martedì 14 dicembre 2010

Berlusconi ottiene la fiducia anche alla Camera con 3 voti di scarto


Rissa in aula dopo il voto della finiana Polidori a favore del Governo.

La giornata decisiva per l’esecutivo Berlusconi è arrivata. Oggi va in scena l’ultimo atto dello scontro tra il premier e Gianfranco Fini. Il presidente della Camera leggerà il risultato del voto a Montecitorio e sarà forse l’unico momento in cui Silvio Berlusconi rivolgerà lo sguardo verso l’ex cofondatore del Pdl. Ieri, infatti, tra i due non c’è stato alcun tipo di contatto. Il leader di Fli non ha invece mai interrotto durante i lavori in aula i contatti con il leader dell’Udc, Pieferdinando Casini. I due si sono scambiati anche bigliettini e palesi gesti di assenso. Il terzo polo che Berlusconi voleva in qualche modo uccidere in culla, sembra invece rafforzarsi. Ma al momento le preoccupazioni del presidente del Consiglio sono ancora legale al passaggio a Montecitorio, dove potrebbe ottenere la maggioranza per appena un voto. Gli indecisi sono ancora molti e decideranno solo all’ultimo momento, quando sfileranno davanti al premier, seduto sotto lo scranno del presidente dell’Aula, per andare a esprimere il proprio voto. E la Lega è stata chiara: con uno scarto minimo si va alle urne. Lo ha detto Umberto Bossi, l’ha ripetuto Roberto Maroni. Ma a Berlusconi preme vincere la sfida contro il nemico Fini.

La giornata è cominciata alle 9 in Senato con le dichiarazioni di voto. A seguire le votazioni con due “chiame”. Come previsto il risultato al Senato è arrivato poco dopo le 11 e, come previsto, il Governo ha incassato la fiducia a Palazzo Madama con 162 voti a favore. Alle 13.43 anche alla Camera il governo ottiene la fiducia con 314 voti contro i 311 espressi a favore della sfiducia.

GLI INTERVENTI ALLA CAMERA

13.43 – Fini legge il risultato: Berlusconi ha la fiducia

Finisce 314 a 311 il voto di fiducia al Governo Berlusconi in aula a Montecitorio.


13.00 – Rissa tra deputati della Lega e di Fli

Dopo il voto contrario alla sfiducia della finiana Catia Polidori è esploso il caos tra i banchi della Camera. Gianfranco Fini è stato il primo ad accorgersi che i deputati leghisti erano venuti alle mani con i finiani e ha sospeso i lavori per qualche minuto. “Si stanno picchiando”, ha detto Fini chiamando i commessi dell’aula che sono intervenuti a dividere i deputati. Tutto è accaduto in brevissimo tempo. Il Pdl ssi scatena in un applauso. Subito dopo scoppia un tafferuglio in Aula tra FAbio Granata e Giorgio Conte. I commessi stanno bloccando i deputati che cercavano di venire alle mani. Il deputato Antonio Bonfiglio prova ad attaccare Gianni Fava ma è bloccato da Guido Crosetto e dai commessi. Fava grida a Fini: “Tutto grazie a te”. Dopo la notizia del voto a favore diCatia Polidori, deputata di Fli, il premier Silvio Berlusconi esce dalla sala del governo di Montecitorio per prendersi una pausa caffè alla buvette. “Sono affamato”, dice il presidente del Consiglio, dribblando la stampa.

