di ALBERTO D'ARGENIO
Il fatto di essere corso ad Acerra per il nuovo caos rifiuti scoppiato nelle mani del governo, ispira il premier Silvio Berlusconi nella sua unica risposta sul caso della minorenne marocchina. "È solo spazzatura mediatica, io sono qui per parlare di immondizia vera", dice ai giornalisti che gli chiedono una presa di posizione sull'affaire. Senza negare i rapporti con Ruby e il fatto che una telefonata di Palazzo Chigi abbia spinto
Poi, in nottata il premier, rientrando in albergo, precisa quello che aveva detto a Napoli. "La sinistra dice fa degli attacchi con un nuovo motto". "Il Bunga bunga?", chiede un giornalista. "No, quello è una cosa seria. Il nuovo motto della sinistra è un attacco al giorno toglie il Berlusconi di torno". Il Cavaliere parla della telefonata alla Questura di Milano. "Non mi risulta una telefonata per fare rilasciare Ruby. Ho già detto che non ho fatto interventi di un certo tipo", spiega. "Ho solo fatto aggiunge una telefonata per trovare qualcuno che potesse rendersi disponibile all'affidamento per una persona che ci aveva fatto a tutti molta pena e ci aveva raccontato una storia drammatica a cui noi avevamo dato credito. Non mi risulta che qualcuno abbia mai fatto telefonate da Palazzo Chigi".
Intanto da Roma il Pdl scende in difesa del Cavaliere. Ecco che il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto parla di "ennesimo contributo per l'imbarbarimento della lotta politica". Il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, punta il dito contro "l'ennesimo capitolo di una campagna scandalistica di Repubblica che rappresenta il segno più spaventoso di una inciviltà che minaccia di corrodere la nostra vita democratica e di incanalarci nuovamente verso esiti distruttivi". Il portavoce pidiellino Daniele Capezzone rispolvera il termine "gossip" con il quale "certi ambienti" mirerebbero a tenere in "costante fibrillazione" governo e maggioranza per impedirgli di lavorare "serenamente". Adombrando poi il tentativo di "mettere in discussione" il diritto degli italiani di essere governati da chi ha vinto le elezioni. A difesa del premier interviene anche il ministro Gianfranco Rotondi, che serafico assicura: "Se i governi si dovessero dimettere a ogni telefonata di raccomandazione, nel mondo trionferebbe l'anarchia". Il ministro leghista Roberto Maroni - alla quale l'opposizione ha chiesto se sapeva delle pressioni del governo sulla Questura - replica a chi gli chiede un commento dicendo: "Parliamo di politica per favore".
(29 ottobre 2010)
Nessun commento:
Posta un commento