L'obiettivo del nuovo segretario generale e di parlare ai giovani lavoratori esclusi dal sindacato
La scena sarà tutta per lei, Susanna Camusso, il nuovo leader. Prima di lei nove oratori, ma nessuno di loro è un sindacalista. Un’operaia della Fiat di Termoli, un parroco di Brescia, un ricercatore universitario, un cassintegrato della Vinyls di Porto Torres, un medico precario calabrese, una pensionata lombarda, una liceale di Vicenza, una donna afgana, un giovane precario. Cinque maschi e quattro femmine, e con l’intervento conclusivo della Camusso i conti andranno in pari.
La manifestazione di oggi della Cgil è stata organizzata in ogni dettaglio, non solo nella logistica ma anche nella simbologia. A partire dallo slogan che chiama a Roma da tutta italia oltre duemila pullman e 13 treni speciali: “Il futuro è dei giovani e del lavoro”. Per il suo esordio nella tradizionale arena sindacale di piazza San Giovanni il nuovo segretario generale della Cgil ha studiato tutti i possibili messaggi innovativi consentiti dai binari della linea decisa al congresso di primavera e dalla lentezza di movimento della pachidermica organizzazione.
Mettere al centro della manifestazione il tema dei giovani e del precariato potrebbe apparire scontato: sono i giovani a pagare il prezzo più alto alla disoccupazione e a un mercato del lavoro sempre più basato sul ricatto esplicito (meno diritti e meno salario in cambio di un impiego). E invece ha tutte le caratteristiche dello strappo. Fino a ieri la Cgil si è spesa pochissimo in difesa dei non garantiti per la semplice ragione che non sono suoi clienti. Metà dei sei milioni di iscritti sono pensionati, l’altra metà sono per la quasi totalità dipendenti a tempo indeterminato. Per i precari è stato addirittura costituito un sindacato di categoria specifico, che si chiama Nidil: un giovane precario che lavora in una fabbrica metalmeccanica con un contratto atipico se vuole iscriversi alla Cgil finisce nel Nidil, mentre il collega che fa il suo stesso lavoro accanto a lui, ma con assunzione stabile, è iscritto alla Fiom.
Il segnale che Camusso vuole dare oggi è che con lei la Cgil cercherà di cogliere gli ampi segnali di scollamento dal mondo del lavoro, in particolare dai settori più deboli, meno sindacalizzati, e da tutta l’area giovanile. Non è solo questione di simboli. Da tre giorni tutta l’organizzazione del primo sindacato italiano, con la sua capillare presenza lungo il territorio nazionale, è stata messa a disposizione dei precari alle prese con gli effetti del cosiddetto “collegato lavoro”, la legge appena entrata in vigore. Il piccolo comma che concede solo 60 giorni di tempo ai lavoratori che vogliano ricorrere al giudice per rapporti di lavoro già conclusi è oggetto di una ampia campagna d’informazione. Gli uffici delle camere del Lavoro sono a disposizione per consigli e assistenza a chi vuole aprire la vertenza entro i termini di legge.
Uno scenario totalmente nuovo che oggi avrà la sua prima verifica sul campo. L’obiettivo della Camusso è di abbassare in modo sensibile l’età media dei partecipanti ai due cortei romani. Raramente in passato la Cgil si è proposta con tanta determinazione come punto di riferimento per l’area del disagio giovanile. In questa fase conta anche l’opportunità tattica di cercare la saldatura con i vivaci movimenti studenteschi anti-Gelmini, ma gli estimatori di Susanna Camusso sostengono che il nuovo leader Cgil ha una sostanziale marcia in più: non solo è arrivata al sindacato direttamente dal movimento studentesco degli anni ‘70, senza passare dal mondo del lavoro, ma ha anche una figlia poco più che ventenne, studentessa universitaria. Un dato personale che non ricorreva da molto tempo al vertice del maggior sindacato italiano. E queste sono cose che, tutto sommato, contano.
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