12.36 – Cominciate operazioni di voto


È cominciata la chiama nell’aula di Montecitorio e la prima parlamentare ad essere chiamata è stata la finiana Giulia Cosenza. Ma non ha risposto alla chiama. Subito dopo hanno votato Giulia Bongiorno e Federica Mogherini, le altre due parlamentari in stato interessante. Subito dopo la chiama di Cosenza, però, si è infilato tra i banchi della presidenza Francesco Barbato (Idv) per essere tra i primi a votare contro l’esecutivo. Ora prosegue la chiama normale in ordine alfabetico, ma sono molti i parlamentari del Pdl che si fermano a salutare o ad abbracciare Silvio Berlusconi seduto al banco del Governo. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è uscito dall’Aula della Camera e attende il risultato del voto di fiducia nella sala del governo. Con il premier ci sono il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e l’avvocato del Cavaliere e deputato del Pdl Niccolò Ghedini. Silvio Berlusconi, prima di uscire dall’Aula di Montecitorio durante la prima chiama per il voto sulle mozioni di sfiducia al governo, si concede una ‘passeggiatà tra i banchi dell’emiciclo, spingendosi fino alla zona dove siedono i deputati di Futuro e libertà. E, incrociando il capogruppo dei finiani Italo Bocchino, gli stringe la mano.

12.20 – Siliquini (Fli): “Non voto la sfiducia”

“In questo momento così grave mi assumo la mia responsabilità e non posso votare la sfiducia al governo”. Lo ha detto nell’Aula della Camera Maria Grazia Siliquini del Fli.

12.13 – Guzzanti: “Voto sfiducia”

“Sono definito come uno degli incerti. In realtà non ho avuto alcuna incertezza ma ho voluto lanciare una sfida per l’abrogazione del ‘porcellum’ che penalizza la democrazia parlamentare senza migliorare la governabilità. Ringrazio per la citazione del Pli, ma la sua riforma della legge elettorale non mi sta bene, mi è impossibile dare la fiducia a un governo che vuole il sistema maggioritario”. Lo ha detto nell’Aula della Camera Paolo Guzzanti.

12.05 – Cicchitto: “Senza fiducia unica via è tornare al voto”

“Invito gli esponenti di Futuro e libertà a non votare la sfiducia a questo governo che è disposto ad accogliere alcune proposte su temi economici così come è disposto a discutere di riforme a partire dalla legge elettorale”. Lo afferma Fabrizio Cicchitto, capo gruppo del Pdl alla Camera, nel corso del suo intervento in aula a Montecitorio. “Voi – dice ancora Cicchitto a proposito di Fli – sommate i vostri voti a quelli della sinistra. Con il vostro voto rischiate di fare un salto di corsia, altro che nuova destra, correte il rischio di diventare una sorta di appendice subalterna del centrosinistra”. Parlando della sinistra l’esponente del Pdl aggiunge: “Dal Pci non è derivato un partito riformista, ma un soggetto politico in asse con i giustizialisti che puntano alla demonizzazione dell’avversario. Per di più – aggiunge – questo partito dagli anni 90 in poi cerca di riequilibrare la perdita di peso elettorale che aveva il Pci con un’alleanza spinta fino alla subalternità con il settore politicizzato della magistratura come dimostra il protagonismo di un imprenditore italo-svizzero e di un felpato banchiere. Ogni riferimento a Carlo De Benedetti e Bazoli non è casuale”.

11.40 – Bersani: “Comunque vada per lei sarà una sconfitta”

