domenica 9 gennaio 2011

La svolta di Montezemolo nelle regioni ItaliaFutura prepara lo sbarco a Milano


ROBERTO MANIA

Luca di Montezemolo si organizza, punta al territorio compreso quello del nord "occupato" dalla Lega. Operazione prepolitica, ancora. Ma certo per il suo think tank, "Italia Futura", è l'inizio della svolta, la fine della stagione romanocentrica. L'avvio della nuova fase. Le fondamenta per le "liste civiche" montezemoliane - se mai ci saranno - verranno messe quest'anno. Perché sta partendo ora l'articolazione regionale di "Italia Futura". Strutture locali in tutte le venti regioni. Ogni mese, a cominciare dal prossimo, ne verrà lanciata una. Le prime saranno il Lazio, le Marche e la Campania.

In campo quasi tutti imprenditori, un pezzo di società civile. Per avanzare proposte, elaborare progetti, contrastare la deriva populista partendo dal basso, dal locale. Comunque non dalla politica in senso stretto. Potranno aderire anche politici, provenienti da entrambi gli schieramenti, ma ad una condizione: aver fatto gli amministratori e gestito processi di cambiamento.

Nel Lazio, tra gli altri, Andrea Mondello, ex vicepresidente di Confindustria e poi, per sedici lunghi anni, presidente della Camera di commercio della Capitale, oggi tra i promotori dell'Api, l'Alleanza per l'Italia. Nelle Marche Maria Paola Merloni, deputata del Pd, figlia di Vittorio Merloni, patron dell'Indesit, ma anche Cleto Sagripanti che sfidò Federica Guidi per la guida dei Giovani imprenditori.

Foltissima la pattuglia campana: Gianni Punzo, presidente dell'Interporto, socio di Montezemolo nei treni per l'alta velocità. E poi Agostino Gallozzi, ex presidente della Confindustria di Salerno; Carlo Pontecorvo, proprietario della Ferrarelle; Luciano Cimmino, presidente del gruppo Carpisa-Yamamay, Giovanni Fiore, costruttore.

Sono della partita anche Maurizio Rossi, proprietario della tv ligure Primocanale, Federico Vecchioni, presidente della Confagricoltura, Nicola Di Bartolomeo, ex presidente della Confindustria Puglia. Tra i simpatizzanti non ancora "arruolati" ci sono Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e Ivan Lo Bello, presidente della Confindustria Sicilia, leader degli imprenditori contro il "pizzo".

"Italia Futura" va nel territorio e si ristruttura al centro. Sarà costituito una sorta di "governo ombra" di responsabili di area: ai Trasporti, Ennio Cascetta, professore a Napoli ma pure al Mit di Boston, collaboratore della "Fabbrica del programma" di Prodi e assessore nella Giunta Bassolino; ai Media, Riccardo Tozzi, produttore cinematografico, fondatore della Cattleya; alla Storia e società, il giovane storico Miguel Gotor; alle Piccole imprese e artigianato, l'imprenditore Stefano Micelli; alla Sanità Walter Ricciardi, professore al Gemelli; all'Economia, il giovane Marco Simoni della London School of economics; alla Pubblica amministrazione, Alberto Stancanelli, già collaboratore di Franco Bassanini poi capo di gabinetto del ministro Luigi Nicolais; alla Mobilità sociale Irene Tinagli, economista dell'Università di Madrid.

Montezemolo vuole infine provare a entrare nelle trincee leghiste. Il prossimo convegno di "Italia Futura", dopo quelli sulla mobilità sociale, la scuola e i giovani, sarà sul federalismo. E per la prima volta a Milano, "capitale del rancore" e del "malessere", per usare le espressioni del sociologo Aldo Bonomi. Nel nord, Montezemolo ha stretto un'alleanza tra think tank: "Italia Futura" con il trasversalissimo "Verso Nord", promosso da Massimo Cacciari, Franco Miracco, spin doctor del ministro Giancarlo Galan, e Maurizio Fistarol, già sindaco di Belluno, poi deputato del Pd con cui, però, ha rotto. Obiettivo: un nuovo polo per le riforme. Perché - dicono - non tutte le strade del nord passano dal Carroccio. Ma questa è proprio la partita più difficile per l'ex presidente di Confindustria.

(09 gennaio 2011)

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