Fini, Casini e Rutelli battezzano il nuovo soggetto politico
di Sara Nicoli
“O stiamo uniti o Berlusconi ci impicca uno per uno”. Questo “stare uniti”, come diceva ieri Rocco Buttiglione, si chiamerà Polo della Nazione. O forse Polo per L’Italia, tanto per rompere le uova nel paniere a Berlusconi che per il suo nuovo partito aveva puntato su qualcosa di simile (“Avanti Italia”).
Il terzo polo, insomma, non è più un’entità politicamente astratta, ma è un soggetto politico che forse con il tempo si trasformerà in una federazione e che intanto rende più complicata la caccia natalizia al deputato inaugurata ieri dai fedelissimi del Caimano.
Il battesimo di questa nuova, fragile creatura centrista è avvenuto ieri, all’hotel Minerva di Roma, prima risposta politica di Casini, Fini e Rutelli al tentativo del Cavaliere di sfarinare il terzo polo mettendo all’angolo definitivamente il presidente della Camera e portando il leader Udc al governo. Da ieri, infatti, dal Pdl è partita l’operazione “smottamento”, un colpo micidiale da sferrare contro Fini; si punta a prosciugare il bacino parlamentare di Fli portando a casa sette deputati e un senatore in modo da fargli anche crollare il gruppo a palazzo Madama. Il metodo è sempre lo stesso: una compravendita sottile, le promesse di una rielezione certa, qualche ricatto ben assestato. I dettagli dell’operazione, che sono stati discussi ampiamente anche ieri sera durante un vertice a palazzo Grazioli con Berlusconi e i fedelissimi, li hanno studiati e discussi a lungo ieri mattina alla Camera La Russa e Matteoli, proprio nei momenti in cui Fini e Casini si incontravano per buttare giù gli ultimi dettagli del “varo” e il documento d’avvio della “nuova” aggregazione politica.
Una forza di 100 parlamentari
LA GUERRA dei nervi è dunque appena cominciata. Ma intanto il terzo polo ha dato una risposta netta al Cavaliere. “Nasce oggi un’opposizione coordinata – ha annunciato Casini – forte di più di100 parlamentari, che decide di operare per il bene del Paese”. Di fatto anche una risposta immediata a quanto auspicato, sempre ieri, dal cardinal Bagnasco quando aveva parlato di “voglia di governabilità” da parte dei cittadini benedicendo, di fatto, la nuova fiducia avuta da Berlusconi. “Parleremo con una voce sola ed entro gennaio – ha sottolineato Rutelli – i parlamentari si riuniranno in assemblea per individuare le modalità organizzative e presentare al Parlamento e al Paese le priorità del programma”. Il neo Polo della Nazione (una variazione di un nome di vecchio conio suggerito a suo tempo da Casini, il Partito della Nazione, e che infatti non convince) ha intenzione di “dialogare con il governo nel segno di un’opposizione responsabile” evitando “i toni da giorno del giudizio che abbiamo sentito fino a ieri”; in cosa si tradurrà politicamente questa operazione, lo si vedrà già la prossima settimana quando andranno in discussione alla Camera alcune delle mozioni più pesanti per il governo, dalla Calderoli a quella sulla Rai fino alla sfiducia a Bondi che, tuttavia, potrebbe essere discussa definitivamente solo a gennaio.
All’hotel Minerva a tenere a battesimo la nuova creatura c’erano, oltre al presidente della Camera e al leader Udc, anche Rutelli con i rappresentanti dell’Mpa e dei liberal democratici.
Presenti anche Guzzanti e La Malfa
ALLA FINE sono arrivati anche Paolo Guzzanti e Giorgio La Malfa: un parterre degno delle grandi occasioni. “E’ nata un’alternativa a Berlusconi, non di sinistra – ha spiegato Guzzanti che ne farà parte, dopo un rapido divorzio dal Pli – voteremo i provvedimenti quando lo meritano”. Velenoso il benvenuto di Cicchitto: “Il terzo polo è un’operazione asfittica perché il bipolarismo è tutt’altro che finito. Poi, ci sono tendenze molto diverse, dunque è destinato ad esplodere di fronte a posizioni assai diverse”. Cosa succederà adesso è una partita aperta. Perché dal fronte Pdl si insiste a dire che l’operazione “smottamento” porterà più frutti di questo “pasticcio” messo insieme dai tre “dell’Ave Maria”, per dirla con una frase di un coordinatore Pdl. C’è, infatti, un elenco, stilato in via dell’Umiltà, composto dai nomi di sette deputati Fli e di un senatore (Patarino, Paglia, Bellotti, Proietti Cosimi, Barbaro, Ronchi, Cosenza e il senatore Digilio) che secondo gli uomini di Silvio potrebbero realmente valutare di abbandonare il presidente della Camera. All’elenco, nella serata di ieri, si sono aggiunti anche i nomi di tre centristi “dubbiosi”. Una volta raccolte – o rubate – queste nuove forze, l’obiettivo sarebbe quello di infliggere un nuovo colpo al presidente della Camera con la costituzione di un gruppo autonomo a maggioranza ex finiana che certifichino plasticamente la sconfitta di Fini. Il tutto prima del congresso di Fli (11-13 febbraio) dove, in caso di elezioni anticipate, il presidente della Camera potrebbe anche annunciare le sue dimissioni dalla carica.
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