“Ai colleghi incerti voglio dire: non diamo troppo tempo al tramonto, pensiamo al paese che è stanco e vuole cambiare”. È l’appello che il segretario Pd Pier Luigi Bersani rivolge, nel corso delle dichiarazioni di voto alla Camera in vista del voto di fiducia, ai deputati che ancora non hanno deciso come votare. “Questa giornata – afferma Bersani – passerà ma noi non possiamo vedere i bagliori di un tramonto non solo del governo ma, temiamo, di un paese”. Un lungo applauso ha accompagnato la conclusione del discorso del segretario del Pd Pierluigi Bersani in Aula a Montecitorio. Molti parlamentari si sono avvicinati a Bersani per congratularsi con lui. Nel corso del suo intervento il segretario del Pd è stato applaudito in qualche passaggio anche da qualche deputato di Futuro e libertà. Durante il lungo applauso, il presidente del Consiglio Berlusconi si è dapprima girato dall’altra parte e poi ha rivolto lo sguardo verso i banchi dell’opposizione con un leggero sorriso ironico. L’intervento di Bersani è durato più di cinque minuti. “Questa giornata passerà, ma noi non possiamo non vedere i bagliori di un tramonto che non è solo il tramonto di un governo, sta passando una fase”. Pier Luigi Bersani, confermando il voto del Pd alla sfiducia con “convizione e compattezza”, ha insistito nel suo intervento alla Camera sul significato della giornata di oggi a prescindere dall’esito del voto. “L’idea illusoria che delegare tutto a una persona sola, che venga da Arcore o Canicattì, non risolve i problemi del Paese”, è finita per il segretario del Pd. “Agli incerti dico: non diamo troppo tempo al tramonto, può solo far del male al Paese. Cerchiamo una fase nuova perchè fuori da qui c’è un Paese che è stanco e vuole cambiare”, ha detto ancora Bersani. Comunque, per il leader democratico oggi per il governo “sarà una sconfitta”: “Può vendere per un giorno la vittoria di Pirro, un voto in più dopo averne avuti 100. Ma il giorno dopo sarebbe con la testa sott’acqua”. Bersani ha sottolineato che Berlusconi “non e più in grado di garantire stabilità” e “il voto che disperatamente cerca, anche in questi minuti, non è per governare, non potrebbe farlo. Sta inseguendo con il voto in più un’instabilità pilotata che le consenta di guidare la macchina verso le elezioni per cercare una disperata rivincita alla sua sconfitta politica”. È la “sconfitta politica” del governo, per Bersani, l’evidenza della giornata di oggi: “Solo i bambini sbattono i piedi e gridano che è sempre colpa della strega”. Il leader del Pd ha sottolineato, rivolgendosi alla maggioranza: “Voi vi siete ribaltati, questo è il ribaltone. Voi vi siete ribaltati e il problema è che ora non si ribalti l’Italia”, che “ha bisogno di governabilità”. Infine, un accesso ai moderati: “Sento parlare di moderati e sento sento un sacco di urla, non so cosa voglia dire -ha detto Bersani-. Propongo una cosa: che chiamiamo moderato quello che riesce a tirare la famiglia con mille euro al mese e sta zitto, e la smettiamo di chiamare moderati quelli che portano i soldi all’estero e voi condonate e quelli che coi trattori difendono i truffatori delle quote latte. È la provera gente che è moderata in questo Paese”.

11.38 – Reguzzoni (Lega): “Non buttiamo a mare legislatura”

“Non buttiamo a mare la legislatura, non andiamo a finire in un pantano; andiamo avanti insieme e diamo ai cittadini riforme di cui il Paese ha bisogno”. Lo afferma il deputato della Lega Nord,Marco Reguzzoni, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla sfiducia al presidente del Consiglio a Montecitorio. “A noi piacerebbe -dice Reguzzoni- essere qui per discutere uno dei tanti provvedimenti che servono al paese e invece siamo qui per l’ennesima volta a subire una manovra nata dentro il Palazzo, da chi è stato eletto con noi”. Rivolgendosi a “colleghi di Fli” il deputato leghista ricorda che “solo pochi mesi fa avete detto: usciamo dal Pdl ma sosteniamo il governo, poi avete detto sosteniamo dall’esterno il governo, poi avete presentato la mozione di sfiducia e questa mattina avete dichiarato l’astensione al Senato. Ora è di tutta evidenza che se Berlusconi si dimette non si va a votare; come si può spiegare alla gente il vostro comportamento, non c’è coerenza nè responsabilità”. Commentando poi le parole appena pronunciate da Italo Bocchino, Reguzzoni dice: “Non sono degne di uno eletto nella maggioranza di governo. Vi dichiarate di centrodestra ma volete un governo tecnico, con l’appoggio di chi ha perso le elezioni, che mira a portarci in una pantano che non porta a niente. La Lega non lo permetterà mai. Siamo contro le manovra oscure e partitiche, contro quelli che non vogliono mai cambiare e farci rimanere nella palude”.

