sabato 22 gennaio 2011

Il processo al premier può partire in un mese


PAOLO COLONNELLO

Mentre i legali di Berlusconi ieri formalizzavano con una letterina di dieci righe inviata alla procura il rifiuto di Berlusconi di presentarsi davanti ai pm, la nuova testimone Nadia Macrì parlava per cinque ore filate davanti all’aggiunto Piero Forno e al sostituto procuratore Antonio Sangermano, confermandosi come la prima "testimone oculare" della presenza "hard" di Ruby alle feste di Arcore.

Due circostanze slegate tra loro ma che danno il senso dell’ultima partita giudiziaria del Premier, forse tra le più difficili tra quelle affrontate finora. Perchè se è vero che i suoi legali rivendicano la necessità che ad occuparsi del caso sia il tribunale dei ministri, il loro spazio di manovra al momento è assai ridotto: con la lettera di ieri in pratica liquidano la necessità di un interrogatorio del Cavaliere e lasciano via libera alla Procura per depositare, fin dal prossimo lunedì, una richiesta formale al gip di giudizio immediato per Berlusconi.

E solo a questo punto i legali potranno entrare in azione per presentare a loro volta una memoria che paventi il conflitto costituzionale oppure di semplice competenza territoriale, come annuncia in subordine la lettera di ieri. Dopodichè il gip, autonomamente, potrebbe anche non esaudire il desiderio della procura e ritenere l’assenza dei presupposti per un giudizio immediato, rinviare le carte ai pm e attendere una richiesta di rinvio a giudizio classica. Ma per presentare una vera e propria istanza sollevando il conflitto costituzionale o di semplice incompetenza territoriale (in questo caso rivolgendosi prima al giudice e poi, eventualmente, alla corte d’appello), i legali dovranno aspettare che il processo venga incardinato.

E intanto la Procura, lavora: dal giorno in cui è stato recapitato a Berlusconi l’invito a comparire per concussione e prostituzione minorile, sembra aver aumentato la capacità del proprio "arsenale" probatorio. L’ultima "bomba" potrebbe proprio essere il lungo interrogatorio di ieri di Nadia Macrì, la escort parmigiana che alla Stampa e ad Annozero, ma ancora prima a un giornale locale, ha raccontato di essere stata presente alla festa del 24 aprile scorso durante la quale incontrò anche la giovane Ruby «che ballava seminuda e un po’ ubriaca» intorno a un palo da lap dance nella saletta sotto la villa di Arcore dove si svolgevano le feste "bunga bunga". Anche in quell’occasione, ha aggiunto la escort, «ci fu un orgia» e alla fine, sia lei che Ruby sarebbero state ricevute da Berlusconi nel suo ufficio per essere pagate in contanti. Sull’attendibilità della donna ieri i magistrati non hanno voluto sbilanciarsi ma di fatto il suo interrogatorio è stato secretato. I riscontri sulle sue dichiarazioni sono partiti durante la sua stessa deposizione: da una parte il lavoro a ritroso sulla presenza delle celle telefoniche della Macrì la sera del 24 aprile (un sabato) ad Arcore, dall’altra la ricerca dei testimoni (un accompagnatore, che avrebbe già confermato ad alcuni giornalisti e un barista di Arcore che l’avrebbe vista quel sabato prima dell’ingresso in villa). Macrì avrebbe consegnato ai pm anche i "regali" ricevuti da Berlusconi e mostrati in televisione ad Annozero: dal foulard di Marinella al bracciale Swarovski, all’immancabile "farfallina".

E sebbene in procura ieri si tentasse di minimizzare, facendo intendere che il ruolo della Macrì è soltanto un elemento in più «ancora da riscontrare» a carico del Cavaliere, la soddisfazione per la nuova testimonianza era evidente. Ma le ragioni della secretazione forse attengono al fatto che la escort, cui è stato fatto divieto di divulgare ulteriormente ciò che sa, avrebbe ulteriormente allargato il campo anche ad altri festini, a base di sesso e coca, in cui sarebbero stati coinvolti nuovi personaggi non ancora comparsi nell’inchiesta. Il ruolo di Nadia Macri, che anche davanti ai pm palermitani aveva raccontato di essere stata invitata in tre occasioni nelle ville del Premier (nell’aprile del 2009, a Villa Certosa in Sardegna) e tornato alla ribalta con nuovi particolari sulla presenza di Ruby, rivelati una decina di giorni fa a un giornale locale. Una circostanza che invece la stessa Macrì aveva negato fino a pochi giorni fa.

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