martedì 2 novembre 2010

POLVERE DI STALLE



Un’altra Ruby: “Droga a Villa Certosa” Il Caimano sempre più nella melma

di Gianni Barbacetto

Ora nei festini del presidente del Consiglio fa la sua comparsa anche la droga. Hashish e marijuana che le giovani ragazze invitate da Silvio Berlusconi trovavano sul comodino, nelle camere di villa Certosa in Sardegna e che potevano utilizzare prima dei party. Questo almeno secondo il racconto di una ragazza che fa la cubista a Milano e che è stata sentita dai magistrati di Palermo impegnati da tempo in un’indagine su un traffico di droga. Ora le dichiarazioni della ragazza, videoregistrate, saranno mandate alla Procura di Milano, dove confluiranno nell’inchiesta su Ruby, la ragazza che racconta di aver partecipato ad alcune feste di Berlusconi ad Arcore.

I racconti delle due giovanila cubista sentita a Palermo e Ruby, che ieri ha compiuto diciott’anni – si confermano in molti punti. Entrambe descrivono le cene, i riti sessuali, i tuffi in piscina. In più, la cubista aggiunge il particolare delle droghe leggere che giravano tra le ragazze. Un particolare inedito, che contraddice altre dichiarazioni di ragazze presenti alle feste, le quali descrivono invece ai giornalisti un Berlusconi molto attento a non far entrare droghe nelle sue residenze.

ADESSO toccherà a Ilda Boccassini, procuratore aggiunto a Milano, gestire insieme al pm Antonio Sangermano anche i materiali investigativi arrivati dalla Sicilia. L’indagine milanese era decollata l’estate scorsa, dopo alcuni mesi di un’inchiesta sottotraccia su un giro di prostituzione d’alto bordo. Gli investigatori si erano già imbattuti in una certa Karima El Mahroug (il vero nome di Ruby) e stavano cercando di decifrare il ruolo di Lele Mora e di Nicole Minetti, la ballerina di “Colorado Cafè” che si è rapidamente trasformata in igienista dentale del presidente del Consiglio e ancor più rapidamente in consigliera regionale della Lombardia.

NEL LUGLIO 2010, gli investigatori si concentrano su un fatto successo due mesi prima, quando Ruby era stata fermata con un’accusa di furto e portata in questura a Milano. È la ormai famosa notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando la ragazza viene affidata – dopo due telefonate di Berlusconi e contro la disposizione del magistrato dei minori – proprio a Nicole Minetti e alla escort brasiliana Michelle, che ospita Ruby nel suo appartamento milanese sui Navigli. Michelle ha dichiarato al Corriere della sera di essere stata lei ad avvertire Berlusconi del fermo di Ruby, sostenendo di aver avuto da anni in agenda il numero privato del presidente del Consiglio, da usare in caso di “emergenze”.

Poi Ruby, minorenne, è stata più volte sentita dal procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno. Intanto, Berlusconi veniva informato in diretta delle mosse della procura di Milano e faceva avviare le contromosse per tentare di disinnescare le indagini. Il caso ha voluto che dall’altro capo d’Italia, in Sicilia, i magistrati palermitani Teresa Principato, Geri Ferrara e Marcello Viola s’imbattessero in un traffico di droga in cui era coinvolta una trentenne di Parma, Perla Genovesi, attivista di Forza Italia e assistente parlamentare di un senatore Pdl della Lombardia, Enrico Pianetta. Perla è in contatto con un boss di Cosa nostra della provincia di Trapani, Paolo Messina, considerato uno di coloro che proteggono la latitanza del superboss Matteo Messina Denaro. La donna ha rapporti anche con Vito Faugiana, di Castelvetrano, militante del Nuovo Psi. Messina commercia droga. Faugiana si occupa di gestire la clientela che acquista la coca.

PERLA fa il corriere: trasporta droga dalla Spagna all’Italia e la distribuisce in Sicilia, in Emilia-Romagna, in Lombardia. Alle elezioni regionali del 2005, con Vito Faugiana tenta l’avventura politica, presentando il Nuovo Psi in Emilia e finanziando la campagna elettorale con i soldi del traffico di droga. Dalle urne esce un flop, ma Perla diventa assistente del senatore Pianetta. È in contatto con il deputato Ignazio La Russa, con la coordinatrice Pdl dell’Emilia-Romagna Isabella Bertolini, con Sandro Bondi. Chiama anche villa San Martino, la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi.

NEL 2007 cominciano i guai. Viene fermata a un posto di blocco in compagnia di Faugiana e gli agenti le trovano della cocaina in macchina. Evita l’arresto soltanto perché è incinta. Non lo eviterà però tre anni dopo, quando nel luglio 2010 viene condotta in carcere. A questo punto decide di parlare. E racconta, oltre a quel che sa dei traffici di droga, anche dei festini targati Pdl. Un giro di “banchetti orgiastici” a base di sesso e droga, organizzati da Paolo Messina nelle ville di esponenti del Popolo della libertà nella Sicilia occidentale. Ma accenna anche a feste simili che avvengono al Nord.

DICE DI AVER presentato una sua amica, una cubista ventenne, a Renato Brunetta, parlamentare Pdl che in seguito diventa ministro della Funzione pubblica. Perla riferisce che la ragazza le ha poi raccontato di essersi inserita nel giro grande, quello delle feste di Berlusconi, di aver partecipato a party notturni nelle sue residenze a Roma, a Milano e in Costa Smeralda. “Sono entrata nel giro delle feste del presidente”, le avrebbe confidato la ragazza. Brunetta, raggiunto al telefono dal Fatto quotidiano, spiega di aver visto la ragazza una volta sola, durante un convegno a Roma, e di averle fornito consigli legali. “Mi è stata presentata da Perla Genovese e, disperata, mi ha chiesto consigli perché aveva paura che le togliessero il figlio. Le ho suggerito i nomi di alcuni avvocati che potevano aiutarla e poi non ho rivisto più né lei né la Genovese”.

In seguito la ventenne ha confermato le dichiarazioni della Genovese e ha raccontato le feste del premier a cui ha partecipato. Ha descritto particolari che combaciano con quelli di Ruby e, in più, ha aggiunto la presenza della droga leggera a disposizione delle ospiti, per prepararsi alla gran serata.

ADESSO le dichiarazioni di Perla e quelle, ancor più scottanti, della ventenne cubista, arriveranno sul tavolo di Ilda Boccassini, ad appesantire i fascicoli che coinvolgono Lele Mora, già in passato descritto come manager con un entourage non privo di relazioni pericolose con ambienti della criminalità organizzata. La diciottenne Ruby, nei primi giorni della sua maggiore età, ne vedrà delle belle.

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