mercoledì 19 gennaio 2011

Da Papi a "amò" la neolingua di Arcore


di FILIPPO CECCARELLI

"Tesorino", "un bacino", "un attimino", "troia", "zoccola", "puttana": e allora vai con il "bungalese", ovvero con la lingua del bunga bunga e del mondo che gira intorno ai festini di Arcore, altrimenti detti wild parties dalla diplomazia americana. Che poi in realtà sono selvaggi per quello che s'intravede in termini di logistica, di reclutamento delle ospiti, di intrighi preventivi e di recrudescenze cortigiane.

Meno selvaggi appaiono per quanto accade nella nuda articolazione, e cerimoniale, del dopocena e un po' anche dei crudi risvegli delle prescelte a villa San Martino.

Al centro di questo linguaggio quasi teologico c'è ovviamente "Lui", come lo invocano senza pronunciarne il santo nome; "Lui, il grande" dice una delle organizzatrici; "Lui, Gesù" esclama Ruby. E per annunciare che in villa ci sarà festa, che l'adorazione è vicina, basterà dire: "Vuole che noi coloradine andiamo a fargli vedere uno stacchetto". Là dove le iniziatiche ballerine di fila del programma Mediaset "Colorado cafè" si produrranno per Lui in quell'accenno di danza velinesca assai in voga sul piccolo schermo.

Il bungalese è una koinè equivoca figlia di questo tempo abbastanza sciagurato. Tiene insieme e reca in dote al paziente lettore delle 389 pagine una miriade di infantilismi e giovanilismi debitamente contaminati dalla cultura televisiva e dal cinepanettone. Quando Fede e Mora brigano sulla lista delle ospiti, per non farsi capire, le appellano: "programmi", "quei due programmi sono spaventosi, ma chi li ha portati?".

Le giovani donne tra loro si chiamano "amore", spesso abbreviato in "amo" e "amo'"; dicono "hey!", "uau", "okkey", "punto", "raga" (esortativo per "ragazzi/e"), "al top", "della serie" e soprattutto dicono "ti adoro" - anche quando si capisce benissimo che non adorano che se stesse. Tutto suona sempre enfatico. Alla più semplice delle domande - come stai? - la risposta è spesso estrema: "Sto da dio" o "Sto alla canna del gas". Lele ha l'"attimino" facile, e anche il vanzinianissimo "qualcosina". Fede è espressivo come nel suo tg, solo che tira continuamente in ballo la Madonna. Ruby, che pure ha l'attenuante di essere straniera, dice spesso "situazione"; mentre la Minetti si distingue per un orrido impasto anglo-milanese: "Ti volevo un attimo briffare perché ne vedrai di ogni". "Briffare" da breafing, cioè tenere una riunione preparatoria in vista di ciò che altre comunque definiscono "un puttanaio" o anche "il degenero più totale".

Inutile spingersi su un terreno sociologico. Ci si limita a osservare che tutti sono parecchio volgari. E se il linguaggio è lo specchio dell'anima, varrà la pena di annotare la seguente perla riguardo ad alcune colleghe di festino: "Una massa di deficienti che ballano come delle mongoloidi". Ma prima ancora gli uomini e le donne del bunga bunga si esprimono in modo spaventosamente primario: "Fare sesso", "dare denaro", "finché ci sta lui io mangio - dice Ruby - se lui se ne va che cazzo mangio più?". Di una dice Fede che "ha messo le mani sul tesoro"; di altre due che "si intrufolano" e "stanno sgraffignando tutto". Una poveraccia al corto di quattrini si sfoga: "Ho bisogno di benzina, cazzo". Un'altra, dal villaggio berlusconiano dell'Olgettina: "Amo', non ho i soldi da fare la spesa, che palle". Anche il cane, a nome "Fiocco di neve", "non mangia da due giorni: cazzo che vita, anziché fare le signore qua facciamo la fame, io non lo so...".

Neanche troppo recondito emerge il lessico della prostituzione: "le marchette", "il regalino", "il regalone", mai parlare di soldi, "le ha dato quattro rose", oppure "nine flowers". Non si immaginano le invidie, le gelosie, le trame, i sussurri crudeli durante le feste e poi dopo le nomination: quella s'è sentita male; quell'altra, "la principessa sul pisello", ha osato chiedere all'onorevolessa: "Per disfare il bagaglio e sistemarmi la biancheria ci pensi tu?". Fede e Lele scuotono la testa: "Roba da pazzi".

Al centro di ogni pensiero c'è Lui, specie di Re Lear con la plastica facciale. Il suo cuore. "E' stanco, difficile tirarlo su", "è pimpante", oppure "di cattivo umore", "Voleva andare a dormire, ma l'hanno trascinato in piscina", "l'ho visto un po' out", "ingrassato, è diventato pure brutto, sta più di là che di qua". "Lui ti cambia la vita", "deve solo sganciare", "si è intenerito della bambina", "dovrebbero ringraziare dove passa", "mi sono rotta il cazzo di stargli dietro", "sta male, si è dimenticato di noi". La miss, che è infermiera, si presenterà con il camice e sotto nulla a parte le autoreggenti bianche. "Sai come si diverte lui - dice Lele - per una cosa del genere".

(19 gennaio 2011)

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