NELLA CRISI DEI TITOLI DI STATO
di Superbonus
Giovedì, per non correre il rischio di un collasso del mercato mentre parlava il presidente Jean Claude Trichet,
Il declassamento del debito pubblico dell’Ungheria, deciso dall’agenzia Moody’s, ha ricordato ai mercati l’esistenza di un Paese che, salvato nel 2008 da Fondo monetario e Bce, da due anni è sull’orlo della bancarotta. Anche per contrastare questa lenta agonia dell’eurozona e della sua periferia, il ministro del Tesoro Giulio Tremonti e il presidente dell’Eurogruppo (coordinamento dei ministri economici dell’euro) Jean Claude Junker che hanno proposto un’agenzia per l’emissione di obbligazioni europee, una novità potrebbe rallentare se non invertire il processo di decomposizione della struttura finanziaria del vecchio continente.
Tuttavia l’idea sembra essere arrivata fuori tempo massimo, cioè dopo che
Questo approccio attendista provoca situazioni paradossali come quella degli stress test che avrebbero dovuto certificare la solidità del sistema finanziario europeo e si sono invece dimostrati una bufala avendo fallito nel prevedere il disastro irlandese. Perso il proprio ruolo di guida sicura dell’economia e della finanza continentale, sembra che alla Bce sia rimasto il solo compito di spargere provvisorio ottimismo continuando a dire che l’euro non è in discussione. Basta leggere una qualsiasi ricerca economica delle banche d’affari per rendersi conto che le cose non stanno così. In questa situazione il governatore della Banca d’Italia e presidente dell’International Stability Board, Mario Draghi, ha preferito mantenere un basso profilo evitando di scontrarsi frontalmente con i colleghi tedeschi. “Di fronte alle forti tensioni che proprio in questi giorni colpiscono più Paesi europei, è essenziale proseguire nelle politiche di consolidamento dei conti pubblici", ha detto ieri. Forse le posizioni per le quali viene considerato uno dei candidati favoriti, la presidenza della Bce e la guida di un governo tecnico in Italia, gli consigliano una dose di prudenza supplementare. Lo dimostrano anche le parole misurate con cui ha dipinto ieri i “rischi” che la debolezza dell’economia comporta per le banche italiane, finora risparmiate dalla tempesta.
Così mentre i membri dell’establishment europeo continuano a studiarsi a vicenda stando attenti a non irritare i tedeschi, il tempo per evitare un fallimento delle aste dei titoli di Stato europei nel 2011 è sempre di meno.
1 commento:
NEL FRATTEMPO C'E' CHI DOVREBBE ESSERE CACCIATO A PEDATE NEL SEDERE E ANDARSENE AFFANCULO E STA SEMPRE LI'
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