PAOLO COLONNELLO
Mentre i legali di Berlusconi ieri formalizzavano con una letterina di dieci righe inviata alla procura il rifiuto di Berlusconi di presentarsi davanti ai pm, la nuova testimone Nadia Macrì parlava per cinque ore filate davanti all’aggiunto Piero Forno e al sostituto procuratore Antonio Sangermano, confermandosi come la prima "testimone oculare" della presenza "hard" di Ruby alle feste di Arcore.
Due circostanze slegate tra loro ma che danno il senso dell’ultima partita giudiziaria del Premier, forse tra le più difficili tra quelle affrontate finora. Perchè se è vero che i suoi legali rivendicano la necessità che ad occuparsi del caso sia il tribunale dei ministri, il loro spazio di manovra al momento è assai ridotto: con la lettera di ieri in pratica liquidano la necessità di un interrogatorio del Cavaliere e lasciano via libera alla Procura per depositare, fin dal prossimo lunedì, una richiesta formale al gip di giudizio immediato per Berlusconi.
E solo a questo punto i legali potranno entrare in azione per presentare a loro volta una memoria che paventi il conflitto costituzionale oppure di semplice competenza territoriale, come annuncia in subordine la lettera di ieri. Dopodichè il gip, autonomamente, potrebbe anche non esaudire il desiderio della procura e ritenere l’assenza dei presupposti per un giudizio immediato, rinviare le carte ai pm e attendere una richiesta di rinvio a giudizio classica. Ma per presentare una vera e propria istanza sollevando il conflitto costituzionale o di semplice incompetenza territoriale (in questo caso rivolgendosi prima al giudice e poi, eventualmente, alla corte d’appello), i legali dovranno aspettare che il processo venga incardinato.
E intanto
E sebbene in procura ieri si tentasse di minimizzare, facendo intendere che il ruolo della Macrì è soltanto un elemento in più «ancora da riscontrare» a carico del Cavaliere, la soddisfazione per la nuova testimonianza era evidente. Ma le ragioni della secretazione forse attengono al fatto che la escort, cui è stato fatto divieto di divulgare ulteriormente ciò che sa, avrebbe ulteriormente allargato il campo anche ad altri festini, a base di sesso e coca, in cui sarebbero stati coinvolti nuovi personaggi non ancora comparsi nell’inchiesta. Il ruolo di Nadia Macri, che anche davanti ai pm palermitani aveva raccontato di essere stata invitata in tre occasioni nelle ville del Premier (nell’aprile del
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