11.30 – Bocchino: “Berlusconi beneficiario della Prima Repubblica”

“Non esiste in Italia un beneficiario della Prima Repubblica come Berlusconi”. È duro l’intervento del capogruppo di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, che nel dichiarare il voto dei futuristi contro il governo attacca il presidente del Consiglio. “Ci faccia lezione su come si diventa ricchi – aggiunge Bocchino – ma mai su come si combattono le degenerazioni politiche. Quando noi scendevamo in piazza contro il comunismo, lei costruiva palazzi – insiste il capogruppo di Fli – mentre eravamo in piazza a picconare la Prima repubblica, lei parlava con i suoi personaggi di terreni edificabili e concessioni tv”. Il clima nell’aula della Camera è sempre più teso. Tra esponenti del gruppo misto e quelli del Pdl e della Lega scoppia un battibecco a distanza che il presidente della CameraGianfranco Fini cerca di interrompere. “Se non la smettete – dichiara Fini – sarò costretto a interrompere la seduta”. L’intervento di Bocchino è proseguito. “Lei non ha armonizzato il centrodestra, lo ha diviso. Ho il dovere di respingere al mittente l’accusa di tradimento. Ho cominciato a fare politica nel Fronte della gioventù e già allora il mio leader era Fini. Se ha bisogno di trovare un traditore si giri attorno a lei…”, ha detto il capogruppo di Fli rivolgendosi aSilvio Berlusconi. Punta il dito sul “metodo Boffo” adottato da ‘Il Giornalè contro “di noi e i nostri familiari. Il centrodestra -dice Bocchino- non è Publitalia, non è il marchio di una sua holding… Non esiste in Italia un beneficiario della Prima Repubblica come lei, presidente del Consiglio. Ci faccia lezione su come si diventa ricchi, ma non su altro. Lei ci ha espulso per lesa maestà, si serve dei voti dell’opposizione per cacciare brutalmente chi è stato eletto in maggioranza. Il ribaltone li fa lei”.

11.20 -Bongiorno in aula in sedie a rotelle accolta dagli applausi

Il presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, fa il suo ingresso nell’aula di Montecitorio in sedia a rotelle. Immediato scatta l’applauso dell’opposizione e di Fli. Il primo a rivolgerle però un caloroso benvenuto è il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi (Pdl). Ora la parlamentare ha preso posto, nell’emiciclo, accanto al deputato finiano, anche lui in sedia a rotelle, Gianfranco Paglia.

11.12 -Casini: “Dissenata corsa verso l’ignoto”

“Vi confesso che non ho capito a cosa serva questa affannosa corsa che stiamo facendo tutti insieme. O è una mera esibizione muscolare o è una corsa alle elezioni anticipate” ma così “si perde l’occasione per dare al Paese una rotta nuova”. Lo ha detto il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini parlando in Aula alla Camera nelle dichiarazioni di voto sulle mozioni di sfiducia al governo. “La richiesta di dimissioni prima di questo voto – ha detto Casini a Berlusconi – non è una pretesa, e le dimissioni non sarebbero per lei una resa ma rappresenterebbero la consapevolezza che serve al Paese un cambio di passo e invece stiamo marciando verso il baratro. L’alternativa c’è – ha concluso – e io da sei mesi gliel’ho indicata: chi governa smetta il delirio dell’autosufficienza e si rivolga alle forze responsabili del Parlamento in nome del Paese. Vogliamo un governo che faccia come quelli di tutti i Paesi del mondo: che, come fa Obama, dialoga con l’opposizione sui provvedimenti e non si sente sminuito”. “Il rispetto per gli altri – ha concluso – e il coinvolgimento delle opposizioni non è il ritorno alla Prima Repubblica, è pensare al bene del Paese. Mi auguro che lei voglia fermare la dissennata corsa verso l’ignoto”.

