martedì 7 dicembre 2010

MUCCHIO SELVAGGIO O VIA DI FUGA DAL BERLUSCONISMO?


Lista civica contro Pdl e Lega: disposti a “turarsi il naso”

di Stefano Caselli

Pur di lasciarsi alle spalle Berlusconi (nelle infinite declinazioni stilistiche e sintattiche con cui questo desiderio si può manifestare) va bene qualsiasi cosa. Sembra questo il concetto prevalente espresso dai commenti di oltre 2.500 lettori (ma il numero lievita di minuto in minuto) sul sito ilfattoquotidiano.it all’editoriale “Operazione Cincinnato” di Marco Travaglio, pubblicato su questo giornale domenica 5 dicembre. Ma, com’è facile immaginare, non mancano centinaia di pareri scettici o assolutamente contrari.

La notizia, secondo gli umori che si respirano nei palazzi della politica, è questa: per evitare – nell’ipotesi probabile che il 14 dicembre il Parlamento voti la sfiducia a B. – un governo di transizione “costituzionalmente legittimo ma moralmente e politicamente indecente” (perché escluderebbe Pdl e Lega), con le mani legate perché sostenuto da una maggioranza striminzita, impossibilitato a riscrivere la legge elettorale senza cadere “nel peccato originale di cui si macchiò B. nel 2005” che cambiò le regole del gioco “un minuto prima del fischio dell’arbitro”, la soluzione potrebbe essere una “lista civica nazionale”: “Andare al voto il prima possibile – scrive Marco Travaglio – e dar vita a una lista civica nazionale capitanata da una personalità super partes come Mario Monti (…) che si presenti agli elettori con un programma minimo di cose da fare prima di restituire l’Italia alla normale dialettica progressisti-conservatori: risanamento della finanza pubblica per evitare una deriva greca o irlandese, nuova legge elettorale e poco altro. Un programma da realizzare in due anni, dopodichè chi sostiene il listone si impegna a restituire la parola agli elettori e a Monti (o chi per lui) di tornare a fare il suo lavoro, come Cincinnato”.

Con l’ovvia esclusione di Pdl e Lega e – assai probabilmente – della sinistra neocomunista, il “listone” potrebbe contare sull’apporto di Fli, Udc, Pd, Idv e Sel raggiungendo – salvo sorprese – la soglia del 35% che garantirebbe il premio di maggioranza del 55% dei seggi: “Se invece – prosegue Travaglio – il fronte chiamato a deberlusconizzare l’Italia si presentasse, come nel ’94, diviso fra centristi e sinistra, il quorum non scatterebbe per nessuno (…) e ci ritroveremmo con B&B vittoriosi alla Camera e non al Senato. Caos e ingovernabilità totale”.

Inevitabilmente l’idea di una grosse koalition (“pentapartito 2.0” o “ammucchiata”, come molti preferiscono chiamarla) ha scatenato i commenti. Come detto la maggioranza (relativa) dei lettori si dice disposta a “turarsi il naso” (le citazioni montanelliane si sprecano) pur di superare una volta per tutte 16 anni di berlusconismo, ma sono in tanti, in primo luogo per l’unanime sfiducia verso la classe politica tutta, a ritenere l’ipotesi irrealizzabile: “Turatevi il naso – scrive un lettore – e cercate di sniffare: è impossibile come il vostro mucchio selvaggio”. E in molti paventano il rischio di un bis dell’ultimo governo Prodi, quando la litigiosità interna fu sfruttata al meglio da Berlusconi e dalla Lega. Il dibattito si fa copioso anche su quelle “poche altre cose” da fare accostate da Marco Travaglio al risanamento della finanza pubblica e alla nuova legge elettorale. Tre priorità su tutte: legge sul conflitto d’interessi (c’è chi arriva ad invocare una qualsiasi degli altri paesi occidentali, “anche a sorteggio”), ineleggibilità dei condannati (talvolta anche se solo indagati) e limite tassativo al numero di legislature (magari anche retroattivo).

Nessun commento: