Il futuro dell'euro si deciderà nel Consiglio europeo del 24 marzo. Quella riunione potrebbe cambiare il nostro ordinamento economico in modo più profondo delle blande norme sul federalismo che il Parlamento discuterà la prossima settimana.
La posta in gioco sono le condizioni che
Da molti anni
Diversamente dalla Germania, altri Paesi dell'eurozona hanno un deficit di risparmio, cioè spendono più di quanto non producano. La somma dei loro deficit è identica al surplus tedesco: 40 miliardi circa Spagna e Italia, 20 circa Portogallo e Grecia, 120 miliardi in tutto.
Per un decennio l'equilibrio dell'unione monetaria è stato garantito dal fatto che i tedeschi investivano il loro eccesso di risparmio nei Paesi in deficit. Era evidentemente una libera scelta, dettata dall'aspettativa che quei Paesi sarebbero cresciuti e avrebbero garantito rendimenti più elevati che in Germania.
Oggi tuttavia gli investitori tedeschi si chiedono se investire nella periferia dell'euro sia ancora prudente. Se non sarebbe meglio acquistare attività cinesi, brasiliane o indiane. Il risparmio destinato ai Paesi della periferia ha sempre più il sapore di un sussidio anziché di un investimento interessante.
Che cosa accadrebbe se quel flusso di risparmio s'interrompesse? È un fenomeno ben noto nell'esperienza latinoamericana, che va sotto il nome di sudden stop, un brusco arresto. Il Paese che non riesce più a finanziare il suo eccesso di spesa deve tagliare consumi e investimenti e precipita in una recessione profonda. Il brusco arresto è amplificato dal fatto che il Paese non solo non riesce più a finanziare i flussi, ma neppure il debito in scadenza. In America Latina ciò che a quel punto di solito accade è una grande svalutazione che dà fiato alle esportazioni e attenua la recessione. Ma poiché nell'unione monetaria ciò non è possibile, un sudden stop finirebbe per indurre il Paese che lo subisce a uscire dall'euro.
Che condizioni pone
Che
In secondo luogo che ogni trasferimento fiscale - come quelli di cui lo scorso anno hanno goduto Grecia e Irlanda - sia d'ora in poi soggetto al veto tedesco.
Infine (come confermato l'altro ieri dal viceministro delle Finanze, Jörg Asmussen) che ogni Paese appartenente all'eurozona modifichi la propria Costituzione, introducendovi la regola del pareggio di bilancio, come ha fatto
Se queste sono le condizioni per salvare l'euro, siamo pronti a sottoscriverle?
Francesco Giavazzi
29 gennaio 2011
1 commento:
CAPITO IN QUALE CAZZO DI GUAIO SIAMO IMMERSI? SIAMO CON LA MERDA FINO AL COLLO E QUALCUNO PRATICA IL BUNGA BUNGA!
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