11.10 – Casini chiede la presenza di Berlusconi in aula

Berlusconi con quasi tutti i membri del governo e i deputati del Pdl avevano abbandonato l’Aula dopo gli attacchi al presidente del Consiglio da parte di Antonio Di Pietro. Quando è toccato parlare a Pier Ferdinando Casini, il leader dell’Udc ha detto: “Io non ho mai offeso nessuno, tantomeno in quest’Aula. Finchè non torna il presidente del Consiglio non parlo”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha invitato «ad avvisare il presidente del Consiglio della richiesta dell’onorevole Casini”. E, rivolto ai banchi del centrosinistra da cui si rumoreggiava per l’attesa, Fini ha detto: “Un attimo di pazienza, non è che per due minuti succede qualcosa… La richiesta del presidente Casini è del tutto legittima. Insomma, sta rientrando in aula. Un attimo di pazienza”. Qualche attimo dopo, Berlusconi torna e si risiede al banco del governo. Viene accolto dagli applausi dei deputati di maggioranza e dai fischi di quelli di centrosinistra; nessuna reazione dal Fli. Il premier alza il braccio rivolto a Casini, come a dire “eccomi”. Casini inizia a parlare e cala il silenzio nell’emiciclo.

11.00 – Di Pietro: “E’ finito impero cartapesta, si affidi a magistratura”

“Finalmente oggi comincia la fine del suo impero di cartapesta”, così Antonio Di Pietro interviene in aula. “Non le rimane che consegnarsi alla magistratura, come un Noriega qualsiasi”. Intervento duro quello del leader dell’Idv. “Quando lei va all’estero ci vergogniamo di un presidente del Consiglio come lei”. Ha concluso: “Prima se ne va, meglio è”. “Finalmente oggi inizia la fine del suo impero di cartapesta, perchè qualunque sia il risultato del voto, un dato è certo: lei non ha più una maggioranza politica per governare. Lei è arrivato al capolinea della sua esperienza politica. Non le resta che consegnarsi alla magistratura e farsi processare. Pavido e fuggitivo, è riprovevole, con il voto comprato oggi ha violato il Parlamento e violentato la Costituzione”.

10.30 – Cominciate dichiarazioni di voto in aula

Sarà Siegfried Brigger (Svp) il primo a pronunciare la dichiarazione di voto sulle mozioni di sfiducia al governo, a partire dalle 10.30. A seguire prenderanno la parola il segretario del Pri Francesco Nucara, Daniela Melchiorre (Ld), Carmelo Lo Monte (Mpa), Bruno Tabacci (Api), Arturo Iannaccone (Noi Sud). Quindi, interverranno (tutti per dieci minuti ciascuno) Antonio Di Pietro(Idv), Pier Ferdinando Casini (Udc), Italo Bocchino (Fli), Pier Luigi Bersani (Pd) e Fabrizio Cicchitto (Fi). A finire, senza ripresa televisiva diretta, sono in lista tre interventi a titolo personale: quello di Maurizio Grassano (Ld), di Domenico Scilipoti (Misto) e del Radicale Marco Beltrandi.

10.18 – Fini: “In aula si tenga atteggiamento consono e adeguato”

In Aula si dovrà tenere un atteggiamento consono e adeguato alle circostanze. È questo l’appello che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha rivolto a tutte le forze politiche durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio che si è appena conclusa. “C’è stato anche consigliato – racconta il vice capo gruppo dell’Udc, Gian Luca Galletti - di tenere libero lo spazio intorno ai banchi del Governo per consentire ai deputati di passare agevolmente durante la chiama per il voto di fiducia al Governo”.

9.40 – Mogherini: “Sarò in aula alle 12″

“Arrivo, sarò li a mezzogiorno”. È quanto ha assicurato la parlamentare del Pd Federica Mogherini che in una telefonata, questa mattina presto, al presidente del suo gruppo alla Camera Dario Franceschini. “A meno che non mi si rompano le acque ora – avrebbe precisato la parlamentare – sarò in Aula puntuale”.

GLI INTERVENTI IN SENATO

11.18 – Fiducia al Governo con 162 voti a favore

Il Senato conferma, con i 162 sì del voto di fiducia, la maggioranza assoluta che a palazzo Madama è di 161 Senatori contando i 315 eletti e i 6 senatori a vita. Hanno dato la fiducia a Berlusconi oltre ai senatori del Pdl e della Lega, anche il senatore dell’Union Valdotain Antonio Fosson, l’ex senatore del Pd Riccardo Villari, ora nel gruppo misto, l’ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro dell’UDc e il senatore del Mpa, Sebastiano Burgaretta che non ha rispettato l’indicazione del suo gruppo. Nella maggioranza era assente solo il senatore siciliano del Pdl Vincenzo Galioto.

