sabato 29 gennaio 2011

Caso Ruby, spuntano anche le foto


PAOLO COLONNELLO

Nonostante quelle che la Procura definisce «anomalie» dell’inchiesta Ruby-Berlusconi, e che in altri casi sarebbero stati considerati seri tentativi d’inquinamento delle prove (ovvero la presunta subornazione di testimoni da parte dello stesso Silvio Berlusconi, il ritrovamento di verbali difensivi in casa delle ragazze perquisite, la traccia di versamenti di denaro promessi od effettuati a Ruby-Karima, il pagamento dei legali di almeno un indagato da parte del Cavaliere, l’avvertimento di Emilio Fede alla Minetti sull’intercettazione «di tre telefoni») par di capire che per il momento i magistrati vogliano soprassedere. Il lavoro dei pubblici ministeri - ora che la Camera ha respinto nei fatti l’autorizzazione a una perquisizione negli uffici del contabile di Berlusconi, il ragionier Spinelli - è ormai concentrato esclusivamente alla preparazione della richiesta di giudizio immediato che verrà inoltrata al gip dopo l’interrogatorio di Nicole Minetti, previsto per il primo febbraio e confermato ancora ieri dal suo legale, Daria Pesce. Tra le carte che verranno allegate ci saranno sicuramente anche immagini e foto estratte dai files ritrovati nei computer sequestrati alle ragazze perquisite il 14 gennaio scorso ma che, sembra, non aggiungeranno un gran che a quello che ormai già si sa.

Ma cosa dirà la bella Nicole davanti ai magistrati? Gli inquirenti non si aspettano un gran che da questo confronto che potrebbe anche risolversi con un ampio ricorso alla facoltà di non rispondere, soprattutto sulle questioni più spinose relative ai rapporti della consigliera regionale con il Presidente del Consiglio per la gestione degli appartamenti di via Olgettina, i cui affitti venivano pagati da Spinelli come compenso, secondo le accuse, per le prestazioni sessuali delle giovani nelle feste di Arcore.

Minetti, come lei stessa ricordava in un’intercettazione («Per me è diverso io sono indagata e lui altrettanto») è certamente il personaggio che in questa vicenda rischia di più. Rischia soprattutto di fare la fine del vaso di coccio tra vasi di ferro. Accusata di favoreggiamento e induzione alla prostituzione, contro di lei non ci sono solo le innumerevoli intercettazioni dove appare come personaggio preminente nell’organizzazione delle feste di Arcore e nel reclutamento delle giovani di via Olgettina, ma anche le ricevute di pagamento e il rapporto con Spinelli. Nonchè le sue stesse lamentele, concentrate in una lunga telefonata dell’11 gennaio scorso con la sua collaboratrice in Consiglio regionale, tale Clotilde: «...A me non me ne fotte un cazzo se lui è Presidente del Consiglio o cioè...un vecchio e basta a me non me ne frega niente, io non mi faccio pigliare per il culo così, perchè adesso...A lui non gliene frega niente, capisci?...cioè per la prima volta ho realizzato che lui non mi ha dato quel ruolo perchè pensava che fossi idonea, adatta mi ha dato quel ruolo perchè in quel momento è la prima cosa che gli è venuta in mente e se non ci fossi stata io ma ci fosse stata un’altra, l’avrebbe dato a un’altra...».

Tra le carte che formano il fascicolo per l’invito a comparire alla Minetti, ci sono poi verbali che raccontano la genesi dell’inchiesta. Come quello di
Michelle Coinceicao Oliveira, la prostituta brasiliana che, si scopre telefonò non una ma due volte direttamente al Presidente del Consiglio dal suo cellulare, inviando poi anche diversi sms. E soprattutto, la sera del fermo di Ruby in questura, il 27 maggio, alle 21,20, Michelle chiamò anche Spinelli, all’utenza intestata Dolcedrago Spa. Lei nel verbale «prende atto» e nega di aver mai conosciuto Spinelli. Ma rimane il mistero di una telefonata all’ufficiale pagatore di Berlusconi dopo averlo avvisato del fermo di Ruby. Per questo e altre «inverosimiglianze» nella ricostruzione di quella serata, la donna non viene considerata «attendibile».

Nessun commento: