

Le intercettazioni saranno coperte da segreto fino alla conclusione della cosiddetta "udienza-filtro". È quanto prevede l’emendamento presentato dal governo al ddl intercettazioni. È l'apertura della maggioranza del Pdl nata per venire incontro alle richieste dei finiani e alle perplessità del Quirinale,
Secondo l'emendamento, durante l'udienza-filtro il magistrato dovrà escludere le intercettazioni estranee alle indagini. In questo modo, le intercettazioni considerate da giudice e pm rilevanti, potranno essere pubblicabili «anche per riassunto». «Cade così il bavaglio per la stampa - commenta la finiana Annamaria Siliquini - è una vittoria del Parlamento». Dopo la presentazione dell'emendamento del governo, il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato per domani mattina alle 9.
Nel dettaglio, nell’emendamento presentato dal governo si afferma il principio secondo il quale, nel corso delle indagini, l’obbligo del segreto per le intercettazioni cade ogni qual volta ne sia stata valutata la rilevanza. In questo senso viene inserita la previsione secondo la quale la documentazione e gli atti relativi alle intercettazioni sono coperti da segreto fino al momento della cosiddetta "udienza-filtro" in cui si selezionano le intercettazioni depositate dal Pm e si escludono quelle relative a fatti, circostanze o persone estranee alle indagini.
Stabilito questo principio, il governo propone quindi di sopprimere tutta quella parte del testo nel quale si prevede il divieto di pubblicazione delle intercettazioni sino alla conclusione delle indagini. Ma si sopprime anche la norma che specificava il regime delle intercettazioni allegate all’ordinanza cautelare. Le intercettazioni, comunque, secondo quanto si legge nel testo messo a punto dal governo, sono sempre coperte dal segreto fino a quando le parti non ne vengano a conoscenza.
Nella proposta di modifica che porta la firma di Giacomo Caliendo, si disciplinano anche i casi in cui il giudice e il Pm, prima che ci sia ’l"udienza-filtro", utilizzino le intercettazioni per emettere, ad esempio, dei provvedimenti cautelari oppure per atti che riguardano la ricerca della prova (ad esempio, un’ordinanza di custodia cautelare oppure un decreto di perquisizione). In questi casi, saranno il Pm e il giudice a dover selezionare quali conversazioni dovranno essere trascritte, in quanto rilevanti, per adottare la misura cautelare o l’atto d’indagine.
Il meccanismo previsto implica la necessità di restituire al Pm la facoltà di operare uno stralcio per tutelare la segretezza delle indagini. Nell’emendamento sono poi indicate tutte le modalità tecniche per selezionare le intercettazioni rilevanti e si stabilisce il divieto di trascrivere parti di conversazioni che riguardano fatti, circostanze o persone estranee alle indagini.
Giudice e Pm potranno poi disporre, con decreto motivato, l’obbligo del segreto, quando il contenuto delle conversazioni trascritte potrà ledere la riservatezza delle persone coinvolte. I difensori potranno estrarre copia delle trascrizioni e potranno trasferire le registrazioni su un supporto informatico.
Si stabilisce, infine, che, dopo la conclusione delle indagini preliminari, nell’udienza preliminare e nel dibattimento, il giudice potrà sempre disporre su richiesta delle parti o anche d’ufficio l’esame dei verbali e l’ascolto delle registrazioni custodite nell’archivio riservato e potrà acquisire con ordinanza le intercettazioni in precedenza ritenute prive di rilevanza.
A questo punto la maggioranza sarà pronta a portare in Aula alla Camera il provvedimento sulle intercettazioni, come previsto, per il 29 luglio secondo il capogruppo Pdl a in commissione Giustizia a Montecitorio, Enrico Costa. «L’emendamento del governo - spiega Costa - è un emendamento di sintesi ed è un tassello che completa il percorso. Domattina scadono i termini per i subemendamenti e poi si comincerà a votare in commissione per essere pronti per il 29 luglio. Non ci sarà alcun rinvio».
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