11.06 – Tutti assenti i senatori a vita

Tutti assenti i sei senatori a vita al voto di fiducia sul governo Berlusconi. Nè gli ex presidenti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, nè Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Sergio Pininfarina e Rita Levi Montalcini si sono recati nell’aula di Palazzo Madama per esprimere il loro sì o il loro no alla fiducia nei confronti del governo. La maggior parte dei senatori a vita è stata impossibilitata a partecipare al voto per motivi di salute.

11.00 – Pisanu vota sì, Pontone annuncia astensione Fli


Nessuna difformità dalle decisioni annunciate in precedenza, ma il voto di Giuseppe Pisanu eFranco Pontone, rispettivamente Pdl e Fli, era atteso al varco della presidenza, davanti alla quale si sfila pronunciando la propria decisione, per li peso specifico nei loro gruppi dei due senatori. Il presidente della commissione Antimafia ha votato sì alla fiducia al governo come i colleghi del Popolo della libertà, mentre il ‘decanò dei senatori finiani si è astenuto, secondo le indicazioni del gruppo. Da regolamento parlamentare, l’astensione al Senato equivale al voto contrario.

10.40 -Cominciata chiama per il voto di fiducia

Il presidente del Senato Renato Schifani alle 10,27 ha iniziato la chiama per il voto di fiducia.

10.37 – Viespoli (Fli) consegna biglietto a Berlusconi, il premier lo rifiuta

Il capogruppo del Fli Pasquale Viespoli dopo l’intervento di Maurizio Gasparri nelle dichiarazioni di voto, si avvicina al banco del Governo e consegna a Silvio Berlusconi un foglio di carta su cui è scritto qualcosa. Il premier lo legge e senza alcun commento glielo restituisce. Viespoli prova a ridargli il foglietto ma Berlusconi rinnova l’invito a riprenderselo. A questo punto il capogruppo del Fli cerca di convincere, senza risultato, Berlusconi a tenersi questo foglio che anche il Guardasigilli Alfano legge. Niente da fare e Viespoli si allontana non nascondendo la sua irritazione mentre Berlusconi sorride e fa un gesto con la mano guardando Alfano come per dire non mi interessa.

10.30 – Gasparri: “No alle dimissioni, sarebbe una contraddizione”

“Siamo disposti ad ampliare il programma di governo, a rafforzare questo governo, non altri governi. Ma le dimissioni no, sabbero una contraddizione con lo spirito costruttivo anche oggi espresso”. Lo ha spiegato Maurizio Gasparri, nel suo intervento al Senato in cui ha chiesto di rinnovare la fiducia al governo. “Quali sono le proposte alternative?”, ha chiesto il capogruppo del Pdl a palazzo Madama attaccando con decisione in Pd mostrando all’aula due libri, “Vodka cola” e “L’oro di Mosca”, sulle “tangenti alle società del Partito comunista” e “l’oro aggiuntivo che davano al partito». Poi Gasparri, sempre rivolto ai banchi dell’opposizione, ha manifestato solidarietà a Raffaele Bonanni “minacciato e intimidito da quella frange violente che voi aizzate in modo irresponsabile”. Tra i meriti del governo che Gasparri a rivendicato, poi, c’è stata la lotta alla mafia: “Noi la mafia l’abbiamo combattutta. Con Scalfaro al Quirinale e Ciampi a palazzo Chigi veniva tolto il carcere duro ai mafiosi, e lo Stato si metteva in ginocchio”.

