di Sara Nicoli
Casini gli chiede “un armistizio per arrivare ad un governo di responsabilità”. Fini, invece, spara alzo zero: “Escludo che Berlusconi ottenga la fiducia alla Camera, sono convinto che non si andrà a votare, ma gli italiani non vogliono neppure un governo che galleggia, c’è bisogno di una nuova fase e comunque, in caso di voto, ci sarà un’alleanza del terzo polo, ne escludo una con il Pd”. Un attacco all’arma bianca contro il Cavaliere. Ma lui non molla neanche di un millimetro. Nessuna strategia di rimessa per Berlusconi: “Perché il piano è uno solo; o maggioranza o urne”. Anche ieri, tornato a Roma in gran fretta per concertare con Letta e con
INTANTO, ha deciso di blandire i suoi stessi parlamentari per evitare che all’ultimo possano fare qualche passo falso, casomai per la paura di non essere rieletti. Ecco che cosa dirà loro Berlusconi nelle due cene (una lunedì per i deputati, un’altra martedì per i senatori) che verranno allestite nella Galleria del Cardinal Colonna, nel cuore di Roma: “Che nessuno si preoccupi, tutti i presenti verranno riconfermati, se disgraziatamente dovessimo tornare alle urne…”.
Ieri a palazzo Grazioli i numeri della Camera, però, risultavano ancora ballerini: Pannella, alla fine, ha deciso di far votare i suoi contro il Cavaliere. Tanto che la strategia più gettonata nello stretto entourage berlusconiano sarebbe quella di incassare la fiducia al Senato e dopo fare il passaggio alla Camera per avere “almeno due, tre voti di maggioranza in più sui presenti”; le assenze faranno un gran comodo. Berlusconi a quel punto, secondo fonti vicine al Cavaliere, aprirebbe solo all’Udc, non ai finiani. Numeri alla mano, l’ingresso dei centristi farebbe arrivare nella maggioranza 35 deputati alla Camera a fronte dei 34 finiani “traditori” ormai all’opposizione; tutto come prima, dunque, solo con Casini al posto di Fini. Al genero di Caltagirone, il Caimano sarebbe pronto ad offrire (ma forse l’offerta è già stata avanzata), due ministeri di peso (
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