mercoledì 16 febbraio 2011

Le carte dell’inchiesta, Ruby: B. mi disse di dire che ero la nipote di Mubarak


La testimonianza che inchioda il presidente del Consiglio è contenuta nel primo verbale interrogatorio della ragazza marocchina. La quale conferma: voleva avere rapporti sessuali con me, mi diede una busta con 50mila euro

“Dirai a tutti che sei la nipote di Mubarak così potrai giustificare le risorse che ti metterò a disposizione”. Questo disse il presidente del Consiglio a Ruby. Ecco come nasce la “balla” (parole dell’ex questore Vincenzo Indolfi). Sta tutto in poche righe di un verbale. Quello del 3 agosto 2010, quando Ruby viene chiamata dai pm Boccassini, Sangermano e Forno per spiegare. La notte del 27 maggio in questura, ma anche – più in generale – il suo rapporto con Silvio Berlusconi. E qui tutto cambia. Sì perché quell’interrogatorio risulta decisivo per rispondere alle tre domande che da mesi pesano sulle spalle del Cavaliere. Vediamole: Berlusconi chiese a Ruby di fare sesso? Sapeva che la ragazza era minorenne? Come nasce “la balla” della nipote di Mubarak. Tutte domande a cui risponde Repubblica nell’articolo a firma Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo. La chiave di volta sta dentro a poche pagine allegate alla richiesta di rinvio a giudizio depositata una settimana fa nell’ufficio del gip Cristina Di Censo.

Torniamo allora al 14 febbraio 2010, il giorno che fissa il primo ingresso di Ruby a villa San Martino. Racconta la marocchina, che all’epoca ha 17 anni (i 18 li compirà il primo novembre): “Berlusconi mi prese da parte e mi condusse in una stanza dove restammo soli. Mi disse che la mia vita sarebbe cambiata e, anche se non ha mai parlato esplicitamente di rapporti sessuali, non è stato difficile per me capire che mi proponeva di fare sesso con lui”. Cosa pensa quella ragazza che si porta dietro una vita difficile e una fuga dalla comunità di Letojanni in provincia di Messina? In quel San Valentino, prima di entrare ad Arcore, ha già conosciuto Emilio Fede. Il direttore del Tg4 ha promesso di aiutarla e le ha subito presentato Lele Mora. L’impresario dei vip non ha dubbi: quella ragazzina gli piace e la fa entrare nella sua scuderia.

Di nuovo la parola a Ruby: “Berlusconi mi portò in un ufficio e mi consegnò una busta con 50mila euro”. In quel momento, però, il premier non sa che Ruby ha 17 anni. “Lui – dice la ragazza – sa che ho 24 anni”. Per ora, dunque, vale la buona fede del presidente del Consiglio che paga per un presunto rapporto sessuale con una maggiorenne. Tutto nelle regole, dunque.

Proseguiamo. “La volta successiva – va avanti Ruby – , mi ricordo era in marzo, l’autista di Emilio Fede viene a prendermi in via Settala, dove abitavo allora. Torno ad Arcore e là, parlando con le altre ragazze invitate, vengo a sapere che chi stava con lui, con Silvio, poteva avere la casa gratis. Alcune ragazze mi dissero di avere avuto a Milano 2 un appartamento con cinque anni di affitto pagati”. Naturalmente si tratta della Residenza in via Olgettina 65. In quegli appartamenti vivono tutte le ragazze del premier. C’è Marysthell Polanco, la donna del narcotrafficante Ramirez, c’è la soubrette Barbara Guerra, le sorelle De Vivo, napoletane con una partecipazione all’Isola dei Famosi, c’è Iris Berardi, neodiciottenne, origini brasiliane, ma provenienza emiliana, lei è una delle più assidue frequentatrici di Arcore. E c’è anche Nicole Minetti che ora in via Olgettina non abita più, ma che qui, nonostante tutto, ci passa spesso. A lei, infatti, il compito di gestire l’amministrazione delle case per conto delle ragazze e su ordine del premier.

A marzo, quindi, il Cavaliere offre a Ruby un appartamento. Lei non crede alle sue orecchie. Prima il denaro, ora la casa. C’è però un solo pensiero che l’assilla: la bugia sulla sua età. ”A Berlusconi – racconta – avevo detto falsamente di avere ventiquattro anni e di essere egiziana. Quando mi propone di intestarmi quella casa, dovevo dirgli come stavano le cose. Non potevo più mentire. Gli dissi la verità: ero minorenne ed ero senza documenti”. Eppure, stando alla testimonianza della ragazza, il premier non si scompone. Le suggerisce: “Dirai a tutti che sei la nipote di Mubarak così potrai giustificare le risorse che ti metterò a disposizione”.

Ecco, allora, la genesi della balla che fa esplodere il caso e che, secondo il gip di Milano, radica il processo a Milano. Berlusconi, infatti, la sera del 27 maggio, telefonando al capo di gabinetto Pietro Ostuni, non agì nel pieno delle sue funzioni. Di più: poco conta che il reato di prostituzione minorile si avvenuto ad Arcore per cui è competente il Tribunale di Monza, perché, in questo caso, il reato più grave (concussione) attira a sé come una calamita quello meno grave (prostituzione minorile).

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