di Beatrice Borromeo e Carlo Tecce
Bruno Vespa ha ragione: abbiamo sbagliato. Infatti gli abbiamo applicato uno sconto non richiesto. Il costo di Porta a Porta in seconda serata non è di 70 mila euro a puntata, come abbiamo scritto. E nemmeno di 47 mila, come dice lui. Ma di 77 mila, per uno speciale in prima serata, diventa 84 mila. Il Fatto ha consultato il documento ufficiale Rai sul “costo ascolto settimanale” e ne ha tratto i costi anche per Annozero, Report, In Mezz’ora, Ballarò e l’Ultima Parola. Difatti nessun altro conduttore ha avuto nulla da smentire o replicare.
Vespa sostiene che lo share medio di Porta a Porta, in questa stagione, è del 18,36 per cento. Ma il nostro dato del 16,44 (fonte Auditel) si riferisce all’ultima stagione completa, cioè al 2009-10: 4,71 punti sotto la media di Raiuno (21,15).
IL CONTRATTO. Arriviamo al contratto. Scrive Vespa: “Dal mese scorso il mio lordo annuo è salito a 1.500.000 per 116 trasmissioni (e non per 100) dopo che per dieci anni era rimasto bloccato a 1.187.000 per 100 puntate, controvalore in lire del compenso del
Sorvoliamo sul fatto che Vespa è l’unico collaboratore Rai premiato con un aumento di stipendio, calcolato con un’inflazione da Paese in bancarotta (più 20 per cento). E facciamo un po’ di conti. La scorsa stagione di Porta a Porta s’è chiusa con 124 puntate in seconda serata (per le prime 100 Vespa percepisce 13 mila euro e 12 mila per le restanti 24),
ENZO BIAGI. Molto elegantemente, Vespa tira in ballo un giornalista che non può più replicare: Enzo Biagi, che a suo dire “prendeva un compenso a puntata di 30mila euro nonostante uno share piuttosto modesto”. Tralasciamo il fatto che Biagi tornò in tv dopo cinque anni di esilio bulgaro e andiamo al sodo: Vespa scrive il falso.
Per il suo ultimo programma, RT Rotocalco Televisivo trasmesso in orari notturni da Rai3, Biagi percepì 120mila euro lordi per otto puntate più uno speciale. Infatti andò in onda per la metà del tempo previsto e guadagnò metà dei 250mila euro previsti (per due anni), perchè nel frattempo morì. Quindi lo stipendio di Biagi fu di 13mila euro lordi a puntata: meno della metà di quanto scrive Vespa, che in due anni porta a casa 4,2 milioni di euro. Un po’ più (16 volte) dei 250mila di Biagi.
ANNOZERO. Poi Vespa cita Michele Santoro e Annozero: “Bisogna sommare allo stipendio lordo annuo i contributi dovuti al direttore giornalistico dipendente e sommare i costi dei collaboratori più stretti con contratto a tempo indeterminato”. Vespa dovrebbe sapere che lo stipendio, detto appunto “lordo”, già comprende i contribuiti e che i costi di Annozero – pari a 194 mila euro a puntata – sono indicati proprio nel documento ufficiale che il Fatto ha consultato.
Ps. Due fra i più stretti collaboratori di Santoro, Vauro e Travaglio, il contratto non l’hanno nemmeno visto.
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