giovedì 17 febbraio 2011

La Bindi candidata premier piace anche a Romano Prodi


di GOFFREDO DE MARCHIS

Non è solo Nichi Vendola a indicare Rosy Bindi come candidato premier dell'alleanza democratica. Ieri a Montecitorio, dopo l'intervista del governatore della Puglia a Repubblica, molti democratici commentavano anche lo scambio di battute tra Romano Prodi e la Bindi durante la festa dei 60 anni del presidente Pd celebrata sabato scorso. "Ti auguro di diventare presidente del Consiglio, sei la persona giusta", ha detto il Professore alla festeggiata. L'omaggio di sabato scorso è diventato ieri, "non partecipo al totopotere", risposta ufficiale di Prodi a una domanda precisa. Resta la sostanza. In pochi giorni è arrivata una doppia investitura. Da due personalità che nel mondo del centrosinistra godono di popolarità e peso indiscutibili.

Con questi sponsor l'ipotesi finisce per agitare le acque del Partito democratico. Bindi fa i passi necessari a disinnescare la mina. Di buon'ora telefona a
Pier Luigi Bersani e gli legge la dichiarazione per le agenzie. "Quello di Vendola è un passo positivo perché finalmente riconosce che c'è bisogno di una larga coalizione democratica", dice Bindi. E poi: "Lo ringrazio per la stima ma dobbiamo ripartire dalla politica, senza farci condizionare con nomi e candidature". Ma il gelo del Pd è evidente. Non si sa se indirizzato più verso la presidente o verso Vendola. Massimo D'Alema mette in guardia rispetto a iniziative estemporanee. "Voglio ringraziare Vendola per aver indicato una persona di grande valore - dice l'ex premier -. Naturalmente, visto che si parla di grande coalizione, il candidato deve essere concordato e non imposto". La bocciatura netta di Giovanna Melandri racconta l'umore dei veltroniani. "Per una grande alleanza vedo bene Mario Monti. Bindi non può federare un'alleanza da Vendola al Terzo polo". Lo stesso Walter Veltroni, nei suoi colloqui privati, esprime un giudizio negativo.

Non ci sono solo le diffidenze. Il presidente della Provincia di Genova
Alessandro Repetto scrive una lettera a Bersani per sostenere la Bindi: "Fai un gesto nobile, lancia lei". Paola Concia applaude: "Sono d'accordo con Nichi, occorre una leadership femminile. Ma tutti devono essere d'accordo". Alcuni vedono nelle parole di Vendola un'operazione, l'ennesima, studiata a tavolino per dividere il Partito democratico. Bersani cerca di tamponare ripetendo le parole della presidente. "Non mettiamo il carro davanti ai buoi - dice -. Prima costruiamo la coalizione, prima ancora arriviamo alle elezioni anticipate. Dopo sceglieremo chi saprà interpretare meglio il progetto". Bindi o non Bindi, l'ipotesi del governatore pugliese s'insinua nella maggiore difficoltà del centrosinistra: individuare il leader. "Vendola bleffa. Non indichi la Bindi, offra soluzioni alla crisi. Il modo migliore per aiutare questa maggioranza allo sfascio è indicare nomi e metodi per scegliere i candidati", dice Fioroni. Massimo Donadi dell'Idv considera "la Bindi una persona di qualità ma prima ci sia un incontro delle opposizioni". Il segretario di Prc Paolo Ferrero precisa: "Sì alla Bindi, senza Fini però".

(17 febbraio 2011)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

E' PROPRIO UN "CUPIO DISSOLVI" QUELLO CHE SEMBRA POSSEDERE IL PD, MASSIMO D'ALEMA IN TESTA.
NATURALMENTE, IL MIO DISGUSTO PERMANE.