Addetto a “ripulire” l’immagine del Cav.
di Marco Lillo
“Vale scusa ma a quelle ragazze che devo chiamare oggi posso dire che è una cosa di Silvio Berlusconi o no?”. Prima di occuparsi di energia Valentino Valentini doveva rispondere a domande di questo genere. Anche in quel caso operava nell’ombra. A differenza di altri collaboratori del premier, Valentini è un sacerdote della riservatezza. Quando vogliono adularlo, gli uomini vicini a Berlusconi lo chiamano il nuovo Gianni Letta. Ma vista la difficile situazione in cui si trova l’originale dopo la pubblicazione delle sue (presunte) spifferate agli americani, non è detto che la definizione beneaugurante non diventi realtà. Già ora però Valentino Valentini è uno degli uomini più vicini al premier: a 48 anni, questo ex interprete bolognese, riveste l’incarico di capo ufficio del Presidente del Consiglio e consigliere speciale per le relazioni estere nonché tutor delle imprese italiane all'estero. Il suo potere reale, secondo i sospettosi dispacci delle ambasciate americane pubblicati da Wikileaks, supera persino i pomposi titoli. Questo funzionario dell’europarlamento in aspettativa dall’elezione nel 2001 alla Camera, è l’uomo chiave dei rapporti italo-russi che corrono sul tubo del gas. Dopo un decennio di potere crescente gestito nell’ombra, finalmente il suo profilo, grazie alle note riservate pubblicate dal sito di Julian Assange, si è illuminato anche per il grande pubblico. A insospettire i diplomatici degli States sono i suoi continui viaggi in Russia a cavallo degli accordi energetici che vincolano il nostro paese al gigante russo. Gli Usa tenevano d’occhio Valentini sospettando oscuri interessi privati di Silvio Berlusconi dietro le trame di rapporti e gasdotti tra Roma e Mosca, tra l’Eni e Gazprom. I ritratti pubblicati nei giorni scorsi restituiscono un’immagine coerente con il ruolo: dall’assunzione a 23 anni a Strasburgo fino ai pranzi al fianco di Silvio Berlusconi quando il Cavaliere incontra George Bush e Vladimir Putin. In realtà Valentini non è solo il consigliere degli affari esteri ma è stato anche l’addetto agli affari interni e forse anche intimi del presidente. Nelle intercettazioni telefoniche del caso Saccà (chiuso con una solenne archiviazione) si trova traccia del ruolo di Valentini. Il deputato, che non ha mai fatto un’interpellanza o un intervento in aula, nell’ottobre del 2007 si occupava di limitare i danni di immagine che potevano derivare a Silvio Berlusconi dai suoi traffici con aspiranti attrici e contratti milioniari per le fiction.
Dopo avere svolto il suo compito sul fronte delle ragazze e anche sul fronte politico (De Angelis offrirà una parte alla moglie di Bordon e organizzerà una cena a casa sua, anche se il senatore e la moglie non cederanno poi alle lusinghe) il 6 novembre il produttore passa all’incasso. Purtroppo per lui però Piersilvio Berlusconi non è entusiasta all’idea di concedere commesse per decine di milioni all’anno al produttore. Allora Silvio Berlusconi organizza un pranzo con Piersilvio e Guido De angelis per convincere il figlio a cedere. Oltre al direttore generale di Mediaset Alessandro Salem, c’è solo Valentino Valentini, che un’ora dopo il pranzo chiama De Angelis e gli riferisce la reazione di Piersilvio: “l’operazione non è stata indolore ma io ho l’impressione che verrà dato seguito”. Il figlio e Salem dovranno assecondare le volontà del Cavaliere dando lavoro a De Angelis ma lo faranno a malincuore, secondo Valentini, perché: “loro hanno capito... hanno capito tutto in realtà, ovviamente”. Valentini racconta di avere perorato la causa di De Angelis con Piersilvio spiegandogli che il produttore è la persona giusta per seguire il problema delle assunzioni delle ragazze care al padre : “gli ho detto che in ogni caso tu eri la punta di un iceberg di una situazione un po’ complicata. Gli ho detto: ‘Guido è una persona per bene è una persona corretta ed è la persona giusta per gestire situazioni delicate’”.
VALENTINI spiega a Piersilvio anche i vantaggi dello spostamento delle assunzioni delle ragazze su un terzo: “gli ho detto: ‘consentitemi per voi è in outsourcing e quindi per voi è una cosa ...”. Poco dopo De Angelis chiama Rosanna Mani, una stretta collaboratrice di Berlusconi sua amica, e le spiega meglio il concetto: “Vale mi ha chiamato e mi ha detto: guarda c’è qualche resistenza del figlio geloso”. E
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