Lunedì i gestori del sito avevano annunciato la pubblicazione di file sui rapporti degli Stati Uniti con Russia, Israele e Italia. Oggi l'ambasciata americana conferma. E alla Farnesina sale la tensione
“Il Ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, ha riferito su vicende delicate che rappresentano il sintomo di strategie dirette a colpire l’immagine dell’Italia sulla scena internazionale”. I riferimenti del comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio dopo l’ultima seduta a Palazzo Chigi, fanno riferimento a tre temi caldi: “L’attacco a Finmeccanica, la diffusione ripetuta di immagini sui rifiuti di Napoli o sui crolli di Pompei, l’annunciata pubblicazione di rapporti riservati concernenti la politica degli Stati Uniti, con possibili ripercussioni negative anche per l’Italia, impongono fermezza e determinazione per difendere l’immagine nazionale e la tutela degli interessi economici e politici del Paese. Tale intento è stato unanimemente condiviso dal Consiglio”. Un complotto, insomma. Anche se è lo stesso ministro a smentire, in parte, quanto riferito dalla presidenza del Consiglio: “Non c’è un complotto, io ho parlato di elementi preoccupanti”. Carmelo Briguglio, parlamentare Fli e membro del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, ha chiesto che Berlusconi o Frattini riferiscano al Parlamento su questa situazione.
In ogni caso la tensione alla Farnesina è alta soprattutto per il caso Wikileaks. Stamattina l’ambasciata americana a Roma ha notificato al Governo italiano la possibile pubblicazione sul sito di dossier e lettere riservati del Dipartimento di Stato Usa. “Saranno documenti di scenario che riguardano l’Italia”. Il ministro degli Esteri respinge la minaccia collegata ai documenti tra cui, annuncia Wikileaks, potrebbero esserci anche carte riguardanti il rapporto tra l’Italia e gli Stati Uniti. Dal ministero degli esteri il portavoce Maurizio Massari sostiene che “questi messaggi” non potranno scalfire “i rapporti tra Italia e Stati Uniti” che “si basano su solidità e collaborazione di fatto”, ma anche su “interessi comuni”. Sulla stessa linea il ministro della Difesa Ignazio
“Se ci sono minacce reali contro l’Italia è bene che il Governo riferisca al Parlamento e al Capo dello Stato. Il ministro degli Esteri Frattini è opportuno che riferisca in particolare al Copasir dove l’audizione del presidente Berlusconi appare ormai ineludibile dopo il comunicato del Consiglio dei ministri che suscita preoccupazione, almeno nella parte che riguarda scenari internazionali, i rapporti con i Paesi alleati anche in relazione alle notizie in arrivo dal sito Wikileaks”, ha dichiarato Carmelo Briguglio capo della segreteria politica di Fli e membro del Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti.
I nuovi file
“Anche i report dell’ambasciata di Roma rischiano di essere svelati da Wikileaks”, aveva annunciato ieri il quotidiano Il Tempo anticipando la possibile presenza di file riguardanti l’Italia tra i milioni di documenti segreti che Wikileaks rilascerà tra alcuni giorni. Il giornale romano sosteneva che è “prossima la pubblicazione dei dossier preparati dai funzionari americani sulle relazioni internazionali e i rapporti con i privati cittadini in Italia e in altri Paesi alleati”. Il nuovo rilascio di “cablogrammi diplomatici” dovrebbe portare allo scoperto episodi di corruzione contro diversi ministri, premier e capi di Stato stranieri alleati degli Usa, contenuti nei rapporti riservati che i diplomatici americani da tutto il mondo inviano periodicamente a Washington.
Lunedì l’organizzazione che gestisce il sito di documenti segreti aveva annunciato la pubblicazione di tre milioni di file, “sette volte quelli dell’Iraq War Logs”, è stato scritto sull’account Twitter facendo riferimento all’ultimo rilascio. L’emittente all-news britannica Skynews ha annunciato che saranno pubblicate 2,7 milioni di e-mail che il Dipartimento di stato americano ha scambiato con varie rappresentanze diplomatiche nel mondo e conterrebbero anche imbarazzanti commenti su diplomatici e leader mondiali tra cui il presidente afghano Hamid Karzai, il premier russo Vladimir Putin e il presidente del Pakistan Asif Ali Zardari. Il portavoce del Dipartimento di Stato Philip Crowley ha detto che gli Usa sono preoccupati delle rivelazioni, che riguarderebbero “discussioni tra ufficiali governativi e cittadini privati”, e aumenterebbero la tensione “tra i diplomatici e i nostri amici nel mondo”.
Il portavoce del Pentagono, il colonnello Dave Lapan, ha riferito che gli ufficiali degli Usa credono che la possibile pubblicazioni di documenti possa avvenire “verso la fine di questa settimana e l’inizio della prossima”. Der Spiegel, The New York Times e The Guardian hanno ricevuto in anteprima alcuni file. Il quotidiano newyorkese avrebbe girato qualche informazione sensibile al Pentagono.
Nessun commento:
Posta un commento