10.05 Finocchiaro (Pd) cita Leopardi e invoca dimissioni del premier


Partenza aulica in Senato nel discorso di Anna Finocchiaro in dichiarazione di voto contro la fiducia al governo Berlusconi. La presidente dei senatori Pd si dice sorpresa per la “rapida eclissi” del “sole della invincibile armata” del presidente del Consiglio. E dona all’aula una citazione leopardiana da All’Italia: “Vedo le colonne e i simulacri e l’erme, ma la gloria non vedo”, ha detto Finocchiaro. Finocchiaro ha accusato il premier di aver “cacciato l’Italia in una crisi che dura da mesi” e ha poi rivendicato il ruolo del Pd, “secondo partito del Paese e primo dell’opposizione”, senza il quale “non ci sono possibilità di cambiamento. Il nostro dovere è mettere questa forza al servizio dell’Italia, ha aggiunto la presidente dei senatori Pd, prefigurando il percorso del dopo-Berlusconi: “Un governo transitorio di responsabilità per uscire dalla crisi e realizzare una nuova legge elettorale”. In ogni caso, ha concluso rivolgendosi al premier, “negheremo la fiducia e per il bene dell’Italia rassegni le dimissioni”.

9.56 – Pistorio (Mpa) a Berlusconi: “Lei ha tolto ai poveri per dare ai ricchi”

“Lei ha tolto ai poveri per dare ai ricchi”. È la sintesi della requisitoria con cui Giovanni Pistorio(Mpa) ha annunciato in aula a palazzo Madama che i senatori del Movimento per le autonomie “non voteranno” la fiducia al governo Berlusconi. “Avete usato i fondi Fas per garantire i livelli di benesser delle aree ricche del Paese, impoverendo così il Sud”, ha lamentato Pistorio, puntando il dito anche contro “la presenza decisiva della Lega che ha determinato lo spostamento del baricentro verso le aree più ricche del Paese”.

9.49 – Di Biagio di Fli conferma: Astensione in Senato e voto compatto alla sfiducia a Montecitorio

“La notte ci ha portato consiglio, sarà stato l’invito accorato del premier, ma dopo questa notte di lavoro, riflessione e confronto è confermato il nostro intento, quello di dare all’Italia un Futuro di libertà”. Lo dichiara Aldo Di Biagio. “Voteremo compatti perchè è in ballo il futuro del nostro Paese oltre che il futuro del nostro progetto di rinnovamento democratico – spiega – e su questo abbiamo le idee chiare anche se le riflessioni ed il confronto rimangono leciti ed opportuni. Sono certo che da questo voto si creeranno le condizioni per ricominciare e per farlo nel migliore dei modi – conclude – nell’auspicio che il premier faccia la cosa più saggia e pragmatica prima del voto alla Camera”.

9.48 -Lega e Pdl applaudono l’intervento di Belisario dell’Idv


Che ci sia nervosismo in aula era prevedibile. Ma tutto si poteva pensare, tranne che i senatori di Pdl e Lega si spellassero le mani per applaudire nell’Aula del Senato il capogruppo dell’Idv Felice Belisario. È successo quando l’esponente del partito di Antonio Di Pietro ha attaccato il premierSilvio Berlusconi accusandolo di essere “il più incredibile presidente del Consiglio che sia mai esistito”. Dal settore del centrodestra è partita una voce isolata che ha gridato “è vero”, subito seguito dall’applauso suo e dei senatori di Pdl e Lega che quell’aggettivo “incredibile” hanno ironicamente voluto cogliere anzichè un’accusa un riconoscimento nei confronti del capo del governo.

9.27 – Schifani contiene l’aula: “C’è troppa effervescenza, cominciamo male”

“C’è troppa effervescenza. Cominciamo male la giornata”. Renato Schifani è subito intervenuto, al Senato, per bloccare le prime intemperanze in aula al momento dell’intervento di Francesco Rutelli. Era stato lo stesso leader di Api a bloccarsi, lamentanto le interruzioni e il brusio proveniente soprattutto dalla parte della maggioranza. “Se pensa di presiedere così…”, aveva lamentato Rutelli rivolgendosi alla presidenza. Schifani, però, è subito intervenuto: “Lasciate parlare Rutelli senza commenti e brusii”. Dopo pochi minuti, durante l’intervento del senatoreViespoli, Schifani è nuovamente costretto a intervenire: “Non siamo in un’arena”

Ore 9.10 – Berlusconi arriva in Senato: “Sono fiducioso”

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, arrivando al Senato, ha detto di ritenersi fiducioso sul voto di fiducia che ci sarà oggi prima al Senato e poi alla Camera.

