MASSA CARRARA - C'è anche il direttore del carcere di Massa, Salvatore Iodice, tra le nove persone arrestate, questa mattina, nell'ambito dell'inchiesta “Do ut des”. Gli arresti sono scattati nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti truccati per la realizzazione di opere all'interno del carcere. Oltre al direttore, spiccano i nomi di alcuni funzionari ministeriali.
I LAVORI - Dal 2005, secondo gli inquirenti, attorno ai lavori, normalmente di routine, per la manutenzione della struttura carceraria, si era creato un business, a base di appalti truccati. Erano lavori saltuari, piuttosto comuni, dalla ristrutturazione di una parete alla riparazione di una finestra rotta: cose grandi e piccole, tutto andava bene per alimentare un bando dall'esito già concordato sul nascere. Almeno queste sono le accuse, che si fondano, tra l'altro, su varie intercettazioni telefoniche. La polizia, la polizia penitenziaria e la squadra mobile avevano da tempo nel mirino due ditte, Ciesse e Comies, alle quali andavano stabilmente gli appalti dal 2005. Tra gli arrestati, dunque, il direttore del carcere, tre imprenditori e alcuni funzionari del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
I REATI - I reati contestati vanno dalla corruzione al peculato al falso ideologico. Le indagini sono guidate dai magistrati Federico Manotti e Rossella Soffio. Secondo alcune indiscrezioni, il direttore del carcere forse aveva una relazione con un'imprenditrice coinvolta nella vicenda. Gli inquirenti ne starebbero accertando la natura. Oltre al direttore Iodice, 61 anni, di Portico di Caserta, sono stati arrestati Salvatore Cantone, 52 anni, di Napoli, che è contabile della casa di reclusione, Carlo Bernardini, 57 anni, di Cortona (Ar), funzionario del ministero delle Infrastruttura con incarichi per le opere marittime della Toscana, Antonio Riccardi, 63 anni, di Terranova Polino (Potenza), collega di Bernardini in servizio a Livorno, Stefano Tendola, 52 anni, di
LA «CRICCA» - «Una piccola cricca alla massese»: così è stata definita dal procuratore facente funzione Federico Manotti la vicenda degli appalti pilotati all’interno del carcere di Massa. Funzionari pubblici, tra cui il direttore del carcere Salvatore Iodice e il suo contabile Salvatore Cantone, favorivano, secondo l’ accusa, un gruppo ristretto di aziende. Queste si sarebbero aggiudicate la maggior parte dei lavori effettuati nel carcere dal 2005 ad oggi: il giro d’affari è stimato in 12 milioni. I lavori venivano effettuati con gare non sempre regolari. Nello specifico la maggior parte dei lavori veniva fatto passare con la formula «somma urgenza» e in molti casi quegli stessi lavori non venivano neanche effettuati. «In cambio, le ditte facilitate, oltre a mazzette, regali e cene, eseguivano lavoretti di ristruttarazione e ampliamenti nelle abitazioni private di chi li aveva aiutati ad ottenere gli appalti», ha detto il magistrato massesse. Le indagini della squadra mobile di Massa condotte con il nucleo investigativo centrale di polizia penitenziaria sono partite nella primavera del 2009 con intercettazioni ambientali e telefoniche all’interno del carcere. Tra gli arrestati come detto Salvatore Cantone, che oltre ad essere il contabile del carcere, è anche un noto sindacalista della Cgil di Massa Carrara, candidato in una lista civica di appoggio all’attuale sindaco di Massa Roberto Pucci e presidente di una squadra di basket giovanile,
LE VOCI - «È un fulmine a ciel sereno; una sorpresa». È questo il commento del sindaco di Massa Roberto Pucci sull’arresto del direttore del carcere di Salvatore Iodice. «Mi auguro che le autorità facciano chiarezza sulla vicenda il prima possibile» dice il sindaco, che poi ci tiene a ribadire: «Mi hanno detto che tra gli arrestati c’è un componente della mia lista (Salvatore Cantone, l’economo del carcere e sindacalista Cgil), ma non lo conosco». Sull’argomento interviene anche il segretario generale del Sappe di Massa Carrara: «Non è stato un fulmine a ciel sereno; di questa vicenda si chiacchierava da molto tempo per i corridoi; oggi è scoppiato il bubbone; piena fiducia nella magistratura e un grazie ai colleghi del Nic che hanno dovuto fare pulizia in casa loro, con grande discrezione e professionalità; noi siamo una forza di polizia pulita; i panni sporchi li laviamo davanti alla gente».
Marco Bazzichi
06 luglio 2010
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