mercoledì 12 gennaio 2011

Qualcosa di destra


di Wanda Marra

Prima “teorica” del velinismo (il suo articolo che criticava le candidature del Cavaliere alle europee del 2009 ispirò la famosa invettiva di Veronica Lario contro l’allora marito, Silvio Berlusconi), ideologa di Farefuturo, cofondatrice di Libertiamo, insieme a Benedetto Della Vedova, Sofia Ventura, schierata nelle file dei futuristi, nella vita fa la politologa.

Chioma rosso fuoco, è una che non le manda a dire. Nelle ultime settimane ha dichiarato che Fini “si deve dimettere” da presidente della Camera perchè Fli ha bisogno di un leader politico, ha definito “un errore” lo strappo con Berlusconi perché si è “sottovalutata la potenza del premier” e si è espressa contro il “gorgo centrista” del Terzo Polo, protestando che non ha intenzione di morire democristiana. Per arrivare, in un crescendo, ad esortare Fini a dire “finalmente qualcosa di destra” e a “mandare messaggi forti, anche impopolari”, in un’intervista a gli Altri.

Così, è diventata la protagonista di una delle ultime liti a destra. Nella variabile - gettonatissima - femminile.

A scattare è stato il Secolo (l’appello di Nanni Moretti, “D’Alema, dì qualcosa di sinistra” è un tormentone che non è mai più uscito dall’immaginario collettivo): “Cara Ventura, la politica non è ‘dire cose’”, titolava il quotidiano sabato. “Ci sono venuti i brividi” , andava all’attacco l’articolo.

La polemica è immediatamente montata, trovando terreno fertile sia nelle “indecisioni” di Futuro e Libertà, che nelle lotte fratricide tra ex An ora su sponde opposte. Cavalcata ovviamente dal Giornale. E così il Comitato dei garanti della Fondazione An (l’organismo che amministra i fondi dell’ex partito di via della Scrofa, tra cui proprio il Secolo) fa sapere che esaminerà la lite nella prossima riunione. Esito previsto, tra una settimana.

E ALLORA è la stessa fondazione Libertiamo a tentare di metterci una pezza e a denunciare l’obiettivo: “imbastire uno sgangherato processo alla Perina” e far scoppiare il caso Secolo. Sì, perché ora la maggioranza del Comitato è composta da ex aennini non diventati futuristi, che evidentemente non vedono di buon occhio la linea editoriale del quotidiano.

Le due protagoniste gettano acqua sul fuoco. “Ma il Comitato su che dovrebbe deliberare?”, dice polemica la Ventura. “Non c’è nessun litigio. Siamo colleghe, in un certo senso addirittura amiche”, protesta la Perina. Che ieri ha ospitato sul suo giornale un intervento della politologa (partenza rigorosamente in prima) dal titolo: “Voglio una destra alternativa al Cav. E voi?”, in cui l’autrice spiega la sua posizione (difesa del bipolarismo, dubbi sul Terzo Polo) e pone le sue questioni: “Vagheggiare nuove e spericolate sintesi, rifiutare di collocarsi in qualche parte dello spazio per essere ovunque (e magari anche da nessuna parte), desiderare che il passato non sia mai avvenuto, è così che vogliamo costruire il futuro?”. E ancora: “Gianfranco Fini ci ha sempre parlato di una destra laica, liberale e repubblicana. Aveva scherzato?”.

E al Fatto quotidiano ribadisce che bisogna ragionare sul lungo periodo e, se si darà il caso, andare alle elezioni da soli, pur rischiando, in nome di un progetto futuro: “Berlusconi è imbattibile. Ma ha 74 anni e prima o poi morirà. A meno che non pensino di impagliarlo e di caricarlo con le pile Duracell”. Comunque, se alla fine si procederà con il progetto di Terzo Polo, lei “non sa cosa farà”. Niente di personale, forse. Ma di politico certamente sì.

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