Ore 9:03 – Iniziano le dichiarazioni di voto


E’ iniziata alle 9 la seduta del Senato. I senatori, dopo le dichiarazioni di voto dei capigruppo, voteranno le risoluzioni sulla fiducia. La prima, a firma Gasparri, Bricolo, Quagliariello, è di sostegno al governo. La risoluzione Pdl-Lega è secca: Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, le approva. La seconda risoluzione è stata presentata da Pd e Italia dei Valori, a firma Finocchiaro e Belisario. “Il Senato – recita la risoluzione – preso atto che il governo non ha più il compiuto sostegno dell’originaria maggioranza, considerato che la permanenza in carica dell’esecutivo non consente di affrontare e risolvere nessuno dei gravi problemi del Paese, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, non le approva”.

Ore 8.15 – Siliquini: “Andrò in bagno e mi guarderò allo specchio”

”Decidero’ poco prima. Andro’ in bagno dieci minuti prima della chiamata in aula, mi guardero’ allo specchio e deciderò”. Questa la posizione di Maria Grazia Siliquini (Fli), che in un’intervista accusa Bocchino di ”aver puntato dritto alle dimissioni” di Berlusconi e spiega il motivo della sua assenza, ieri sera, alla riunione dei finiani. La riunione, dice Siliquini, ”e’ stato Fini a vanificarla con quella chiusura di in tv domenica, annunciando la decisione di passare all’opposizione”. La deputata definisce poi ”fesserie” le voci secondo cui le sarebbe stato offerto un nuovo sottosegretariato. ”Non lo rifarei mai, e’ un lavoraccio”. ”Ma come faccio io a votare la sfiducia?”, si chiede. ”Ho un cognome a Torino, mi conoscono come l’avvocato Siliquini, Sempre stati di centrodestra, noi”. ”La gente – spiega – e’ ancora con Berlusconi, Crisi o non crisi. Domenica a Torino c’era la fila davanti al gazebo del Pdl”.

Ore 8.14 – Le acrobazie di Paglia: “Voto con Fini ma spero vinca Silvio”

”Ho scelto di confermare la fedeltà e l’amicizia a Fini”, ma “nel cuore ho la speranza che il governo ottenga ugualmente la fiducia”. Così il deputato di Fli Gianfranco Paglia, paracadutista medaglia d’oro al valor militare. Votare la sfiducia insieme alla sinistra “è una cosa che proprio non riesco a digerire”, spiega Paglia. “Non è che la sinistra abbia il diavolo in corpo, ma i valori della destra sono troppo distanti”. Il deputato racconta di aver ricevuto una telefonata del premier Berlusconi. “E’ stato gentile, la chiacchierata serena”, dichiara. “Gli ho detto: presidente, sono a un bivio. O tradisco lei o tradisco Gianfranco Fini. Ho scelto di confermare la fedeltà e l’amicizia a Fini”.

Ore 8.11 – Gaglione: “Vado in aula e mi astengo”

A Montecitorio ”ci saro’ e votero’.Sicuramente mi astengo”. E’ questa la dichiarazione di voto di Antonio Gaglione, deputato di Noi Sud eletto con il Pd, presente a meno del 10% delle votazioni alla Camera. “Mi considero una persona coerente”, spiega il cardiochirurgo pugliese in un’intervista a Repubblica. “Sono stato eletto con il Pd e quindi non posso votare la fiducia al governo. Però da cittadino comune dico che non possiamo permetterci uno stato di crisi permanente, perché l’economia ci aggredisce, è spietata. Se l’Italia non regge, la finanza farà affari sulla pelle dei poveracci e sulle disgrazie della politica che non decide”.

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