giovedì 9 dicembre 2010

LA CEPPALONI DEL PD ROMANO PUNTA SU FINI


Riccardo Milana e signora pronti al grande salto (uniti)

di Alessio Grossi

Ha tanti voti e folte truppe, ed è pronto a portarli in un sol colpo a Fini. Se Bersani non gli darà le garanzie che pretende. Riccardo Milana, senatore romano del Pd di area popolare, ex rutelliano di ferro, vuole trattare direttamente con il segretario nazionale. Altrimenti, è disposto al cambio di casacca. Due giorni fa Milana si è incontrato con il leader di Fli alla Camera, e assieme hanno discusso di un suo possibile approdo tra i finiani. Un colloquio favorito dal deputato di Fli Claudio Barbaro, ex consigliere comunale a Roma ai tempi della giunta Rutelli. “Ma io ho incontrato tante persone, parlo con tutti” ha fatto sapere Milana, che si sente spesso proprio con Rutelli. “Un amico” come ricorda sempre il senatore, che con l’ex sindaco di Roma è stato assessore in Campidoglio dal 1994 al 2001. Per Rutelli, è stato organizzatore instancabile delle campagne elettorali, nonché uno dei principali collettori di voti. Milana era il suo braccio destro anche nel 2008, quando l’ex sindaco non riuscì a riprendersi il Comune, perdendo contro Alemanno.

SCONFITTA doppiamente pesante per Milana, che era anche il segretario romano del Pd. Battuto per giunta in una delle sue roccaforti, il Municipio XII, dov’era presidente la sua compagna, Patrizia Prestipino. Un sodalizio così forte, così presente da farli paragonare ai coniugi Mastella e alla loro Ceppaloni. La Prestipino, comunque, cadde in piedi, diventando l’assessore allo Sport e al Turismo presso la Provincia di Roma, con Nicola Zingaretti. Le strade di Milana e Rutelli invece si divisero. Il senatore è rimasto nel Pd, schierandosi nel 2009 con Bersani. Pur rimanendo nella maggioranza bersaniana, si è poi avvicinato ai Popolari, che a Roma e nel Lazio si dividono in vari sottogruppi. “Il Pd ci discrimina” ripete da tempo. Da mesi nel partito romano si sussurrava di un suo passaggio all’Udc. Voci che si rincorrono dalla scorsa primavera, quando Emma Bonino ha perso contro Renata Polverini nelle Regionali in Lazio. Il coordinatore del suo comitato elettorale era proprio Milana, cattolico accanto a una leader radicale. Andò male, e il senatore ha cominciato subito a preoccuparsi d’altro. Per esempio, di assicurarsi una ricandidatura, con buona posizione in lista, in caso di elezioni anticipate. Non automatica, visti i contrasti tra i Popolari e il vertice del Pd. Non solo: Milana è alla terza legislatura consecutiva, limite massimo secondo lo statuto democratico. Che però ammette deroghe. Milana voleva e vuole garanzie, che sinora non ha ottenuto. Circostanza inaccettabile, per un uomo che si sente un maggiorente del Pd. “Uno che sposta migliaia di voti”, come si sussurra negli ambienti romani del Pd, e che dal suo feudo dell’Eur può raggranellare consensi in tanti altri quartieri di Roma.

MILANA, ex giornalista televisivo, ha rapporti solidi con il mondo dei costruttori, da sempre padroni della scena politica ed economica nella Capitale. E ha buoni contatti anche in Vaticano. Può contare su un nutrito gruppo di fedelissimi: una quarantina di consiglieri municipali, un presidente di Municipio (Antonella De Giusti), un consigliere regionale (Mario Mei), due consiglieri comunali (Francesco Smedile e Salvatore Vigna), il consigliere provinciale Massimo Caprari e la Prestipino.

Conta, il senatore, e nei giorni scorsi l’ha ribadito alla sua maniera, lanciando strali contro il congresso romano del partito. Sabato scorso, pochi attimi dopo l’elezione a segretario dello zingarettiano Marco Miccoli (ex Ds), da Milana e i suoi è arrivata la bordata: un documento congiunto con cui rinunciavano a ogni incarico nella direzione e nella segreteria romane. “Questo congresso è l’epilogo di un vicenda che dura da mesi e che assesta un duro colpo alla componente non Ds di questa città” hanno scritto. Porta sbattuta, insomma, in attesa di chiamate dall’alto.

Un altro dei sodali di Milana, l’europarlamentare Guido Milana, è sembrato sfilarsi: “Da parte mia, nessun addio al Pd verso nuovi lidi”. Gli altri, con toni diversi, invocano “segnali” dal partito. E Milana ribadisce: “L’unico che non mi ha ancora chiamato è Bersani”.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

UN CALCIO NEL CULO A TUTTI QUANTO NO, VERO?