giovedì 13 gennaio 2011

Passa il referendum per rompere lo scudo


ACCOLTO IL QUESITO DELL’ITALIA DEI VALORI MA L’OPPOSIZIONE TEME IL VOTO ANTICIPATO

di Sara Nicoli

Se proprio tutto dovesse andare storto, alla fine saranno i cittadini italiani a dire la loro sullo scudo personale di B. Ieri i giudici della Consulta hanno detto sì al quesito referendario presentato da Di Pietro, anche se dopo la decisione di oggi, sul testo del referendum incombe un nuovo passaggio valutativo da parte della Corte di Cassazione. Il destino del referendum sullo ‘scudo’, infatti, è legato a come la Consulta deciderà di pronunciarsi. Gli italiani, in pratica, sarebbero chiamati ad esprimersi comunque sull’abrogazione del legittimo impedimento nel caso in cui ci fosse un pronunciamento “interpretativo di rigetto”, oppure con l’emissione di un verdetto di inammissibilità e infondatezza dei ricorsi. Più complesso, invece, il caso in cui oggi i giudici decidano di “riscrivere” parzialmente la legge. Ed è questo il caso in cui la parola passerebbe nuovamente all’ufficio centrale della Cassazione che dovrà verificare la compatibilità del quesito con la nuova formulazione della norma. Insomma, il cammino è ancora lungo, anche se la consultazione dovrebbe essere prevista tra aprile e giugno prossimi. Sempre che non si vada a votare. Nel caso, tutti i referendum slitterebbero di un anno. Antonio Di Pietro, intanto, incassa la vittoria. E preconizza: “La resa dei conti con la giustizia di Silvio Berlusconi, anzi è inevitabile e inesorabile; così deve essere perché tutti siamo uguali di fronte alla legge ed è immorale e contro lo stato di diritto di un Paese democratico farsi le leggi per non farsi processare”.

UNA SPIEGAZIONE più politica di quanto potrà avvenire da domani la fornisce Luigi De Magistris: “Se la Corte boccia il legittimo impedimento – spiega – è chiaro che le elezioni sono più vicine; l’avvocato Mills è già stato condannato e in un processo dove c’è un corrotto e un corruttore, se uno dei due viene condannato è verosimile che anche l’altro lo sia e questo metterebbe in serie difficoltà il governo. Che è già zoppo”. Ma sono, di fatto, solo i dipietristi a dare all’appuntamento di oggi una valenza politica così forte e così esiziale per le sorti della legislatura. Ieri, le parole scomposte di Berlusconi contro i giudici hanno dato la netta sensazione che il Cavaliere preveda forti turbolenze politiche dalla sentenza della Consulta, mentre le opposizioni guardano con attenzione immaginando scenari diversi, ma senza dar seguito a corrispondenti strategie. “Prima bisogna vedere come si esprimerà la Corte e cosa scriverà esattamente – svela un centrista di primo piano – ma sarebbe una menzogna sostenere che dopo un’eventuale bocciatura dello scudo il governo potrebbe andare avanti senza scosse; non è affatto così. Però – prosegue – in questo momento per noi la priorità è di evitare le elezioni”.

Una strategia da pompieri puntualmente confermata dalle parole, stavolta ufficiali, di Pier Ferdinando Casini: “È inutile dare pareri in libertà sulla Consulta che possono chiaramente sembrare un’ingerenza, noi rispetteremo qualsiasi decisione verrà presa”. Tradotto: cercheremo di stemperare il più possibile il clima sulla vicenda evitando che soprattutto Berlusconi possa utilizzarlo strumentalmente per accelerare il ricorso alle urne. Il Terzo polo non è pronto al voto. Ma nemmeno, a quanto sembra, il Pd. Per questo, ieri al Nazareno, l’aria era tesa. “È certo che non concederemo a Berlusconi la possibilità di un’utilizzazione mediatica della sentenza per sparare contro i giudici...”.

DONATELLA FERRANTI, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, dava in questo modo l’idea della bozza di strategia democratica in caso di bocciatura della Corte e di nuove “alzate d’ingegno” del Cavaliere: “Siamo stufi – ha sostenuto – delle continue minacce di discorsi agli italiani sulle presunte anomalie del sistema della giustizia italiano; la vera anomalia è di un imputato che pretende di cambiarsi le regole”. Nessuno sconto, dunque, verso Berlusconi. Che, in caso di bocciatura, fanno trapelare dal Pd, avrebbe i giorni contati: “Ci si difende in tribunale – ha commentato Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd – non in televisione!”. Su come fermarlo, nel Pd c’è meno chiarezza. Perché, par di capire, le elezioni spaventano tutti all’opposizione. Lo dice anche il finiano Benedetto Della Vedova. “Abbiamo sempre cercato di distinguere i problemi giudiziari di Berlusconi da quelli del governo – spiega – e anche in questo caso, se ci sarà una bocciatura della Corte, se ne prenderà atto e non se ne farà una tragedia greca; non sarebbe serio ipotizzare una fine della legislatura basata su questo”. Serio forse no, ma politicamente possibile sì. Perché Berlusconi, a detta dei suoi, non starà a guardare. E oltre a far sentire la sua voce, metterà immediatamente in campo la sua macchina da guerra elettorale. Con la Lega al fianco.

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

E' IL CHIARIMENTO CHE MANCAVA RELATIVO ALLA RESTITUZIONE DEGLI ATTI ALLA CASSAZIONE IN CASO DI SENTENZA INTERPRETATIVA DA PARTE DELLA CONSULTA. VISTO CHE LA CONSULTA TOCCA ATTENDERE ANCORA.

Francy274 ha detto...

Stavolta don Ferdinando Casini mi ha strappato una bella risata, e immagino se la sarà fatta pure B.
:
“È certo che non concederemo a Berlusconi la possibilità di un’utilizzazione mediatica della sentenza per sparare contro i giudici...”.

Cosa conta di fare i mancato prete? Chiederà agli italiani di coprire lo schermo tv con un lenzuolo di lino? Pura curiosità la mia :DD

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CASINI TALVOLTA, CIOE' QUASI SEMPRE, FA CASINI!