire in un pacchetto di riforme costituzionali serie.

Si spieghi meglio.

Si parla di riforma del bicameralismo, del presidenzialismo, ora Tremonti parla di modifica dell’articolo 41 sull’imprenditoria. Il lodo poteva essere inserito in un contenitore più ampio, ma la verità è che non gli interessa. Evidentemente hanno un unico interesse, mandare a regime dieci, cento, mille Brancher. E ci infilano pure il capo dello Stato, che non c’entra niente.

Perché?

Nella legge si dice che la sospensione dei processi del presidente della Repubblica è sottoposta alla decisione al Parlamento in seduta comune. Costituiscono un rapporto di fiducia tra la maggioranza parlamentare e la presidenza della Repubblica, che invece ha e deve mantenere un ruolo di garanzia.

Nessun commento: